Le fanfic di X-Files

Imbottigliati in un ingorgo di traffico

Una macchina. Un ingorgo. Due persone. Calore.
Autore: Irati
Pubblicata il: 22/09/2009
Tradotta da: Angelita
Rating: NC-17, vietata ai minori di 17 anni
Genere:
Sommario: Una macchina. Un ingorgo. Due persone. Calore.
Note sulla fanfic: Ho scritto questa storia perché mi annoiavo durante un fine settimana di lavoro. Avrei scritto solo il punto di vista di Mulder ma mi "ha punto il vermetto" e ho scritto anche quello di Scully. Senza pensarci, senza meditarlo, né premeditarlo, un poco di tensione sessuale per passare un pò di tempo. Angelita ha avuto la generosità di tradurlo e se vi piace, il merito è suo. I difetti, miei. Molte grazie ai miei lettori italiani, che occupano un posto speciale nel mio cuore d'autrice. Grazie.

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Imbottigliati in un ingorgo di traffico.

- Come non trascorrere un sabato, di Fox Mulder. Prima regola: gli ingorghi come divertimento sono sopravvalutati.

- Dovevamo prendere la statale. A quest'ora l'autostrada è un inferno.

Dice "dovevamo" perché Scully è la diplomazia allo stato più puro ma è abbastanza irritata perché ci sia un tocco di aggressività repressa nella sua voce che interpreto chiaramente come un "dovevi darmi ascolto e prendere la statale, Mulder"
Almeno non ha detto " te l'avevo detto".
Non ancora.
Il termometro esterno segna 42 gradi e il contachilometri indica che abbiamo battuto un record. Settecento metri nell'ultima mezz'ora. In ufficio mi aspettano tante pratiche che potrei accumularle, costruire la replica di carta dell' Empire State e gettarmi di sotto per la felicità e gaudio di Kersh
Alleluia.

-Credi che abbia fatto qualcosa perché Dio sia adirato con me, Scully?

- E' una domanda retorica o vuoi una lista?

Bene. Qualcuno è irritato.
Gli ingorghi la mettono di cattivo umore. Ma non le piace riconoscerlo. Mi decido a cambiare emittente per poter fare qualcosa che allevi la frustrazione di non avere altra cosa da fare che tamburellare sul volante.
Un altro divertimento sopravvalutato, secondo me.
Ma quando faccio cenno a muovere la manopola, Scully mi lancia lo sguardo degli dei quando stanno sul punto di scatenare l'apocalisse finale e desisto. Se non tolgo presto la mano dalla radio, so che mi morderà.
O mi graffierà.
Mmmm. Non è cattiva come immagine.
Scully ed io. In piedi nel mio appartamento. Il mio appartamento? Sì, perché no. Il mio divano, i suoi vestiti per terra. Gambe di donna intorno alla mia vita. Io sono duro per lei, lei è bagnata per me. Spingo. Profondamente. Una, due, tre, quattro volte. Alla quinta mi morde il collo e spingo di più, di più, più forte finché siamo tutti e due impalati. Lei nel divano, io in lei.

- Arriverò tardi per il pranzo con mia madre.

Terra chiama Mulder.
Madre di Scully? Sì. Questo equivale alla fantasia che sparisce e alla realtà che torna in sé.

- Non credo che l'ingorgo duri ancora molto. Quando prenderemo l'uscita, liberi.

- Ti sei reso conto che sarà scientificamente impossibile prendere l'uscita mentre non possiamo muoverci, vero?

Vero.
E tu ti rendi conto che ti brilla il collo con un leggero strato di sudore, deliziosamente femminile?

-Gli ingorghi non si reggono sulle leggi scientifiche.

Inarca un sopracciglio. Naturalmente. Si muove a disagio sul sedile per guardarmi.

-Ah, no?

- Ci sono regole specifiche per gli ingorghi di traffico. Come la regola numero uno che dice che metteranno sempre le peggiori canzoni nella tua emittente preferita e la numero due che dice che avrai bevuto troppo liquido giusto prima di incontrare l'ingorgo della tua vita a distanza inversamente proporzionale al bagno più vicino.

