Le fanfic di X-Files

Goshen

Una notte sulle montagne della Virginia fa rivivere a Mulder e Scully parti del loro passato e li fa ripensare al loro futuro.
Autore: BoneTree
Pubblicata il: 22/09/2009
Tradotta da: Iris
Rating: NC-17, vietata ai minori di 17 anni
Genere: ANGST, MRS/RSM
Sommario: Una notte sulle montagne della Virginia fa rivivere a Mulder e Scully parti del loro passato e li fa ripensare al loro futuro.
Note sulla fanfic:

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Altre note: NOTE DELLA TRADUTTRICE: Mi è stato chiesto da Lidia se potevo cimentarmi nel fare un riassunto della trilogia di BoneTree (Goshen/Secret World/City of Lights) lasciando nel dettaglio solo le scene shipper. Devo ammetterlo, non è una cosa facile e principalmente non rende giustizia all’ottimo lavoro fatto da questo autore, ma capisco anche che chi non conosce bene l’inglese perderebbe qualcosa. Io non ho il tempo per tradurre tutta l’opera (se c’è qualcuno che vuole cimentarsi ben venga), quindi provo ad esaudire la richiesta di Lidia. Non fucilatemi se la cosa non vi soddisfa.
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Parte I

Scully e Mulder sono di ritorno da un caso, viaggiando in macchina. Scully si è fermata qualche giorno dalla madre, dove è andata a trovare la tomba di Emily (è l'anniversario della morte).
Mulder si accorge che Scully è stranamente taciturna e di cattivo umore. Gli chiede se è x il caso o per la visita alla madre (non si ricorda dell'anniversario), ma Scully non gli risponde e Mulder non fa in tempo ad approfondire il discorso a causa di un incidente. M&S si trovano di fronte un pirata della strada mentre percorrono una strada di montagna (Afton Mountain) e finiscono fuori strada, su un pericoloso pendio. La macchina rimane mezza sospesa nel vuoto, ma loro sono feriti e privi di sensi e non si accorgono del pericolo. Un'altra macchina viene coinvolta nell'incidente e la polizia trova solo quella xchè il pirata che ha mandato fuori strada M&S è morto e nessuno si è accorto della loro presenza. Inoltre il bosco è molto fitto e la macchina è andata parecchio sotto la strada.

Skinner nel frattempo è furioso xchè i due agenti sono in ritardo x un'importante riunione, ma quando la segretaria non trova nessuno dei due nè a casa nè sul cellulare, comincia a preoccuparsi e a cercarli.

Un uomo, Jimmy Meredith, sarà fondamentale x la scoperta della terza macchina, avendo trovato delle tracce di vernice dello stesso colore di quella noleggiata da Mulder.

Nel frattempo i nostri due riprendono i sensi. Hanno diverse ferite, le + gravi Mulder si è rotto un braccio e Scully la gamba dalla quale esce parecchio sangue. La + grave è lei e Mulder tenta di aiutarla facendogli delle inizioni di demerol (la ns S aveva con sè una valigetta di pronto soccorso, brava!).
Mentre Scully è sotto l'effetto della medicina ha delle visioni. Gli appare Emily che la mette in guardia del pericolo (la macchina sul precipizio), le dice che qualcuno di nome Jimmy verrà a salvarli e che deve smetterla di darsi la colpa x la sua morte. Lei è felice nel posto in cui si trova e vuole che anche Scully trovi la felicità , le dice che non deve + stare sola.

Passa il tempo e Scully è molto grave...Mulder è preoccupato ma Scully gli dice della visione, che Emily gli ha detto che qualcuno verrà...
S - Si, Emily ha detto che qualcuno verrà...verranno x te e ti salveranno"
M - Stai calma Scully
S - Mulder, è meglio così, davvero!
M - Scully stà zitta! - le urla in faccia
- STA ZITTA! Non dirmi che è meglio così, non dirlo mai! MAI! Tu non stai x morire Scully...tu non puoi morire...non puoi!....io ti amo Scully....io non posso...- lui stava piangendo, si coprì il viso con le mani tremanti e fece un profondo respiro - ..io ti amo!-
Sentì le mani di lei sul polso, che gli scopriva il viso. Incontrò i suoi occhi...anche lei stava piangendo, ma c'era qualcosa di calmo nel suo sguardo, sembrava che i suoi occhi contenessero serenità e contentezza. Apparve un timido sorriso sulle labbra di lei..
S - Lo so Mulder, lo so. Anch'io ti amo, + di quanto tu possa mai immaginare!-
Le parole rimasero sospese nell'aria, nel silenzio....i loro sguardi erano legati. Il labbro inferiore di Scully tremava, lei lo morsicò, poi annuì semplicemente. Non c'erano altre parole da dire; non ce n'era bisogno.
Mulder lasciò andare il respiro, le mise una mano dietro la testa e l'avvicinò. Scully sprofondò il suo viso sulla spalla di Mulder respirando il suo calore, il suo profumo. Le lacrime cominciarono a scenderle sul viso. Mulder sussurrò il suo nome, le labbra sull'orecchio e poi lo baciò.
Scully si scostò da lui, per vederlo in viso. I loro occhi si unirono, Scully accarezzò il viso e fu allora che Mulder si avvicinò di + baciandola gentilmente e tentativamente sulle labbra.
Scully chiuse gli occhi lasciando che quel bacio casto durasse un pò, poi schiuse le labbra. Lui lo sentì e morse delicatamente il labbro inferiore di lei, la sua lingua cominciò ad accarezzarlo e assaporarlo e Mulder in risposta ansimò e il bacio divenne sempre + profondo e pieno di passione.

