Le fanfic di X-Files

Questione di fiducia

Post Amor Fati
Autore: SpookyGilly
Pubblicata il: 25/09/2009
Tradotta da: Angelita
Rating: NC-17, vietata ai minori di 17 anni
Genere: MRS/RSM, VIGNETTE
Sommario: Post Amor Fati
Note sulla fanfic:

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Sente un animaletto nervoso nello stomaco. L’anticipazione di qualcosa di buono. Saliva più del normale perché lo sta godendo. Prima che arrivi. Ricordandone il sapore e la consistenza. L’ebollizione del piacere che provoca nello stomaco. L’ansia in tutto l’organismo. Oggi è stato un giorno particolarmente duro. Soprattutto settimane particolarmente dure. Quasi due anni di tensione.

Prima la comparsa, come la chiamava Gibson, dell’”altra”. Gelosia. Dubbi. Può ancora sentire l’odore della sua gelosia e può ancora sentire il solletico sulle labbra quando Mulder era stato sul punto di baciarla. Lei. Non qualche altra. Ma non l’aveva fatto e poi era venuto il resto. Il dolore. La mancanza di fiducia. La coscienza che “l’altra” lo trascinava nel suo terreno e otteneva quello che lei non aveva mai ottenuto. Farlo suo.

L’odore invade le sue fosse nasali quando svita il coperchio e toglie la carta d’alluminio che sta sotto. Aspira profondamente. Non può pensare a nessun’altra cosa che gradisca di più e sa che in realtà ci sono cento cose che preferirebbe stare facendo al posto di questa.

Dopo, tutto era passato in fretta. Cospirazione. Tradimenti. Atti d’amore. Per quanto le faccia male pensarlo sa che ha trovato Mulder grazie ad un atto d’amore. E un paio d’ore prima, nel suo appartamento, ha capito che lui non l’amava. “ lei era tua amica”. Sapeva che era molto di più ma Mulder non aveva pianto nè era crollato. L’aveva solo abbracciata.

Ha deciso che poiché sta per dimenticare la sua dieta per alcuni momenti l’ideale è dimenticarla alla grande. Distribuisce tre fette di pane lungo il tavolo. E’ pane integrale, ma servirà.

Ero andata a cercarlo. Avevo pianto quando credeva d’averlo perso. Lui aveva aperto gli occhi e si era avvicinato. Si era torturata nel credere che l’avrebbe baciata. Come l’aveva tentato poco tempo prima. E per la seconda volta si sarebbe lasciata baciare. Come sempre. Ma lui si era avvicinato per abbracciarla. Con una benda macchiata di sangue in testa. Su un tavolo operatorio incredibilmente freddo ed inumano.

Quando affonda il coltello nel barattolo di crema di cioccolato tira fuori la lingua. Solo un poco. Abbastanza per inumidirsi le labbra. La crema è sciolta e scivola sul pane a cassetta con una dolcezza sorprendente.

Dopo una telefonata. Skinner. L’avevano trovata nel suo appartamento. Assassinata. L’agente Diana Fowley dell’FBI. Non le aveva dato dettagli, ma le aveva chiesto se lei si sarebbe incaricata di farlo sapere a Mulder.” Stavo per andare a trovarlo, signore”. Tremava quando aveva riattaccato il telefono e non sapeva il perchè. Sentiva una strana pena in fondo, ed un leggero sentimento di sollievo che annebbiava tutti gli altri sentimenti.

L’unica cosa che vuole è mettere il dito nel barattolo. Solo un poco. E poterlo leccare dopo. Ma sa che il sapore del cioccolato insieme al pane sarà meraviglioso e non vuole rubare questo piacere ai suoi sensi. Il primo contatto della sua lingua con il cioccolato, sarà quando avrà finito di spalmare le sue tre fette di pane in un unico ed ineguagliabile panino triplo.