Non vuole. Non vuole, non vuole, non vuole. E si trattiene. Quasi mordendosi la lingua. Ma alla fine, ah. Abbassa la testa leggermente in quel modo di stringere i denti e ingoiare saliva curvando leggermente le labbra che è un accenno di sorriso.
Mulder 1-Ingorgo 0
La vita non può essere così cattiva se Scully sorride dopo tutto.
Capisco che stare qui non è precisamente il kamasutra, versione ampliata. Ma sono io e sono patetico e per me, la verità, tra lo stare in ufficio a riempire stupide carte o stare qui a guardare come si muove sul sedile senza fermarsi -sudando, addirittura- quest'ultima è la scelta migliore.
Lei ha una vita, credo. Io ho lei.
Sì, è un ingorgo. Sì, fa caldo. E sì, è un inferno. Ma il sudore fa sì che il bianco della sua camicia sia quasi trasparente e mi da benzina per alimentare le mie fantasie, non posso evitarlo.
Sei anni con lei. Danno spazio a molte fantasie.
Anche chi non spreca un terzo del suo stipendio con il 906 ne avrebbe una considerevole collezione se dovesse vivere giorno dopo giorno –domeniche comprese- con qualcuno come Scully. Io non solo ho una collezione degna di un museo, ho il kamasutra versione FBI immagazzinato nel mio cervello.
Un gran cervello. Quoziente 180, se qualcuno è curioso. La mia capacità d'immagazzinamento farebbe tremare la centrale della Microsoft.
Non dimentichiamo la memoria fotografica. Se filmassero il mio subcosciente, L'Ufficio Cattolico per l'Orientamento degli Spettatori avrebbe una sorpresa.
Non ci sono abbastanza X nel mondo per questo X Files che affettuosamente chiamo "cervello".
Non sono fantasie molto elaborate. Sono solamente piccoli scenari che appaiono nella mia mente nel momento più inopportuno. Quando Scully sta affondando un bisturi e facendo un'incisione a forma di Y in qualche povero disgraziato. Quando Scully sta ascoltando Skinner e si porta la lingua al labbro superiore inconsciamente perché è nervosa.
Allora, flash. Eccola.
Pop.
Uno scenario improvviso che appare senza avvisare nè suonare il campanello nella mia mente iperattiva. Non è colpa mia se penso sempre. E che a volte penso a lei.
Afferrarla con forza, le mie mani sulle sue braccia. Mettere la sua piccola statura contro la scrivania di Skinner. La sua schiena contro il mio petto, il bacino contro il bacino. Spingere nella dolce apertura tra le natiche. Una volta. Sollevarle la gonna, metterle una mano nelle mutandine, l'altra nella camicia. Leccarle il collo. Sentire come geme mentre le abbasso le calze. Abbassarmi la cerniera perché non avrei il tempo di togliermi i pantaloni. Provare con le dita se è pronta e incontrarmi con un tunnel stretto e scivoloso e…

- Questa umidità è insopportabile.

Panico. Per un secondo, sento panico. Mi ha letto nella mente?

- Che diavolo sarà accaduto perché siamo fermi? Potremmo disidratarci qui dentro.

Ah, bene. Umidità atmosferica. Sì. Chiaro.
Non tutti vivono nel mondo della gelatina mentale, grazie a Dio.
Grazie?
Comunque sia.

-Un incidente, immagino.

Si porta la mano alla nuca. Muove la testa in circoli, stringe le dita sui muscoli cervicali. Il caldo la fa venire il mal di testa, credo. Me lo disse un giorno. Potrei offrirmi di farle un massaggio.
E' questo quello che facciamo? Viola questo il muro di sicurezza Israele-Palestina che abbiamo costruito?
Si muove a disagio sul sedile. Tardo un momento a capire il perché.
Porta calze di licra.
Pop. Un altro scenario.
Scully parta le calze. Incrocia le gambe sul tavolo dell'ufficio mentre la guardo dalla porta. Mi domanda perché non ha un tavolo. Non porta nient'altro. Solo le calze. Forse uno di quei reggiseni neri.
Oh, sì.

-Non hai caldo?

Non c'è un sì abbastanza grande per rispondere, mi sembra.
Il calore non esiste- dico- Sta solo nella tua mente. E' altro. I tibetani credono che se ti concentri e lasci la mente in bianco il dolore e le sensazioni fisiche scompaiono.

- Ti sembro il Dalai Lama, Mulder?