Rimasero così a baciarsi x parecchio tempo, ognuno memorizzando la sensazione dell'altro sulle proprie labbra. Alla fine si separarono, riprendendo fiato.
Mulder la baciò sulla guancia..

M - tu non morirai.....vedrai, ne verremo fuori, riusciremo a cavarcela. E quando tutto questo sarà finito non sarai + sola. Te lo prometto. E nemmeno io. -

Parte II

Avevamo lasciato Mulder e Scully in macchina (ops, scusate, era una jeep).
Scully vede di nuovo Emily. Le dice che non può essere reale, lei è morta. Pochi gg prima è andata a trovare la sua tomba. Emily le risponde che lo sa, la ringrazia per i fiori; qualcuno li ha portati via, ma lei è riuscita a conservare una bellissima rosa. Le ripete che lei e Mulder devono smetterla di darsi la colpa e soffrire e cominciare ad essere felici insieme. Jimmy sta arrivando....

Mulder intanto decide di dare un'occhiata fuori per vedere quanto sono lontani dalla strada. Si muove lentamente e cautamente, ma quando ci riesce si accorge che la jeep è sospesa su uno strapiombo. Ci sono solo rocce e un fiume sotto e loro sono precariamente retti dai rami di un'albero che stanno x cedere....

M - Gesù! Oh Gesù!!!
S - Che c'è Mulder?
Mulder non rispose ma tornò all'interno della macchina, muovendosi con estrema accortezza e trattenendo il respiro; aveva una sguardo....come se avesse visto un fantasma.
M - Scully dobbiamo uscire dalla macchina- la sua voce tremante, ma calma. Dopo aver visto il suo viso Scully annuì semplicemente. Non aveva intenzione di discutere su questo.

Nel frattempo Skinner sta raggiungendo la Virginia in elicottero e viene contattato dallo sceriffo della zona che lo mette al corrente del fatto che l'autista testimone dell'incidente ha trovato delle tracce di vernice rossa sulla macchina, che non corrisponde con quella tamponata (che è blu). Skinner si era informato su quella noleggiata da Mulder ed aveva scoperto che si trattava di un fuoristrada, modello Bronco (????)di colore rosso. Quindi si rende conto immediatamente che è la macchima di Mulder e dopo essersi fatto dire dallo sceriffo il luogo dell'incidente (Afton Mountain) si dirige lì con l'elicottero.

Alla polizia intanto, Jimmy Meredith (l'uomo dell'altra macchina) insiste x essere accompagnato sul luogo dell'incidente xchè sente che qualcuno è in pericolo e, una volta arrivato, intravede in lontananza tra la fitta boscaglia qualcosa di rosso...una jeep, forse una bronco e nonostante il parere contrario del poliziotto, che vuole attendere rinforzi, si cala nel dirupo per raggiungere la macchina.

Mulder è riuscito, non senza grossi problemi (essendo entrambi feriti e dovendo muoversi con molta cura) ad uscire dalla macchina insieme a Scully (che nel frattempo ha perso i sensi). Si trovano su una grossa sporgenza della roccia. Lui disteso e Scully sopra di lui. La tiene stretta a se, sta pensando al bacio che si sono dati prima e ascolta con ansia il suo respiro...si respira ancora.....

M- Stiamo bene....stiamo bene....- dice con un sospiro, cercando di convincersi...poi gli viene un groppo in gola....la stringe e comincia a piangere, preme la guancia sulla testa di Scully strofinando delicatamente i capelli.
M - Oh Dio - le parole uscirono in un sussurro - ti prego non così.....ti prego.....-
Sopra di loro un rumore in lontananza, un elicottero...si fa sempre + vicino e dietro la sirena di un'ambulanza...
Lui li sentiva, ma sembrava non perceperli, come se non avessere niente a che fare con lui e Scully. Per lui ora non c'era nient'altro al mondo che lei stesa sopra di lui. I suo capelli con la loro fragranza, la dolcezza delle sue labbra appoggiate sulla gola , la sua schiena che lui accarezzava, la morbidezza della sua guancia accostata alla propria.
Nient'altro. Ora lui SAPEVA che non esisteva e che non sarebbe mai esistito nient'altro.

" troppo tardi......ora era troppo tardi...."

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Skinner e la squadra di soccorso li trovano e li raggiungono
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Mulder ora stava volando, sentiva il suo corpo leggero, sempre + leggero....il terreno sotto di lui si era fatto caldo, soffice. Il dolore si era calmato; niente rumori, solo il respiro di Scully; nessuna sensazione, tranne quella del corpo di lei sopra il suo....poi.....

E - Mulder...- come una preghiera, una voce sottile.....la voce di una bambina
M- Si?
E - hai dimenticato il mio fiore- Emily gli mette davanti al viso una piccola rosa. I suoi occhi cercano di mettere a fuoco...
M - cosa?
E - la metto nella tasca di mamma OK? Non dimenticartelo!
M- Humm....OK - Emily è di fronte a lui, la faccia seria...
E - E non dimenticarti nemmeno di quello che ho detto alla mamma....questa volta non te lo scordare - sente dei rumori venire dagli alberi - adesso devo andare....Ciao Mulder...-

Mulder non riusciva a capire cosa stava accadendo, nè gli importava.....ora contava solo Scully....la strinse ancora + forte a se....

" la lasci andare ora.....la lasci...ci pensiamo noi, la prendiamo noi ora....la lasci.....preparate l'ossigeno...giù la lettiga!! "......

