Le fanfic di X-Files

Pioggia di Novembre

Scully affronta il rapimento di Mulder...Krycek l'osserva..
Autore: Rain
Pubblicata il: 25/09/2009
Tradotta da: Angelita
Rating: PG-13, vietata ai minori di 13 anni
Genere: ANGST, MRS/RSM
Sommario: Scully affronta il rapimento di Mulder...Krycek l'osserva..
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A volte Alex Krycek dimentica che esistono cose che gli piacciono.

Non è che siano molte ma ce ne sono, solo che la sua vita, il suo genere di vita, rende difficile e poco utile pensarci. Preferisce goderne direttamente quando ne ha l’occasione. Il pensare lo lascia per le cose utili, continuare a vivere e cose simili.

A dire il vero, e possibilmente a causa di quello, a Krycek piacciono le cose che può avere senza grandi sforzi: Ci sono i donuts ripieni di crema al cioccolato per primo, la vodka, la musica di Leonard Cohen, le gambe lunghe che finiscono in una minigonna, il sesso in generale, i letti, se è possibile accompagnati da un ambiente sicuro ed un buon sistema di riscaldamento, il caffè da portar via, fare la doccia senza fretta, l’odore della pioggia…Cose delle quali spesso ha dovuto fare a meno.

Ma questa notte di novembre è di guardia.

Il lato buono del sorvegliare è che può avere molte di queste cose che gli piacciono. Si è sistemato nel piano di fronte a quello di Mulder ed ha un’enorme scatola di donuts, quattro caffè e un microonde, riscaldamento, fuori piove. Vorrebbe una ragazza dalle lunghe gambe sotto la cui minigonna mettere la mano lentamente ma il lavoro è lavoro: per questo non c’è nemmeno la vodka. Ma gli piacerebbero tutte e due le cose, non importa in che ordine.

La cosa peggiore del sorvegliare e che da molto tempo per pensare a tutto ciò che uno non ha, soprattutto se è così noioso come stanotte. Perché Scully risulta molto noiosa ultimamente.

Scully non può dormire, lo sa malgrado si muova appena. Può sentire i suoi singhiozzi di tanto in tanto. Sa che il rapporto di oggi dirà la stessa cosa di tutti quelli dell’ultima settimana: “ Non dorme, piange”

Niente altro. A questo si è ridotta.

Oltre le cose, ci sono persone che piacciono a Krycek, ma questo è qualcosa a cui pensa ancora di meno. Non ce ne sono state molte, considera che esistono pochissimi esseri umani che meritino un poco la pena. Forse uno ogni cento, forse meno. Senz’altro lui non ne ha incontrati molti, meno che mai negli ultimi anni: gli ultimi anni sono stati una vera sfilata di stupidi e bastardi, al cinquanta per cento. Non ce ne sono altri. Anche se ci pensasse di più, Krycek è sicuro che gli avanzerebbero le dita della sua unica mano per contare le persone che rispetta.

E gli da abbastanza fastidio che una di queste sia Scully.

La noiosa Scully che piange sul letto di Mulder.

Krycek ha sempre considerato un’ingiustizia dovuta ai pregiudizi sociali che si dia tanta importanza alla maledetta sindrome di Stoccolma ma nessuno parla di quello che succede a lui, l’attaccarsi a chi si spia.

Perché è terribilmente fastidioso.

Si era attaccato anche a Mulder a suo tempo, ma non era la stessa cosa. Mulder era una maledetta falena che sbatteva continuamente contro il vetro ed uno pensa che bisogna essere imbecilli ma allo stesso tempo sente una certa pena. Dal punto di vista della sorveglianza, Mulder poteva arrivare ad essere divertente più che interessante. La sua vita era un cumulo di precauzioni stupide, paranoia, cibo veloce, basket, controllo di rapporti che non interessavano a nessuno, film porno, chats su fenomeni paranormali ed interessanti conversazioni con Scully.

Scully era un’altra cosa. Più interessante e meno divertente. Sembrava adorare la tranquillità al di sopra di ogni altra cosa, musica dolce, vecchi film, libri ed ancora libri, lunghi bagni…a quali Krycek aveva finito per affezionarsi.

No, Scully non era il suo tipo, ma la sorveglianza è noiosa ed era sempre più gradevole vedere Scully farlo che vedere Mulder. Un peccato quell’abitudine di riempire la vasca di schiuma…

Ma ora non lo faceva più . Ora si avvolgeva solo in quelle coperte, prendeva la camicia di Mulder e l’odorava. Niente più, nemmeno un poco. Ed a Krycek, anche se non ci poteva credere, faceva pena.

La prima cosa che ricordava di Scully erano gli aggettivi pronunciati dal Fumatore: Intelligente, competente, fidata. La seconda, Scully attraverso gli occhi di Mulder, la maniera in cui cercava di non parlare di lei, come se fosse troppo buona per essere nominata, i suoi occhi dopo che aveva parlato con lei a telefono. Se non fosse stato perché non si addiceva alla sua immagine di povero stupido principiante gli avrebbe chiesto perché non se la portava a letto e basta e smetteva di sbavare come un imbecille.

Sei anni dopo si avvicinava a capirlo.

Quando conobbe Scully gli sembrò più la prima cosa che la seconda: Intelligente, competente, fidata, la lealtà fatta donna. Sorvegliarla non arrivò mai a cambiare troppo la sua visione su di lei, ma vederla giorno dopo giorno aiutava a capire che diavolo era ciò che metteva quell’espressione negli occhi di Mulder al parlare di lei.

Aveva qualcosa, qualcosa di speciale, qualcosa che si vedeva solo dopo averla guardata per molto tempo, come quelle immagini che ti mettono davanti nei test psicologici.

