Le fanfic di X-Files

Tra il sale e lo zucchero

William POV
Autore: Viovio
Pubblicata il: 25/09/2009
Tradotta da: Angelita
Rating: G, per tutti
Genere: BABY FIC
Sommario: William POV
Note sulla fanfic:

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...A volte, il mio passatempo preferito consiste nel salire sul tetto del granaio e stendermi a terra con il mento appoggiato sulle mani, perchè sia più facile immaginare che sto volando e le mie ali sono le nuvole... Da qui, si vede un paesaggio che riesce sempre a confortarmi, a base di colori fugaci e pezzetti magici...La prateria la si può abbracciare con gli occhi dal punto strategico nel quale mi metto, e in autunno, i toni ocra giocano così tanto con l'orizzonte che riescono a farti rimanere immobile, assorto e desiderare di essere un albero caduco solo per fare parte dello spettacolo...Oggi, ho bisogno più che mai che i giochi splendidi del tramonto di Kellerville mi avvolgano...Ho undici anni e da tre giorni so che i miei genitori mi hanno adottato quando ero bambino...Veramente, è un cataclisma, un cambiamento nel mio modo di vedere la vita...E senza volere, mi sento triste...

Siamo in settembre e la pioggia vuole cadere, ma non può, credo che il tempo voglia lasciare che i coltivatori accudiscano nel miglior modo possibile i loro campi di mais. L'aria è umida e stanno tagliando l'erba in molti dei verdi pascoli che scorgo da qui. Vicino ho un berretto pieno di more. Sono scure e dolci... Ne guardo una da vicino, l'accosto tanto al mio naso che gli occhi arrivano quasi a congiungersi, o almeno questa è la sensazione che sento... Solo dieci minuti fa, la piccola frutta stava sul suo arbusto, con tutto il resto delle sue amiche...Ora è sola e sto per ingoiarla...Era il suo destino? Esiste il destino? La metto in bocca e l'assaporo. Ha un gusto speciale, per questo è uno dei miei sapori preferiti, è unico e lo si può godere solo in quest'epoca dell'anno. La natura sa dosare il suo cibo perchè noi possiamo apprezzarlo...

Continuo ad essere stordito, a pensare...Amo i miei genitori, sono sempre stati buoni con me...Ma ora mi domando se ci sia qualcuno, in qualche posto di questo pianeta che sta pensando a me. Forse i miei genitori biologici si sono liberati di me perchè sono arrivato in un brutto momento...Forse non mi volevano e per questo mi hanno dato in adozione...Forse sono morti...Qualche volta è quello che voglio credere, per smettere di pensare a loro...

Mia madre....Ho pensato tante volte a lei durante questi tre giorni che è come se avessi trascorso gli ultimi dieci anni della mia vita idealizzandola, ricordandola in segreto per non dimenticarla. Forse ho i suoi occhi e che per tutto questo tempo mi hanno aiutato a guardare avanti..Mille giorni muovendo il mio corpo, usando le mani...Forse so giocare bene a palla a canestro perchè lo fa anche mio padre... Ho passato un mucchio di tempo senza sapere veramente chi sono... E voglio odiarli per avermi fatto questo, ma qualcosa, dentro il mio cuore mi sussurra che in qualsiasi luogo siano, anche loro sentono la mia mancanza...

Come sarebbe la mia vita se stessi con loro? Vivrei in un piccolo paese di allevatori come ora? Avrei fratelli? Staranno ancora insieme e saranno una famiglia felice? Mille e mille incognite non mi hanno lasciato chiudere occhio per tre giorni, è qualcosa che non posso sopportare per quanto ci provi. La mia mente sta zitta solo quando guarda le nuvole e mi consolo con il fatto che loro si ricordino di me di tanto in tanto.

I miei genitori hanno deciso che era ora che sapessi che non ero il loro figlio biologico. Mi hanno fatto sedere in cucina e tutti e due sono rimasti in piedi davanti a me.

"Dobbiamo dirti qualcosa che crediamo di non avere il diritto di nasconderti...sai che ti vogliamo bene, che ti abbiamo sempre voluto bene, che non c'è niente di più importante per noi di te..."