Jimmy era arrivato ed aveva aiutato i paramedici a raggiungere M&S. Skinner era sul posto e l'elicottero stava portando su con delle funi la lettiga con i feriti.
La corsa all'ospedale era iniziata......

Parte III

TRE GIORNI DOPO IN UN OSPEDALE DELLA VIRGINIA

Scully si svegliò trovando Maggie, sua madre, accanto a sé e la prima cosa che gli chiese fu dov’era Mulder e come stava. Lei gli rispose che stava abbastanza bene e che l’avrebbe visto lei stessa quando sarebbe stata meglio. Aveva un’espressione molto seria in viso e Scully gli disse di non dare la colpa a Mulder di quello che era successo xché era lei che guidava.

MS - Non mi importa chi guidava! – gli urlò – mi importa solo di essere stata qui per quattro giorni aspettando che tu ti svegliassi. Avendo paura che non lo avresti + fatto. Quante volte devo ancora farlo Dana? Per quanto! E per cosa? Dio santo, da quando quell’uomo è entrato nella tua vita….

S – Non parlare di lui così, mamma! Non devi biasimarlo –

MS- E chi devo biasimare? Te?-

S – Si, io…lui non mi ha costretta a fare niente. Io ero lì ….perché volevo essere lì! Perché è il mio lavoro e sono io che l’ho scelto…….e perché lo amo, mamma. – l’ultima frase uscì quasi in un sussurro…come un segreto.

MS – Lo so, cara, lo so…che Dio mi aiuti, anch’io gli voglio bene – le uscì dalla gola quasi una risata, poi tornarono le lacrime e Maggie posò la sua mano sul braccio di Scully.
S – Allora che Dio aiuti entrambi! – le disse sorridendo. Si guardarono e risero entrambi.
S – Mamma mi dispiace di averti fatto soffrire, di averti spaventato, perdonami…-
Maggie accarezzò il braccio di Scully, senza guardarla
S – Mi dispiace -
MS- Questa è la tua vita, tu puoi fare ciò che credi….solo non biasimarmi per non volerti vedere ferita così, a questo modo. Per desiderare di + per te….aspettando di vederti felice..-
S – no , non lo farò…..non voglio farlo – Scully era stanca, ma si sforzò di sorridere. Sua madre si chinò a baciarle la fronte
MS – Senti dolore? Vuoi che chiami un dottore? –
S- No, sto bene-
MS- Io mi allontano per un po’, tu riposati – e così dicendo Maggie uscì dalla stanza.

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Mulder era disteso sul suo letto d’ospedale, solo, dopo la visita di Skinner e ripensava agli eventi trascorsi e ad Emily, a quello che gli aveva detto

E- non dimenticare questa volta - …..No, non l’avrebbe fatto!

Sicuramente Scully era in un’altra stanza e c’era sua madre con lei. Questo lo confortava, almeno lei non era sola. E capiva anche xchè la madre di Scully ancora non era venuta a trovarlo…sicuramente avrebbe voluto ucciderlo.

Solo pochi minuti dopo la porta della sua stanza si aprì ed entrò Maggie. Lo vide così pallido, pieno di ferite e la sua collera svanì. Si avvicinò a lui , che la guardava con sguardo colpevole e preoccupato; cercò di sorridere.
MS – Ciao Fox! -
M – Salve Sig.ra Scully
MS – Come ti senti?
M – Bene – lei lo aiutò a bere, poi lui chiese subito – Scul…..Dana sta bene? –
MS – Si, sta bene , si è appena svegliata. I dottori hanno detto che è fuori pericolo, ci vorrà solo del tempo x le ferite e la gamba….-
M – Lo so, era in pessime condizioni….- Mulder si scurì in viso…
MS – Che c’è?
M- Mi dispiace- i suoi occhi erano lucidi e lei non riusciva a capire se stava piangendo. Scosse il capo e gli prese la mano
MS – Non ti devi scusare Fox-
M – Si invece-
MS – No, non ti devi scusare, non è stata colpa tua – si sorprese di averlo detto, ma capiva che era vero- so che non faresti mai del male intenzionalmente a Dana. E nemmeno a me –
M- Ma vi ho ferito entrambi. Tutte le volte-
MS- Ci sono cose che sfuggono al tuo controllo, Fox. Molte di queste –
M- Io l’amo - lei si chinò e lo strinse a se, forte. Poi lo lasciò
MS – Allora me lo fai un favore? –
M - Qualsiasi cosa…- Lei si abbassò e lo guardò dritto negli occhi dicendo seriamente
MS – Fai qualcosa al riguardo!-
Gli occhi di Mulder si aprirono sorpresi, lei rise e lo colpì dandogli un leggero schiaffetto sulla guancia. Lui sorrise, sollevato.
M – Lo farò…..glielo prometto, lo faro! –

------------------DUE GIORNI DOPO----------------------------

Maggie Scully era lì, nella stanza di Mulder , e teneva in mano la rosa che aveva trovato nella tasca del cappotto di Dana e che Mulder gli aveva detto di controllare. Gli aveva raccontato ogni cosa.