Ed ora non c'è un "no" abbastanza incisivo per rispondere. Noooo, Scully, non sembra il Dalai Lama.

-Cercavo d'aiutare.

Mi sorride. A me. Con questo sorriso potrebbe ottenere quello che vuole, non so se ne è cosciente.

-Lo so.

Ha le labbra leggermente più piene e più rosse per effetto del caldo. Come se stessimo facendo l'amore e lei si stesse riempiendo di sangue e calore, voluttuosa e sensuale. Su di me, spingendo e girando mentre vedo il dondolio dei suoi seni sul mio viso. Sotto di me con le ginocchia che le toccano le spalle e le gambe dietro la mia testa.
Ups.
Movimenti sismici al sud di Mulderlandia. Cattivo, pensiero, cattivo.
Smettila di pensare, Mulder.
Cazzo. Che razza di giornata.
Non sempre è così, è chiaro. A volte veramente sto pensando al lavoro e a tutto il resto. Seriamente. Ma ho giorni in cui la mia mente si blocca con lei come la macchina sull'autostrada del demonio.
In generale passa con una mano ferma e una tecnica di masturbazione perfezionata per anni, ma finché arrivo a casa, la cosa sarà dura.
Letteralmente.
La colpa è sua perché ha un bottone di più della camicia aperto. E per brillare per effetto del sudore. E per portare la gonna lasciando scoperte più gambe di Scully, di quello che sarebbe raccomandabile nel mio stato.
Quelle gambe. Devono stringere con forza se sai come ottenere che Scully tremi.
Mi vengono in mente un paio di modi.

-Non ne posso più.

Credo nemmeno io però prima che a) domandi che sta dicendo o b) metta la testa in questa scollatura per leccare il canale tra i seni, Scully solleva il culo dal sedile, fa una manovra con le braccia che si può qualificare come magistralmente acrobatica e si abbassa le calze senza che la gonna si muova MINIMAMENTE dal suo posto.
Wow.
Evvai. Wow.
Quelle mani ben curate che si abbassano le calze non è un'immagine che mi abbandonerà presto.

-Così va meglio- dice- la persona che ha inventato le calze doveva essere un uomo.

Già Sono stato io in una vita precedente. Viva io.
La la la. Tirerei fuori i pompones e farei un monumento al tipo che ha inventato le calze.
A volte non solo dimentico che Scully è una donna, ma che è una donna così femminile che potrebbe farmi uscire gli occhi dalle orbite e l'erezione dalla cerniera lampo, perché ingannarci, solo con il suo modo di muovere le ciglia.
Sensualità conservata sotto chiave, questa è la mia Scully. E quando si distrae un secondo, boom. Tutta questa energia sessuale affiora e la riempie d'elettricità.
Ora la mia lingua è gelosa delle tue calze, Scully. E' fatta così. L'ha visto e lo vuole. Incominciare a leccare i piedi, facendo a ritroso il cammino che hai appena fatto. Primo succhiare l'alluce fino a che gli occhi ti diventino vitrei. E poi salire dal tallone alle ginocchia, baciandoti con tutta la bocca. E all'interno delle cosce. Passare lì tre o quattro estati. E il punto dove si unicono le gambe con il corpo, oh sì.
Leccare lì.
E poi in mezzo. Quando starai piangendo e supplicando. Allora impegnarmi a fondo. Baciare, leccare e non dimentichiamo, succhiare.
E poi, Scully, quando non puoi più respirare e se vuoi, mettiti a pancia in giù sul letto perché possa coprirti come fanno gli animali e penetrarti quando stai in ginocchio e...

-La macchina qui davanti si muove, Mulder.

-EH?

Indica l'autostrada come se fossi idiota o stessi ubriaco. O fossi un idiota ubriaco. O altro.
Azionare il cambio, acceleratore, in marcia. Avanziamo, almeno la macchina perché il mio cervello continua a stare imbottigliato nella Mulder Fantasy Land. Un parco tematico pornografico a mia disposizione.
L'attrazione principale?

Scully.

-Cosa c'è di così divertente?

Apparentemente sto sorridendo e lei sembra curiosa. Ma è meglio che questo non lo sappia.

-Niente.

Socchiude gli occhi. Perché no. Anch'io posso essere l'enigmatico agente Mulder, Scully.
Un giorno te lo racconterò. O te lo mostrerò, come preferisci. Non so se lo sai, ma ho una mente iper sviluppata.

