Le fanfic di X-Files

Santa Clavos

Mulder e Scully, il Natale ed un aereoporto
Autore: Irati
Pubblicata il: 24/09/2009
Tradotta da: Angelita
Rating: G, per tutti
Genere: UST, MRS/RSM, VIGNETTE
Sommario: Mulder e Scully, il Natale ed un aereoporto
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- Sì, mamma - Annuisce, ripetute volte. Si sente colpevole, anche se realmente non ne ha motivo perché non è lei chi ha deciso di far ritardare l’aereo o ha provocato una tempesta di neve a Seattle - Anche a me dispiace, mamma - E anche se l’idea di passare una serata cenando con Bill e Tara e gli sguardi di suo fratello che censurano il suo modo di vivere non la rendono felice, è vero che è dispiaciuta. - Io anche ti voglio bene, mamma.

Riattacca.
L’aeroporto è quasi vuoto.
Nella coda della sua compagnia aerea qualcuno che non ha la colpa della tempesta, nè ha colpa che abbiano chiuso l’aeroporto ma che ha la colpa di aver cambiato il volo del mattino con un volo del pomeriggio che non è mai partito, cerca di convincere l’hostess che dia loro due stanze nell’hotel vicino all’aeroporto. Nello stesso hotel.
Non ha molta fortuna. Gli hotel sono pieni. Offrono loro una stanza al Merriott ed una stanza allo Sheraton.
Utilizza le sue migliori armi - il sorriso affascinante, i modi squisiti - ma l’hostess è fatta di amianto e resiste.

- Se volete due stanze, deve essere in due hotel diversi.

Mulder sospira, ci tenta con l’ultima risorsa che gli rimane. L’espressione di cane bastonato. L’hostess non si scompone. L’hostess - Scully ha deciso - è una replicante aliena. Dopo tutto è lei che è rimasta senza la cena del 24 ed ha deluso ancora una volta - e con questa sono un milione - sua madre ed è per colpa di Mulder e ciò malgrado, lo sguardo da cagnolino sta funzionando con lei. Mulder porta il cappotto, un’ombra di barba, si strofina il setto nasale, gli brilla lo sguardo per la stanchezza e la cosa peggiore di tutte. Porta gli occhiali.
Li porta dalla colazione.
Scully si era arrischiata a chiedere in merito.

Aveva detto, "Mulder, porti gli occhiali?"

Tutta la risposta era stata "lentine nuove, allergia" ed era passato a controllare il caso divorando uova strapazzate e quattro bicchieri di succo di frutta.

Scully si era fermata dal commentare qualcosa come "non sapevo che portassi le lentine"

Dalla colazione non aveva smesso di guardarlo. Se n’era dovuto accorgere. Ma se se n’è accorto, non dice niente. Si limita a sporgere ripetutamente il labbro inferiore. Labbro ed occhiali, è troppo. E’ già la vigilia ed ha già regali di Natale?

- Dovremo andare in hotel diversi - protesta. Il labbro inferiore sporge tanto, in un modo così insinuante che dovrebbero arrestarlo lì per molestie con pericolo di morte.

Scully anticipa l’hostess.

- Ci dia una stanza nell’hotel che sta più vicino.

Se Fox Mulder fosse un cartone animato, il cartone animato più sexy della storia, gli cadrebbe la mandibola e sbatterebbe a terra. Tarda un bel po’ ad assimilarlo. Apre e chiude le labbra, come un pesce fuori dell’acqua e senza ossigeno e prima di finire di domandare "hai detto quello che credo che tu abbia detto?", Scully si limita a raccogliere i biglietti, indicare l’albero di Natale che adorna l’ingresso - un abete enorme, mal decorato, mostruoso, con un angelo in cima.

- È Natale.

È tutto quello che dice prima di uscire diretta all’hotel.
Tarda un paio di secondi ma dopo Mulder la segue senza dire niente. Ha gli occhiali leggermente appannati e sembra che abbia appena recuperato la sua fede in Santa Claus. Mormora qualcosa che rassomiglia sospettosamente a "oh oh oh oh"
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