Le fanfic di X-Files

Come fiocchi di neve

Natale a Central Park
Autore: Rain
Pubblicata il: 25/09/2009
Tradotta da: Angelita
Rating: G, per tutti
Genere: UST, MRS/RSM, VIGNETTE
Sommario: Natale a Central Park
Note sulla fanfic: Fa parte della serie di mini ff richieste. La prima richiesta è su Mulder e Scully che passeggiano alla fine dell’anno per New York, dopo Redux per festeggiare la regressione del cancro di Scully. C’è stata una richiesta speciale per il finale, ho tenuto fede ad essa …forse un poco a modo mio come diceva Frank Sinatra.

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Scully non pattinerà sul ghiaccio. Per quante volte glielo chieda Mulder, che insista che pagherà lui, che lo reclami come regalo di Natale e che molli quel:

- Per una cosa che ti chiedo.

Ma si lascerà andare ad un mezzo sorriso ed a rimanere con la bocca socchiusa guardandolo con ironia. Giusto nel modo che sa fare lei, giusto nel modo che affascina lui.

Preferisce passeggiare per il Central Park, così che lo fanno. Mulder si è proposto che faranno tutto quello che lei vorrà per un giorno, anche se non gliel’ha detto. Preferisce semplicemente farlo. Per tutti i giorni che non è stato così. Non salderà il conto, ma sarà bello. Muore dalla voglia di fare qualcosa di bello con Scully.

Lei non lo comprende molto bene: non ho molto chiaro cosa fanno il 22 dicembre a New York, né il perché di quel" Giacché siamo qui, perché non rimaniamo un giorno in più e visitiamo la città?"

Era rimasta sorpresa, in fin dei conti tutti e due conoscevano la città, il caso era risolto e non aveva mai osservato in Mulder un interesse speciale per i festeggiamenti natalizi. Ma aveva accettato, in parte perché non le era sembrata un’idea così cattiva in giorno di festa con Mulder prima di andare a casa di suo fratello e in parte perché da piccola l’aveva sempre affascinata la possibilità di passare il Natale a New York e passeggiare per tutti i posti brillanti e bellissimi che apparivano per televisione.

Non ricordava che l’anno precedente l’aveva raccontato a Mulder.

Ma lui sì che lo ricordava.

Sta incominciando ad imbrunire e fa sempre più freddo. Nevicherà, prima o poi. Mulder si tira su il collo del cappotto e pensa che il parco deve essere più bello in primavera, anche se in inverno ha il suo fascino, più triste, più freddo ma forse più magico.

Passeggiano da un’ora in silenzio, senza meta. Se non fosse perché Scully ha un sorriso costante, proporrebbe un altro posto o, solamente, un tema di conversazione. Cerca di trattenersi, ma non è precisamente il suo forte, in modo che finisce per domandarglielo.

- Cosa pensi?

Lei si ferma e lo guarda, esitando.

- Al...vero valore delle cose, credo. Stavo pensando che il parco deve essere più bello in primavera, ma anche così ha il suo fascino. Bene, non è una cosa così strana- continua, al vedere la sorpresa negli occhi di Mulder.

- No, sembra di no. Ma, perché il vero valore delle cose?

Scully si stringe nelle spalle. Non può riassumere tutto quello che ha pensato sull’ essere ancora viva, su questa strana tradizione che hanno adottato di salvarsi la vita vicendevolmente di tanto in tanto, su quanto significhi per lei, più in là dei fatti, più in là dell’essere viva, di esserlo grazie a lui.

- Non so, pensavo che... le cose non sempre si mostrano completamente, non sempre possiamo vedere quello che guardiamo, quello che possono arrivare ad essere, tutte le possibilità. A volte, perfino sapendolo, non lo hai chiaro, non lo vedi. Altre, non vedi quanto sono importanti pensando che potrebbero essere diverse. Come il parco.

- Non si da valore a quanto possa essere bello in inverno perché lo sarà di più in primavera e, allo stesso tempo, non si è coscienti di quanto lo sarà in primavera perché ora non lo è?

- Qualcosa di simile.

Fiocchi di neve iniziano a cadere. Scully guarda verso l’alto, ancora con quel sorriso che, a dire il vero, è un poco triste, ma ha il suo fascino.

Mulder sa che non sta parlando di parchi e muore dalla voglia di sapere di cosa, con sicurezza, non dubitando come ora.

Muore dalla voglia anche di baciarla. Solo in questo momento, solo un poco. Entrare in quel sorriso, avere un posticino in lei, un istante, come questi fiocchi di neve che cadono, si sciolgono, e scivolano e sono raccolti, accolti, tra le sue labbra.

Guarda in alto, i rami nudi davanti al cielo nuvolo, bianco, e i fiocchi che si gettano su di loro. La visione gli da leggermente le vertigini ma molto meno di quella precedente.

- Non hai mai avuto questa sensazione, Mulder, non hai mai sentito che non stavi dando valore alle cose, e allo stesso tempo, che non ti permettevi di vedere fino a che punto potevano essere diverse, chissà anche migliori?

La sua voce suona, dolce, vicina, sembra parte di un sogno ma parla della sua realtà, di quello che lui affronta ogni giorno.

- Certamente, costantemente.

- Credo che ora ne sono più cosciente, che non si debba aspettare che succeda qualcosa di terribile per rendersi conto di ciò che importa veramente.

Si guardano di nuovo, la neve cade tra tutti e due come una cortina morbida, facile da scostare. E Mulder l’attraversa, cade, come i fiocchi, sul sorriso di lei, per avere un posto in lei, si scioglie, scivola ed è accolto.

- C’era il vischio su quel ramo- dice in risposta allo sguardo, tra sorpreso e sognatore, di Scully- in primavera non l’avrei visto.

Lei continua a sorridere, solo senza tristezza di fondo.

- E’ strano, ho sempre creduto che rifiutavi le tradizioni natalizie.

- Non è il Natale ciò che sto festeggiano. In effetti- dice in un sussurro avvicinandosi al suo orecchio- il vischio è una bugia.

Camminano abbracciati sotto la neve per il Central Park che, senza dubbio, sarà più bello in primavera ma che anche in questo primo giorno d’inverno ha il suo fascino.

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