M – Allora lei non le ha detto niente di tutto ciò- la sua non era una domanda, ma un’affermazione
MS – No, non l’ha fatto….ma questo è il tipo di fiore che normalmente compra x depositare sulla sua tomba . Ero con lei quando li ha comprati. –
Mulder annuì semplicemente, non era sorpreso del fatto.
MS – Ma non è possibile Fox! …o si? –
M – So cosa ho visto….o cosa credo di aver visto. E so cosa Dana crede di aver visto, e le informazioni che Emily ci ha dato…la posizione della macchina, il pericolo, l’uomo che stava arrivando…-

(Nota : a proposito Jimmy Meredith è andato a trovare Scully e lei ne è rimasta scossa per quello che significava. Quello che lei credeva fosse stato solo un suo delirio, la visione, ora le sembrava sempre + reale)

Maggie scosse la testa

MS – Ma forse …forse Dana aveva questo fiore con se da prima, l’aveva tenuto x se. Tu credi? Forse l’aveva messo in tasca….-
M – Maggie, io non posso convincerla a credere, non posso….ma io ci credo, voglio crederci..e sa cosa? Emily se n’è andata, ma è ancora vicina, vicina a Scully x tutto il tempo, veglia su di lei . E questo non è solo il mio pensiero. Sono sicuro che se parla di questo con Dana, se lo farà, lei dirà che sente le stesse cose –
MS – Ne parlerò con lei…ma non adesso, non ancora. Dalle del tempo OK?- Mulder annuì
M- certamente –
Questo era quello che occorreva loro ora. Del tempo, per superare le conseguenze fisiche ed emotive di quello che era successo in questi giorni.
MS – Mi prenderò io cura di questo per ora – disse ponendo la rosa dentro la Bibbia che aveva in mano – lei mi dirà, o me lo dirai tu, quando sarà pronta x vederla-
M- Va bene –

Parte IV

APPARTAMENTO DI DANA SCULLY, DUE SETTIMANE DOPO

Scully era seduta sulla sedia, respirando la fragranza che veniva dalla vasca da bagno piena d’acqua . La spugna e il sapone erano lì davanti dove Mulder li aveva lasciati x lei, ma non si sentiva ancora pronta x l’arduo compito. Era lì che ascoltava Patsy Cline cantare “I Fall to Pieces” dietro la porta chiusa. Mulder era in cucina che preparava la cena. Era tutto così rilassante, per un momento il mondo sembrava in pace. Scully sorrise ed ascoltò i rumori intorno a lei.
Mulder aveva comprato il CD insieme ad un mazzolino di fiori che gli aveva offerto , sorridendo, quando era arrivato prima di dirigersi sul divano. Scully sentì il taxi con cui era arrivato andare via e gli sorrise , avendo visto la piccola valigia che Mulder aveva poggiato a terra davanti a lei.
S – E questi x cosa sono? – disse prendendo i regali. Lui aveva la barba, probabilmente dall’ultima volta che si era rasato all’ospedale, ma nonostante ciò lei potè notare che sotto di essa Mulder era arrossito.
M – Non lo so – disse debolmente – mi sono ricordato che ti piaceva – si chinò su di lei e le baciò la guancia gentilmente. Scully sorrise e non gli chiese dei fiori, si limitò ad annusarne l’odore .
S – Ummm….grazie. Puoi mettere questi nel vaso? E’ sopra il lavandino - come lui lo fece , lei pensò a quel casto bacio sulla guancia. Era sembrato così naturale per un certo verso, ma per l’altro ancora sentiva il tremore e la paura riguardo i suoi sentimenti per lui. Ed era così da quando erano tornati a casa da Chrlottesville due giorni fa…….

Sua madre aveva accompagnato entrambi a casa, prima Mulder e poi lei, ed era rimasta a casa sua per due giorni. Poi lei l’aveva mandata via . Aveva cominciato a usare le grucce e andava bene…e poi voleva stare sola……o almeno così credeva.
Anche prima che se ne andasse sua madre, lei e Mulder avevano parlato spesso al telefono, anche di notte. Era difficile per loro riuscire a dormire. (nota: a causa delle ferite riportate)
Avevano parlato diverse volte oggi, Mulder cercava di farlo sembrare causale…come se stesse solo controllando, parlando con lei delle partite dei Red’s, del tempo…..finalmente stanca di ciò , Scully lo mise alle corde..
S – Mulder, perché non prendi un taxi e viene a stare da me x qualche giorno? Le nostre bollette telefoniche costeranno una fortuna se continuiamo così….e poi non mi piace l’idea che tu sia solo laggiù ed io non sono in grado di raggiungerti –

Ci fu quello che sembrava essere un colpo di silenzio. Lei si aspettò che lui lasciasse passare tutto , disinvoltamente, come spesso faceva, in particolare quando avevano preso ogni sorta di rischio emotivo.
Dopo quel quasi bacio nel corridoio, molto tempo fa, lui era diventato sarcastico e distante x un po’ tanto che lei si era chiesta se era mai accaduto, se era stato solo frutto della sua immaginazione.
E anche se gli faceva male ammetterlo, non si aspettava che questa volta sarebbe stato diverso. Non importa quello che era successo su quella montagna.

Così fu il suo turno di essere sorpresa quando lui replicò :
M – Sto arrivando – e attaccò il telefono prima che Scully potesse dire una parola in +.
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Tornò con il vaso di fiori, aveva tolto la giacca, la sua camicia scura abbottonata x una manica, l’altra lasciata aperta intorno al polso. Posò il vaso di fiori sul tavolo da caffè.
S –Vieni qui – lei mormorò cercando di raggiungere il suo braccio, lui si avvicinò piano, insicuro, porgendolo a lei. Scully gli arrotolò la manica una, due volte . La sua pelle era calda, sorprendentemente soffice.