Mi sudavano le mani e non sapevo dove sarebbero andati a parare...

"Noi non potevamo avere figli, così che..."

E l'ho saputo, dopo tanti anni, ho compreso perchè ero così diverso dai miei genitori...Il colore dei capelli, il mio viso, i miei lineamenti... Tutto è coinciso e non hanno avuto bisogno di dirmi nient'altro. Ho continuato a tacere, con lo sguardo fisso sulle tende della cucina, senza volerli guardare, sentendo senza volerlo sentire che non appartenevo a loro...Che la mia vita era in realtà un'altra...Mi sono sentito come un estraneo e ho desiderato piangere, ma non l'ho fatto...ho preferito continuare a sentire senza che loro lo sapessero....

"Ti abbiamo adottato e cresciuto come avremmo cresciuto un bambino che fosse sangue del nostro sangue..."

Da quell'istante ho saputo che per quanto cercassi, niente sarebbe tornato ad essere uguale...

"Noi non ti abbiamo chiamato 'William'...Il nome te l'ha messo tua madre...Lei ha voluto che non lo cambiassero...E' stata l'unica cosa che ha chiesto..."

William...Tutto quello che mi resta di loro...William cosa? Tyler? Sullivan? Rosembaum? Oltre a dirmi che il mio nome non me l'ha messo lei, mamma mi ha dato un berretto con le orecchie di coniglio, mi ha detto che lo portavo il giorno che sono arrivato a Kellerville...Lo porto in tasca così che lo tiro fuori e lo guardo attento, fissando ogni piccolo disegno e la morbidezza del tessuto...E' azzurro e mi piace la forma che ha. L'avvicino al naso e lo annuso, sperando di sapere qualche altra cosa...Me lo avrà comprato la mia vera madre?

Prendo un'altra mora. Chiudo gli occhi e lascio che il suo sapore si espanda tra la lingua e gli incisivi. Lo zefiro della sera mi scompiglia i capelli e lontano posso vedere come mio padre lavora la terra con il suo trattore rosso. Li amo molto e loro amano me...Ma oltre ad essere un Van de Kamp sono qualche altra cosa, dietro di me c'è un'altra storia, altri geni...Il mio sale e il mio zucchero...La mia essenza...Non so se loro vorranno conoscermi, ma io muoio dalla voglia..Ehi, sono Will...Ti ricordi di me, mamma? Ho trascorso un anno della mia vita con te...

Ora sì che sto piangendo...Il sole si nasconde, mi lascia, se ne va, ma mi regala lacrime e il profilo della luna. Domani c'è scuola, questa settimana sono iniziate di nuovo le lezioni e so che mia madre non tarderà molto a chiamarmi perchè vada a letto. So che non è giusto per loro che mi vedano così. Mi pulisco le lacrime con la manica della felpa, guardo per l'ultima volta il cielo e respiro profondamente...

"Buonanotte..."-Mando un bacio alla notte, volendo credere con tutte le mie forze che arriverà a loro...

Corro a casa...Salgo nella mia stanza deciso a far sì che se un giorno arriverò a conoscerli sappiano un sacco di cosa di me... Cerco all'interno del cesto dei giocattoli...Tiro fuori milioni di soldatini e macchine finchè non trovo quello che cerco...Ottavo compleanno, Zia Ney...Un diario che non avevo trovato utile fino ad ora... mi metto il pigiama, mi siedo alla scrivania e apro il piccolo lucchetto...Apro la prima pagina e scrivo con un pennarello verde e in maiuscolo..."Diario di William...Semplicemente William..." Poi giro il foglio...

"Ciao mamma, sono William e mi piacerebbe che tu stessi qui per darti la buonanotte... Oggi a pranzo nel refettorio ci hanno dato uno schifoso purè, odio il purè...Mi piace da impazzire la torta di cioccolato bianco e crema..."

E così incomincio a sfogliare la mia vita...A riversare sentimenti sulla carta per sentire che loro continuano a vivere, in qualche posto...E che forse un giorno, io torni a trovarmi tra il mio sale e il mio zucchero...

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