-Ti do un milione di dollari se riempi i rapporti al mio posto quest'oggi, Scully.

-Non hai un milione di dollari.

Quando ci muoviamo soffia una brezza leggera e Scully chiude gli occhi per riceverla sul viso, appoggiando la testa sul sedile. C'è qualcosa di languido e delicatamente sensuale nella sua pigrizia.

-Posso pagarti in natura.

Continua ad avere gli occhi chiusi posso guardarla dallo specchietto retrovisore. Benedetta brezza che si infila nella camicia.
Gira la testa verso di me e so che mi sta guardando. Che mi sta , credo, sfidando.

- Non sottovalutarmi, Scully

Non sottovalutarmi.

Giurerei che arrossisce.

- Non mi verrebbe mai in mente- mormora.

L'ingorgo di traffico sparisce. Corro in autostrada. Mi da il tempo di arrivare a casa ma non posso aspettare che l'ascensore arrivi al mio piano e lo facciamo stesso lì. Scully in ginocchio per terra, sbottonandomi la cinta con furia, le sue perfette labbra da disegno animato che baciano la mia erezione. Lingua, circoli, lecca su e giù, scendo fino alla sua gola, sparisco dentro di lei.
Benedetta immaginazione.

**

Qui stiamo. Tutti e tre. Imbottigliati in un ingorgo.
Sì, tutti e tre.
No, non portiamo Frohike nascosto nel portabagagli. Che io sappia. Ma Mulder ha portato un invitato. Le monache del mio collegio erano solito chiamarlo" il serpente con un solo occhio" e credo che Melissa in un momento di infantile precocità verso gli undici anni lo chiamò "il soldatino di piombo".
Questo è incredibile.
Ci dovrebbero essere leggi fisiologiche che impedissero d'avere un'erezione- ora l'ho detto- in una macchina a quarantadue gradi, un'umidità dell' ottanta per cento, un asfalto allo stato liquido e macchine che esalano CO2 in quantità industriale. Questo posto è un attentato al protocollo di Kioto e all'Organizzazione Mondiale della Sanità ma a Mulder non gliene importa un accidenti.
Sta qui il Re del porno. Tamburellando sul volante e una protuberanza tra le gambe alla quale- naturalmente- non da nessuna importanza… se mi dessero un centesimo per tutte le volte in cui l'ho beccato con una di queste senza che lui sembrasse nemmeno minimamente preoccupato o leggermente a disagio potrei comprare la Microsoft e bruciare l'industria per vedere come arde.
Crede che non me ne renda conto? Non se ne rende conto lui? Se ne rende conto e non se ne importa? Si aspetta qualche reazione da parte mia?

- Come non trascorrere un sabato, di Fox Mulder. Prima regola: gli ingorghi come divertimento sono sopravvalutati.

Faccio un profondo sospiro e cerco di non guardarlo. Cerco di non guardarlo e di essere secca, di fatto.
Cerco anche di smettere di pensare ad erezioni calde e morbide e piene di sangue.

- Dovevamo prendere la statale. A quest'ora l'autostrada è un inferno.

Mi risparmio di dire che ho proposto la statale e che lui ha insistito per l'autostrada. Mi risparmio di dire" te l'avevo detto"
Ma lo confesso: devo mordermi la lingua.

-Credi che abbia fatto qualcosa perché Dio sia adirato con me, Scully?

Deve essere uno scherzo.

- E' una domanda retorica o vuoi una lista?