M – Scusa – disse immediatamente, un contorto sorriso stampato sulla faccia coperta dalla barba – so che ho un aspetto disordinato…..-
Lei sorrise, incontrando i suoi occhi
S – Per me hai un bell’aspetto – disse ….i loro occhi si incontrarono x un istante – Più che buono – Lei sorrise x il rischio e sentì un calore salirgli dentro…..le piaceva le sensazione….le piaceva molto.
Da parte sua Mulder sorrise, tirandosi indietro e passandosi una mano tra i capelli…
M – Anche tu…….- poi rivolse il suo sguardo ovunque…tranne che a lei.
M – Hai fame? – si spostò da un piede all’altro.
S – Uh, Uh….mia madre ha lasciato un po’ di minestra, se vuoi scaldarla –
M – OK, certo ..-
S – devi solo metterla in una pentola e girarla ogni tanto. Penso ci sia anche del pane –
Lui annuì, ma sembrava un po’ incerto. Scully poteva sentire che era ansioso ed era dispiaciuta per questo.
M – Vuoi che ti accenda la TV? –
S – No, no. Stavo andando a lavarmi. Perché non metti il CD che mi hai comprato e mi aiuti a raggiungere la vasca? Avrò finito prima che la minestra sia pronta. Almeno spero – disse – mi ci vuole un po’ di tempo –
M – Già, anche x me – concordò – e chissà quando potrò radermi ancora. Ho paura di tagliarmi –
S – Potrei raderti io + tardi, se vuoi – lei si offrì immediatamente, ma lui guardò subito altrove, come se una brutta memoria gli era tornata in mente. Il ciglio di lei si increspò
S – Cosa? Cosa ho detto? – Mulder scosse la testa
M – Niente. Non è niente. Io…io penso solo che terrò la barba per un po’. Non dobbiamo lavorare x ora e quindi…..-
Si azzittì, prese il CD e rompendo la plastica con i denti si diresse verso lo stereo.
La sua reazione la pungeva. Era forse il pensiero che lei lo toccasse a disturbarlo così tanto? Scully non capiva…
M – Non è per te – lui disse, leggendogli la mente . Non si girò, concentrato nel mettere il CD nello stereo e premendo il tasto PLAY; aggiustò il volume – E qualcosa che è accaduto parecchio tempo fa. Un brutto ricordo . Scully guardò a terra, capendo al volo.
S – Una donna? – non si rese conto di averlo detto finchè non lo disse. Per qualche ragione questo la feriva molto. Adesso lui si girò ed annuì.
M – Si, si è così – lui si avvicinò a Scully, accarezzandole la guancia con la mano buona. Lei gli sorrise cercando di nascondergli la sofferenza, ma perse.
M – Non è stato niente. Lei era……non è stato niente - sospirò – vado a prepararti il bagno. –
Scully rimase confusa per qualche momento….

“ lui è con te ora…..non è stato niente……adesso smettila ……”

Sentì l’acqua scorrere, poi Mulder tornò, asciugandosi la mano bagnata sopra i jeans. Lei gli sorrise, scacciando via gli ultimi demoni. Doveva ammettere che aveva un’aspetto dannatamente sexy con quella barba. Qualcosa che non aveva mai considerato prima….
Mulder gli porse le grucce che erano appoggiate al divano
M- Hai bisogno di aiuto? –
S – No, è meglio se faccio da sola, lo abbiamo scoperto io e mia madre- si ancorò sulle grucce e si diresse lentamente in bagno, Mulder dietro di lei. Una volta lì, le lasciò appoggiandosi al lavandino.
S – Puoi passarmi l’accappatoio? – Era attaccato dietro la porta. Lei notò che era ancora nervoso e sorprese entrambi quando gli si avvicinò toccandogli le labbra con le proprie.
S – sono ancora io, Mulder – disse scostandosi dal suo viso. I suoi occhi profondamente verdi, con qualche chiazza di marrone. Le ricordavano i colori delle foglie in autunno…- Sono solo io…-
Lui non disse nulla, annuì semplicemente.
S – Metti su la minestra. Io arrivo presto. – Mulder chiuse la porta alle sue spalle.

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Ora lei era ancora seduta sulla sedia che era stata lasciata lì dal giorno prima, la sua gamba bilanciata con difficoltà sul suo tallone. La schiena alla porta, la gamba destra sopra il lato caldo della vasca. Ripensando a quello che era successo attimi prima aprì l’accappatoio e lo lasciò scivolare sulle braccia, fino ai gomiti, prese la spugna ed il sapone e cominciò a lavarsi.

Poteva vedere chiaramente l’immagine nella sua mente. Mulder in un bagno con un donna…Phobe? Diana? O qualcun’altra che ancora non conosceva? Che toccava la sua pelle con le dita e lo radeva…….

Forse era solo stanca, pensò. Tutte le cose che c’erano tra loro…questo non doveva turbarla….non doveva turbarla + di tanto….

“ smettila……smettila!!!” Ma le lacrime erano già arrivate.

Mulder finì di scaldare la minestra, la sua mente riviveva la scena nel soggiorno. Poggiò il cucchiaio sul tavolo, spense il fuoco e si appoggiò sul piano scuro della stoviglie, lasciando andare un respiro frustrato.

“ Stupido!!!”