La verità era che gli piaceva guardarla. Non era da lui pensare ai perché, era già abbastanza una rottura che succedesse. Il suo modo di camminare evitando i mobili, il suo viso inespressivo affacciato ala finestra, la sua fretta a mattino, il modo in cui si toglieva le scarpe e metteva i piedi sul tavolo dopo un giorno di lavoro, il suo sorriso soddisfatto che emergeva da un bagno di schiuma.

No, non era il suo tipo, ma Mulder gli sembrava meno stupido da quando aveva incominciato a sorvegliarla. Aveva almeno saputo scegliere una cosa in vita sua.

Anche se solo per distruggerla.

Ora Scully era un piccola palla piangente che voleva dormire per il bene del bambino che aveva dentro ma aveva paura di farlo perché temeva gli incubi.

Stava veramente male, peggio che mai.

Non sapeva se ce l’avrebbe fatta. Nessuno lo sapeva. C’erano discussioni sull’argomento. Naturalmente, lui era solo un guardone, nessuno avrebbe mai chiesto la sua opinione a rispetto, ma era disposto a scommettere che sì, che Scully ce l’avrebbe fatta. Gli piaceva pensare che quella cosa che rassomigliava un poco alla preoccupazione aveva solo a che vedere con l’orgoglio d’avere ragione.

Come gli piaceva pensare che quella cosa strana che sentiva per lei aveva a che vedere con il fatto che entrambi erano sopravvissuti. Stili diversi, ma stessa arte.

Scully si sforzava di sopravvivere. Il suo metodo era semplice e abbastanza sbagliato, dal punto di vista di Krycek: Speranza. Scully stava solo aspettando che Mulder tornasse. Nella sua casa, nel suo letto. Si afferrava a lui, al suo ricordo, al suo odore. Si sosteneva come se avesse paura di muoversi di lì, caso mai si fosse perduta il ritorno a quel mondo in cui Mulder la circondava con le braccia nello stesso letto che ora ha solo tracce del suo odore.

Sempre meno. Krycek è sicuro che il letto odora di lei.

E che dovrebbe andare da uno psichiatra per i pensieri che gli hanno appena attraversato la mente: quello di mettersi in quel letto e quello di “ Oh, povera Scully!”

Prende un'altra tazza di caffè. Gli manca il lavoro sul campo ma nemmeno è così male questa vita, almeno di tanto in tanto. Ora cambierà, sa molto bene che è solo questione di tempo, forse non molto, prima che tutto scoppi. Ma non ci vuole pensare. Non gli piace l’idea del futuro: tutte le scelte sono cattive scelte.

S concentra su quello che succede, per quanto sia poco, per non pensare Il respiro di Scully si può sentire se alza il volume dei microfoni, è gradevole. Gli si chiudono gli occhi. Da un veloce sorso al caffè e si alza per andare nel bagno a rinfrescarsi.

Allora la sente gridare il suo nome nel cuore della notte, “ Mulder!”, corre verso il monitor e la vede che si solleva nel letto e si porta una mano al ventre.

-Perché non hai scelto di avere un’altra vita?- mormora senza rendersene conto.

La domanda è assurda, non solo per il fatto che non gli dovrebbe importare ma perché lo sa: non ha mai avuto un’opportunità, come Mulder, come lui. La notte è difficile, molto difficile perché non può evitare di pensarci. Questa donna è stata manipolata continuamente e, quando non potevano manipolarla in un senso, cambiavano i piani per manipolarla in un altro. Non poterono fare di lei una spia, divenne un’alleata e semplicemente, ne approfittarono. Non importava quanti giri facesse il destino, non importava quante volte lei pigliasse una decisione, loro finivano per trarre profitto da lei. Come da lui, come da tutti.

Scully si alza e si dirige verso la finestra. Cammina piano, con la camicia in mano. Si appoggia contro la finestra e rimane quieta, guardando fuori, seguendo con le dita le gocce sul vetro.

Lascia il monitor e la guarda attraverso la finestra. Solo la luce dell’acquario ed i lampioni. Una donna che guarda fuori.

- Non smettere mai di credere in un miracolo- dice lei improvvisamente.

Non c’è speranza sul suo volto, solo uno sguardo vuoto.

- Non ci credi più , vero?- sente dire a se stesso.

Appoggiato contro il vetro l’osserva. Non vuole pensarci, ma ha smesso di essere una sorveglianza, ha smesso di essere il suo lavoro. La noiosa Scully è tutto quello che vuole vedere in questi momenti, questa donna comune che guarda la strada e sente una mancanza. Quella che ancora non ha capito che l’unica cosa che puoi desiderare nella vita è caffè, donuts, musica, vodka, sesso…Ciò che è facile. Quello che sempre potrai avere, prima o poi.

Finalmente fa un movimento, dopo alcuni minuti affonda il viso nella camicia di Mulder e piange.

Ora è lui che segue con le dita le gocce sul vetro…o forse non è questo, forse sono altre che pretende di cancellare.

- Tornerà, solo che forse questo non ti sembrerà una così buona idea,

Scully guarda per un istante in alto, cercando qualcosa a cui afferrarsi, qualcosa che Krycek sa che non esiste.

- Non smettere mai di credere in un miracolo-ripete lentamente- Tornerà ma non ti piacerà, miracolo a parte.

Decisamente ha bisogno di quella vodka, ha bisogno di uscire di lì, bere ed incontrare qualcuno, qualcuno che sia solo qualcuno. E lo farà, quando sarà giorno, quando arriverà il rilievo, quando potrà, perché deve distogliere lo sguardo da Scully.

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