Non risponde. Molto bene fatto perché cerco di dissimularlo con tutte le mie forze ma mi è impossibile evitare di sfiorare l'irritazione nervosa nelle mie parole.
Non sono arrabbiata. Sono frustrata, il che è molto diverso.
Odio gli ingorghi. Odio star seduta qui, asfissiandomi con il caldo, senza poter fare niente o non avere nessun tipo di controllo su questa situazione. Rovinando con il sudore un'imitazione di Channel. Senza niente da fare tranne che cercare di scoprire che cavolo sta pensando quest'uomo perché il suo flusso sanguigno si lasci trascinare dalla legge di gravità.
Non credo che l'abbagliante visione delle corsie che esibiscono quanto c'è di meglio del nostro parco automobilistico lo ecciti, che diavolo sta pensando?
Una cosa è chiara non a me.
Quando mi guardo con la coda dell'occhio nello specchietto retrovisore mi sento così brutta che potrei mettermi a piangere. L'umidità mi ha arricciato i capelli. Non li ha arricciati. Ha dato solo loro volume, arricciandone le punte. Il trucco Clinique è andato, il rossetto sparito. Il vestito è umido e spiegazzato.
Fa lo stesso caldo per tutti e due. Ma il mio compagno è perso in un mondo di silicone e top models, con il collo della camicia sbottonato, le maniche arrotolate e il capello scompigliato e sembra la campagna autunnale di Dolce e Gabbana. Io sembro il "prima" di una reclame di chirurgia plastica.
Scommetto che le ragazze dei suoi film sembrano deliziosamente sensuali anche in un ingorgo. Scommetto che c'è qualche film su una situazione simile nella sua splendida videoteca. "Miss Autostrada" o " Fammi uscire dall'ingorgo" o qualcosa di simile.
Scommetto che è a questo che sta pensando.
Un'altra frustrazione.
Le calze stanno incominciando a pizzicare per il sudore. E peggio, molto, molto peggio.
Sto incominciando ad immaginare che si sente quando sbottoni il pantalone di Mulder e chiudi la mano intorno a quest'erezione. Senti il battito? Senti come pulsa? E come cresce e ingrossa? E' morbida? E che sapore ha quando avvolgi la lingua intorno alla punta?
Ma che diavolo sto pensando?
Ag.
Pensa ad un'altra cosa, Dana.

- Arriverò tardi per il pranzo con mia madre.

Mi guarda.

-Non credo che l'ingorgo duri ancora molto. Quando prenderemo l'uscita, liberi.

Non solo è sexy in quest'inferno. Inoltre, osa essere ottimista.
E' irritante.
E forse sono paranoica ma giurerei che l'erezione mi sta indicando. Credo che questo significa che Mulder lo porta a destra.
Soddisfatta una vecchia curiosità.

- Ti sei reso conto che sarà scientificamente impossibile prendere l'uscita mentre non possiamo muoverci, vero?

Mulder tende a non dar peso ai fatti che non incastrano con le sue teorie preconcette sulle cose.

-Gli ingorghi non si reggono sulle leggi scientifiche.

Eccolo qui. Mulder Delirio. Marchio registrato.

-Ah no?

Mi giro per guardarlo. E' un'agonia muovermi con queste calze.

-Ci sono regole specifiche per gli ingorghi di traffico- assicura. Così contento di potersi sfogare con queste sciocchezze come un bambino la mattina di natale. E quasi tenero -Come la regola numero uno che dice che metteranno sempre le peggiori canzoni nella tua emittente preferita e la numero due che dice che avrai bevuto troppo liquido giusto prima di incontrare l'ingorgo della tua vita a distanza inversamente proporzionale al bagno più vicino.

Non riderò.
Non devo alimentare l'idea che le sue divagazioni pseudo intellettuali abbiano un'alta dose di fascino e mi sembrano deliziosamente sexy. Non devo.
No,no,no.
Ingoio saliva. Abbasso la testa per trattenermi. Riesco quasi a non sorridere.
Quasi.
Maledizione. Quest'uomo è come un attacco con mortai contro un muro d'ovatta.
Questo è un ingorgo, fa caldo, è come stare all'inferno e Mulder ha un'erezione. Non voglio ridere. Mi sento frustrata per l'ingorgo. Frustrata per l'erezione che non diminuisce per niente.
Frustrata perché non capisco né restare imbottigliata, né l'anatomia maschile, capace di svegliarsi nei momenti più surreali. A volte in un'autopsia, anche se non voglio soffermarmi a pensarlo, o in una riunione con Skinner.
Non lo capisco.
Forse è passato troppo tempo da quando sono stata a diretto contatto con genitali maschili e ho dimenticato completamente come funzionano. Da anni se vedo un pene rigido è perché è sopraggiunto il rigor mortis.
Non è una visione gradevole.
Niente a che vedere con quello che ha Mulder a cinquanta centimetri da me, lo posso assicurare.
S' infila nel mio cervello un'immagine senza che nessuno l'abbia chiamata.
Io e Mulder. Il suo appartamento. Lui è seduto sul divano. Io sono seduta su di lui. Su questa stessa erezione. Non posso nemmeno togliermi i vestiti. Mi bacia l'orlo del reggiseno, se ne disfa con i denti, uno dei mie seni sparisce quasi completamente nella sua bocca, sento che mi si scioglie lo stomaco. Muovo il bacino e cerco di strofinarmi.
Come adolescenti nella veranda di casa a mezzanotte. Come animali che si strofinano. Trenta secondi e perdo completamente il controllo, tirandogli i capelli con troppa violenza per cercagli la bocca. Ci baciamo e non posso smettere di cercare il contatto tra le gambe. Mulder brucia e solo questo, la sua durezza contro la mia morbidezza, basta perché incominci a sciogliermi.
Il colore sta incominciando a condizionarmi ed ora sto a disagio, non precisamente per le calze.
Stupendo. Un'ondata di qualcosa che non è sudore tra le gambe.
No, per favore.