Perché aveva lasciato che tutto venisse fuori così ? E perché ora? Quando lei lo aveva invitato a “passare qualche giorno con lei”, dandogli finalmente la possibilità di mantenere la promessa che aveva fatto a sua madre di FARE QUALCOSA al riguardo circa i suoi sentimenti per lei? ….sospirò. “Bill Jr. aveva ragione, Mulder….Tu sei un povero figlio di puttana”
Passò ancora la mano sui capelli, si girò ed andò in soggiorno dove Patsy Cline stava ancora cantando, vicino alla porta del bagno. Da sotto la porta chiusa penetrava la luce, ma non sentiva alcun rumore provenire dall’interno. Si preoccupò subito.
M – Hey Scully, tutto OK? - ….una lunga pausa - Scully? – la sua mano raggiunse la maniglia, aspettando la sua voce venire attraverso la porta.
S – Ho quasi fatto, Mulder - Qualcosa nella sua voce. Troppo controllata….quasi tesa…un tremore.

LEI STAVA PIANGENDO ……Aprì la porta.

E la guardò. Lei sedeva con la schiena a lui, l’accappatoio bianco visibile attraverso le stecche della sedia raccolto intorno ai suoi gomiti , la gamba destra scoperta…l’accappatoio su i suoi fianchi. La schiena color crema, la nuca, le curve rosse dei suoi capelli che restavano sulla sua guancia come lei si girò verso di lui, guardandolo oltre la spalla, i suoi enormi occhi blu luminosi…una singola lacrima scorreva sulla sua guancia e cadde sulla spalla…..

Lui non riusciva a respirare. E non poteva farci niente, per una volta. Non aveva mai visto niente di più bello in tutta la sua vita.

Scully guardò il suo viso, i suoi occhi si muovevano sul proprio corpo , poi si fermarono sul viso, i loro occhi legati. La bocca di Mulder si stava muovendo, come x formulare parole, la mano sinistra chiusa a pugno. Lei lo guardò sospirare…

M – Mi dispiace….pensavo…- si scosse, i suoi occhi continuavano a vagare sul suo corpo, poi tornarono sul viso, seguendo le lacrime.
M – Tu stai piangendo –

Semi-cosciente, lei guardò per un secondo altrove, poggiò la spugna e chiuse i lembi dell’accappatoio davanti a se. Le lacrime continuarono come lei tornò a guardare lui, trattenendo un respiro. Chiuse la bocca, si morse le labbra, scosse la testa. La faccia di Mulder ora era colpita.
M – Scully? Che c’è che non va? –
Lei abbassò lo sguardo, i pensieri che le passavano per la testa rischiavano di farle perdere il controllo. Vinsero loro.
S – Perché vuoi che ti chiami Mulder? – Odiava la disperazione, la sofferenza nella sua voce, ma sapeva che non poteva farci niente. Ora non riusciva a guardarlo, i suoi occhi sul bordo della vasca.

M – Cosa? – la voce di lui incredula dietro di lei; sentì il suo corpo tendersi.
Lei sospirò e si asciugò le lacrime.
S – Pensavo che tutti ti chiamassero Mulder , come tu mi hai detto una volta. Eccetto tua madre, mia madre…ma ora penso che ci sia qualcos’altro dietro. Tutte ti chiamano Fox…Phobe, Diana Fowley….tutte tranne me. Voglio sapere perché - Ci fu una lunga pausa. Lei lo sentì sospirare x la frustrazione.
M – Io non lo so il perché – disse
S - Si che lo sai – ora lei si volse a lui , guardandolo e vide che lui la fissava con un tale tormento negli occhi che ne soffrì. Lui distolse lo sguardo, gesticolando verso di lei, poggiando poi la mano sul fianco.
M – Credo perché all’inizio volevo tenerti al tuo posto. Lo sai. Solo partners, niente complicazioni - lei guardò il pavimento
S – Bhè, sembra non abbia funzionato molto bene . –
M – Già, ora lo so. – la sua voce era ancora frustrata.
S – Perché hai continuato allora? Perché continui ora? – Adesso lo stava guardando, lui rivolse il suo sguardo altrove, ma lei potè vedere le lacrime affacciarsi nei suoi occhi.
M – io……- si zittì, poi cercò disperatamente i suoi occhi, poi guardò di nuovo il pavimento. – credo perché volevo cominciare da capo con te. Quando capìì che….stavo cominciando…ad amarti…io…-
Ora era il turno di Scully di guardare a terra, sentendosi colpevole. Lei non sapeva perché gli stava facendo questo. A lui e a se stessa. “ perché ora?” chiuse gli occhi furiosa con se stessa….
Mulder toccò il suo mento, alzando il suo viso, i suoi occhi si aprirono. Lui si era mosso ed ora era di fronte a lei, vicinissimo. I suoi seni erano appena coperti dall’accappatoio che teneva chiuso con le mani….si sentiva nuda.

“ credo proprio che ci siamo, ormai “

M – Non mi piaceva chi ero prima di incontrarti – lui continuò gentilmente – Avevo cominciato ad amarti e….io volevo…..volevo essere qualcun altro. Una persona diversa. Una persona migliore. Non volevo che il nome mi ricordasse chi ero prima –
Le lasciò il mento, la sua mano andò dalla sua guancia alla sua spalla, poi giù sul braccio, attraverso il petto, dove le sue dita andarono lentamente ad intrecciarsi sulla catena della collana, tormentando la croce fra le dita.
M – volevo essere diverso x noi. In ogni parte. Anche in come mi chiamavi. Chi ero io x te. Chi eri tu x me….- sorrise attraverso le lacrime – Ed è diverso…. o almeno lo è per me….-