- Questa umidità è insopportabile.

Panico. Per un momento, non so che cosa ho appena detto. Mi riferivo al tempo. Sa Mulder che mi riferivo al tempo? Deve saperlo. Non può immaginare che c'è un altro tipo d'umidità di cui è meglio non parlare.
O può?
Dio mio, e se può?
Di qualcosa, Dana. Distrailo. Pensa.

-Che diavolo sarà accaduto perché siamo fermi? Potremmo disidratarci qui dentro.

Si stringe nelle spalle e sembra completamente innocente.
Respiro di nuovo.

- Un incidente, credo.

Grazie, signore per aver dato loro le mostruose erezioni e a noi questa discreta umidità che è sempre un segreto tra noi e la nostra biancheria.
Grazie
Il termometro sale ora a quarantatre gradi e Mulder continua a tamburellare dolcemente sul volante, probabilmente mettendo la colonna sonora del film porno che proietta il suo subcosciente a quest'ora.
Queste dita. Un letto. Un'alba scura. Salgono sulle mie gambe. Trovano ciò che vogliono. S'immergono. Escono. S'immergono. Più veloce, più in fondo. Pollice sul clitoride. Cerchi concentrici. Le dita s'incurvano e sanno esattamente come curvarsi e salire.
Mmmm.Sì.
Calore. La colpa di pensare a queste cose è interamente del calore. Mi fa sentire poco professionale e completamente fisica. Mi fa sentire senza controllo ed incastrata in questa macchina.
Che giorno stupido, Dana. Che-giorno-stupido.
Quest'ingorgo ha trasformato la mia mente in marmellata.
A parte un leggero brillare sulla nuca che sta ad indicare una leggera traccia di traspirazione, ma non vedo sudare. Di cosa è fatto quest'uomo? D'amianto?

-Non hai caldo?

Risponde con il secondo MulderDelirio del giorno.

-Il caldo non esiste- dice- Sta solo nella tua mente. E' altro. I tibetani credono che se ti concentri e lasci la mente in bianco il dolore e le sensazioni fisiche scompaiono.

Come può fare in modo che queste cose risultino erotiche? E' il tono di voce-rum in lenzuola di raso- con lo sguardo leggermente abbassato- seduzione al cento per cento- Non so cosa sia.

Ma non è una cosa buona. Non può essere una cosa buona.

- Ti sembro il Dalai Lama, Mulder?

Se dice sì lo ammazzo.

- Cercavo d'aiutare.

Sorride. Il suo sorriso beato e abbagliante. Il suo sorriso "potrei metterti su una scala per salire verso il cielo, se vuoi veder com' è il panorama"
Mi scioglie il cuore e non per il calore.
Maledetto Mulder. Hai troppo potere su di me..

-Lo so.

Si fa silenzio. E anche se due secondi fa sembrava impossibile pare che fa ancora più caldo qui dentro. Tanto che incomincia a sentire come mi arde il viso e mi brucia il respiro. Se mi guardassi allo specchio, cosa che non farò per mantenere una certa dignità, sono sicura che vedrei delle labbra gonfie.
Chi vuole il silicone se ha afa e ingorgo.
Le labbra di Mulder sulla mia nuca. Baci con la bocca aperta. Sui polsi. Dietro le ginocchia. Tira fuori la lingua e l'allunga sullo stomaco, direzione sud. Sapendo che questo mi farà contrarre di desiderio. Sud, sud, sud, bingo.
Bocca di Mulder tra le gambe.
No.
Non ci devo pensare. QUESTO no o ci sarà una macchia sul sedile quando mi alzerò.
Le calze non mi sono mai sembrate così scomode in vita mia.