Lei non riusciva a respirare. Dove la sua mano la toccava lei sentiva freddo, poi immensamente caldo. Le sue mani lasciarono l’accappatoio ed andarono ad intrecciarsi nei suoi capelli, lentamente. L’accappatoio si aprì, rivelandogli il suo corpo. Lui lo guardò.
S – E’ così – sussurrò lei. Vedeva che la guardava. I suo occhi erano come il suo tocco. Prima il viso, poi giù dove la sua mano rimaneva sull’incavo della gola….i suoi seni x un lungo, lunghissimo tempo. Poi ancora giù, fermandosi x un istante sulla sottile cicatrice rossa sul suo fianco, poi oltre.
Lei intrecciò ancora di + le dita tra i suoi capelli, costringendolo a guardarla negli occhi, tirandolo a lei ed incontrandolo a metà strada. Le loro labbra si incontrarono, le bocche si muovevano una sull’altra , le loro lingue. La mano di lui si posò giù, sul suo seno, le sue dita giravano sul suo capezzolo, delicatamente. Lei ansimò sulla sua bocca. Mulder si insinuò ancora + vicino, posizionandosi fra le sue gambe ora, premendo se stesso cautamente contro il suo corpo, le loro labbra non si lasciarono mai se non per un disperato respiro. Rimasero così per molto tempo…..
Le mani di lui esploravano la chiara e soffice pelle della sua pancia, le curve dei suoi fianchi, l’interno delle cosce.
Lei lavorava sui bottoni della sua camicia, aprendola, scostando il cotone scuro, facendo guizzare i muscoli del suo braccio quando lo spostò indietro per lasciar cadere a terra la camicia. Lei li accarezzò con la lingua. Poi tornò con il viso sul suo collo e ansimò debolmente, le sue mani ora erano passate dietro, sulla schiena…il respiro di lui stava salendo di intensità…poi passarono davanti, sulle sue bende….sulla pelle soffice sopra la cintura dei pantaloni….infine le sue dita si infilarono dentro…..
Le mani di lui erano all’interno delle sue cosce ora, appena sopra il ginocchio, movendosi su, sempre + su, la sua mano tremava….lei ansimava.

S – Aiutami – lei finalmente sussurrò nel suo orecchio, costringendolo ad alzarsi. I loro respiri erano pesanti, molto elaborati…i loro occhi chiusi.
M- Noi non possiamo….- la sua voce suonava roca…..strofinava la sua barba sotto il suo orecchio, nell’incavo della gola, incapace di muovere la sua faccia o la sua mano.
S – Si che possiamo –
M – No……-
S – Si invece…….troveremo un modo – Lei premette le sue labbra, poi la guancia sul suo pomo d’adamo, le mani intorno al collo, sprofondando la faccia sul suo torace, cercando di fermare i suoi movimenti, anche solo per un momento. Lei poteva sentire la sua lingua che l’accarezzava, l’assaporava. Tornò su di lui ancora, sulla sua bocca e questa volta lui annuì, mormorando “ OKAY” sopra il suo corpo.
La baciò .
La prese in braccio e la condusse in camera da letto.
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Lei ricordava cosa accadde subito dopo solo come momenti. Il loro fare all’amore , in retrospettiva, era una serie di immagini squisite, così brillanti e così intense che poteva vederle individualmente. L’esperienza del loro venire insieme fu persa in un mare di sensazioni, come il vellutato cielo notturno smarrisce il singolare abbaglio di una stella cadente.

Mulder le tolse l’accappatoio e l’aiutò ad indietreggiare fino alla cima del materasso, appoggiando la sua gamba ferita con estrema attenzione su dei cuscini sopra una piccola sedia di legno….
Si spogliò con cura, lentamente, non staccando mai gli occhi dal corpo di lei. La vista del suo corpo nudo, come lui si adagiò sopra di lei, baciandola, premendo il suo petto al suo, i fianchi di lei si alzarono x incontrare i suoi...

Poi lei trattenne il respiro x il dolore……

Mulder mise altri cuscini sul materasso fra il suo braccio e il suo corpo x proteggere il fianco delicato di lei.
Le sue labbra, la sua lingua, i suoi denti si muovevano sui seni. Sentiva i suoi capezzoli diventare improvvisamente freddi, quando la sua bocca li lasciava per andare + giù, per poi tornarci ancora.

I piccoli segni delle punta delle dita che lei lasciava sulla sua schiena per aiutarlo, come meglio poteva, a supportare il peso del suo corpo mentre lui entrava lentamente dentro di lei; il suo braccio sul suo ginocchio, trattenendolo, tremando, poi sui fianchi, sulla vita….

Il momento di quiete che venne tra loro subito dopo, lento per sottolineare il momento. Le parole di lui gli tornarono alla mente…

“insieme, noi due siamo esattamente una persona completa….”

Non le era mai stato + chiaro prima …come lui sorreggeva la parte inferiore del corpo, tenendo la sua gamba stanca sopra di lui, mentre lei stringeva le sue spalle fasciate.
Poi lui le fu sopra, il braccio buono sosteneva la maggior parte del peso del suo corpo accanto alla sua testa. Le loro bocche si incontrarono, cercandosi l’un l’altro, la barba di lui la graffiava, i denti di Scully sulla sua guancia, la sua pelle…le loro lingue si incrociarono, le bocche di nuovo unite…..
Il lato del viso , poi la fronte appoggiati sulla sua spalla, lui cominciò a muoversi, le braccia di lei allacciate sulle spalle, sulla schiena. I muscoli tremanti, tesi, poi rilasciati…come respiri….come battiti del cuore.

Più volte dovettero fermarsi, la gamba di lui tremante, la mano trattenendo i suoi fianchi sotto di lui, esortandola a non muoversi.