-Non ne posso più.

O toglierle o morire. Tra questa maledetta traditrice chiamata "la mia mente" e il sudore e la porca erezione del diavolo credo che sverrò per eccesso di calore.
Ogni tipo di calore che si può immaginare.
Riesco a mettere le mani nella gonna e dimenticarmi di possibili sfilature nelle calze. Tiro, faccio scivolare e fuori, sono libera. La scarsa aria nella macchina sulle gambe è un sollievo balsamico. Come entrare nel mare della
Polinesia dallo spazio.
Oh Dio, grazie.

-La persona che ha inventato le calze doveva essere un uomo.

Il sollievo è così intenso che lo godo ad occhi chiusi.
Non è una buona idea perché in questo momento, con il senso della vista fuori uso, i rumori della macchina sembrano aumentare in maniera esponenziale e sento il respiro di Mulder come se fosse trasmesso attraverso altoparlanti e suoni stereofonici.
E' un respiro leggermente roco.
E' la mia immaginazione, passa dall'essere roco, a trasformarsi in un gemito gutturale. Dal fondo dello stomaco. Nudo. Gemendo. Afferrandosi alle lenzuola per non avere vertigini. Su di me . Spingendo troppo in fretta. Dicendo il mio nome, spingendomi verso inferno.
Che mi sta succedendo?
Giuro su mia madre che generalmente sono capace di stare con lui senza pensare al sapore del suo sudore. Non so perché ho un giorno di difese abbassate.
Se quest'ingorgo non finisce, questa macchina incomincerà a bruciare per troppa tensione sessuale. Dio lo sa e per questo mi ascolta.

-La macchina qui davanti si muove, Mulder.

-Eh?

Quando lo guardo in faccia ha uno sguardo decisamente strano. La bocca un poco aperta, come se stesse sul punto di sorprendersi. Effettivamente, respira un poco più intensamente del normale.
Ma sembra venir fuori dalla sua momentanea passeggiata per la terra dell'immaginazione e torna in sé.
Mette dolcemente la marce e parte.
Sarò pazza ma qualcosa nel suo modo di mettere questa marcia è stato particolarmente sexy.
Sta sorridendo. Non è una cosa buona.

-Cosa c'è di così divertente?

-Niente.

Così abbiamo L'Enigmatico agente Mulder.
Splendido.

-Ti do un milione di dollari se riempi i rapporti al mio posto quest'oggi, Scully.

Incomincio a sospettare a causa di questo sorriso che non l'abbandona che esiste la possibilità che questo film che sta immaginando avesse il mio nome nei titoli di coda, dopo tutto.
No, non può essere.

-Non hai un milione di dollari.

E quando lo dico soffia una brezza e torno a chiudere gli occhi per sentire la benedetta aria. Oh sì, il paradiso ha un nome.

-Posso pagare in natura.

Il cuore mi fa una capriola. " In natura" può essere molte cose ma " in natura" detto con quel tono di voce può essere solo una cosa.
Stava pensando a me?!
La possibilità è sconvolgente. Ma incoscientemente, incrocio le gambe e cerco un poco di frizione che dia un poco di sollievo a questa tensione agonizzante.
Quello che abbiamo è così intenso che sta incominciando a non essere sano.
Qualcosa deve succedere prima o poi.

-Per il valore di un milione di dollari? Lo dubito.

Una sfida. Mulder, accettala o smettila di torturarmi. Che farai?

-Non sottovalutarmi, Scully

Un'inaspettata ondata di calore mi sale verso il viso. Sono una bomba nucleare. Voglio quest'erezione e la voglio ora. Non dentro dei pantaloni, dove non posso sentirla. La voglio a mia disposizione. La voglio dietro di me, provando se sono pronta per una prima spinta. La voglio che scivola dentro la bocca, bruciando nella gola. La voglio che ubbidisce ad ordini, maledizione.

-Non mi verrebbe mai in mente.

Faccio molte cose con Mulder ma mai, e dico mai, l'ho sottovalutato.
In nessun senso.
Il traffico avanza e noi con lui.

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