S – E’ tutto OK…- sussurrò. Lei poteva sentire l’intero corpo di lui tremare per lo sforzo, poteva sentire il suo stesso corpo vibrare…- Mulder, se non riusciamo a finire, va bene….E’ abbastanza…..abbastanza…”
M – No – replicò, le labbra sulla guancia, gli occhi chiusi. Girò la testa squotendola x enfasi. - No……-
I suoi fianchi si sollevarono, lei trattenne il respiro…e non ci fu + bisogno di altre parole.

Scully raggiunse la sommità del piacere, il suo corpo stanco si levò sul suo, sorprendendo e deliziando entrambi…il nome di lui pronunciato fra i denti…un urlo. Lui lo trattenne, guardando l’estasi attraversarle il viso, sentendolo defluire attraverso il suo corpo.

Poi lei lo spronò e lui ricominciò a muoversi, ora per lui….entrambi per lui. Scosse la testa , il suo corpo fremeva, teso….
M – No ….-
S – Si – gli sussurrò, accarezzandogli il viso. Capiva quanto era difficile per lui lasciarsi andare, anche con lei – Mulder…..lascia che accada….- Lo spronò su per la salita che portava al firmamento.

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Quando + tardi lei ripensò a quello che era accaduto, ne concluse che fare l’amore non era stato così semplice. Al contrario, era stato difficile, a volte doloroso x entrambi, pieno di fermate e ripartenze.

Ma intenso. Erotico. Profondo. E, alla fine, travolgente nella sua passione e completezza.

Come lui.
Come loro.
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Fox Mulder non avrebbe mai creduto di essere il tipo d’uomo che avrebbe provato gioia nel guardare qualcuno dormire. L’idea gli era sempre sembrata sdolcinata, troppo romantica – chiunque avesse quel tipo di inclinazione o il tempo x farlo x lui era una causa persa, vero?

O almeno così credeva. Perché lui non stava solo guardando……lui stava memorizzando.

Scully era distesa sulla schiena, coperta fino alla vita dalla trapunta verde .Un braccio sotto la coperta, l’altro sopra appoggiato sul suo corpo. Sotto il top bianco di seta del suo pigiama, il petto si alzava ed abbassava, lentamente mentre lei dormiva, la sua croce brillava di luce ad ogni suo respiro.
Il suo viso era girato verso quello di Mulder, fuori dalla luce che proveniva dalla lampada sopra il comodino, i capelli scompigliati, le labbra appena aperte, la faccia rilassata.

“ …così bella….”

Nel piccolo spazio di luce che la illuminava, lui poteva percepire i battiti lenti del suo cuore. Era la cosa + confortante che avesse mai visto.

Sorridendo, raggiunse con un dito una ciocca ribelle di capelli umidi e li sistemò. Lei ansimò piano al suo tocco, ma non si svegliò. Aveva preso delle pillole x il dolore dopo cena che l’avevano messa fuori combattimento. Lui ne era grato. Lei aveva sofferto…
Mulder si alzò, infilò i suoi pantaloni di flanella e a piedi nudi raccolse piatti e bicchieri della loro cena e li portò in cucina. Fuori era ancora buio; era ancora presto e la casa era silenziosa.

L’acqua scorreva sui piatti, nel lavandino. Le sue mani sotto il getto dell’acqua gli ricordarono la sensazione dei capelli di Scully, mentre l’aiutava a lavarsi i capelli ; la testa di lei appoggiata al lavandino del bagno. Lei aveva riso, indulgente…..

Scully che rideva….

La sensazione delle sue risate che le attraversavano il corpo sotto di lui come lei lo baciò sulla tempia, poi sulla fronte…attimi dopo aver fatto l’amore, lui ancora sopra di lei, il suo corpo ancora tremante.

S – Ancora Mulder . – Lei aveva iniziato a ridere mentre lo diceva. La sorpresa, il suono contrito e dispiaciuto che uscì da lui come alzò il viso per incontrare il suo. Lei stava ridendo….
M – Certo Scully….dammi solo un minuto…..una settimana…..-

Era sembrato così bello ridere.

Sorrise, chiuse il rubinetto dell’acqua, si appoggiò al lavandino e arcuò la schiena come un gatto, stiracchiandosi con cura. Gli faceva male dappertutto.

“ Dio, come mi sento bene….”

Sbadigliò, si passò le dita nei capelli e attraversò l’appartamento, spengendo le luci al suo passaggio.

Nel soggiorno, stava per spengere la lampada sul tavolino quando si fermò, la mano a mezz’aria. Lì , vicino alla lampada, una foto dentro un portaritratti. La prese e la guardò . Il suo viso…..
La foto del compleanno di Emily, quella che Scully si portava sempre appresso nella borsa. La fissò.
La piccola aveva quello stesso severo sguardo nella foto. Si domandava come una bambina potesse averlo.

“ Non dimenticare quello che ho detto alla mamma questa volta….”

Sentì i suoi occhi riempirsi di lacrime guardandola, la figlia di Scully, la bambina che, parole sue, non avrebbe dovuto essere.

“ Non dimenticarlo….”

M – Non lo farò- rispose, la sua voce calma. Toccò con il dito il vetro. Una carezza- Non voglio farlo…-

La poggiò su tavolo con cura, spengendo la lampada.
La sola luce nella casa ora proveniva dalla lampada sul comodino, accanto al letto dove Scully dormiva, aspettando lui.

Sorridendo, felice lui si girò e la raggiunse.

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