Mulder ed il suo berretto dei Nicks. Stava per dirglielo e lui l’aveva anticipata. Albert Hostein. Non ci poteva credere. Poi era toccato a lei. Diana Fowley. Si erano abbracciati. “Tu sei la mia costante”. “La mia pietra di paragone”. Non credeva che fosse possibile, ma Mulder la faceva sentire la persona più importante sulla faccia della terra. E poi stava lì. Di nuovo. Quel bacio che fluttuava tra loro. Quello che non si erano mai dati.

Quando finisce di unire le tre fette se ne rende conto. Un poco del cioccolato è caduto sulla mano. Tra il medio e l’indice. Lo guarda. E pensa no. Che vuole mordere il pane insieme al cioccolato per la prima volta. Ma è intenso. I suoi sensi esplodono e quasi sente l’odore della goccia di cioccolato dalla sua altezza.

“ Tu eri mia amica”. Così che lo aveva baciato. Ma in fronte. Un bacio troppo passionale per significare rispetto. Poi non aveva potuto evitarlo. Aveva abbassato le mani lungo il suo viso. Gli aveva accarezzato le labbra con i pollici. E le aveva sentite. Carnose. Morbide. Sotto la punta delle dita. C’era stata più intimità tra loro in questi ultimi giorni che negli ultimi anni. Così che se n’era andata via. Perchè se fosse rimasta non sapeva quello che avrebbe potuto fare.

La lingua sparisce sulla sua mano e si vergogna al rendersi conto di un piccolo dettaglio.

In realtà lo sapeva. Per questo era andata via.

Questo è la cosa più simile al sesso che ha avuto negli ultimi anni. Escludendo i quasi baci di Mulder. Chiaro. Il sapore del cioccolato invade tutto il suo corpo, perchè alla fine non ha potuto resistere. Dana Scully allo stato puro. Succhia e lecca il posto dove già non c’è più traccia di cioccolato. Ma sente che sta ancora lì. Il sapore nascosto delle nocciole. L’unione diretta dello zucchero con le sue vene. Il sapore peccaminoso e l’eccitante naturale.

Le porte dell’ascensore si erano chiuse e aveva sentito un solletico vivo in tutte le parti del corpo. Nelle più nobili e anche nelle meno nobili. Non sapeva che cosa erano. In quale punto si trovavano. Se esisteva un punto speciale per loro. Ma sapeva che erano sempre di più. Di qualsiasi cosa. Molto di più.

Quando riesce a separarsi dalla pelle della sua mano, si rende conto che l’ha lasciata arrossata. Non importa. Ora viene il buono. Prende il triplo panino di pane a cassetta tra le mani. Morbido. Dolce. E lo morde. Il giusto per riempirsi la bocca ed esplodere con il suo sapore. Alcune gocce di cioccolato sgocciolano quando lei lo stringe e la sua lingua le cattura. Cacao. Nocciole. Zucchero. Quello che si conosce. Quello che s’intuisce. Quello che si sente.

E’ che in fondo, tutto era una questione di fiducia.

Sente un animaletto nervoso nello stomaco. L’anticipazione di qualcosa di buono. Saliva più del normale perché lo sta godendo. Prima che arrivi. Ricordandone il sapore e la consistenza. L’ebollizione del piacere che provoca nello stomaco. L’ansia in tutto l’organismo. Oggi è stato un giorno particolarmente duro. Soprattutto settimane particolarmente dure. Quasi due anni di tensione.

Prima la comparsa, come la chiamava Gibson, dell’”altra”. Gelosia. Dubbi. Può ancora sentire l’odore della sua gelosia e può ancora sentire il solletico sulle labbra quando Mulder era stato sul punto di baciarla. Lei. Non qualche altra. Ma non l’aveva fatto e poi era venuto il resto. Il dolore. La mancanza di fiducia. La coscienza che “l’altra” lo trascinava nel suo terreno e otteneva quello che lei non aveva mai ottenuto. Farlo suo.

L’odore invade le sue fosse nasali quando svita il coperchio e toglie la carta d’alluminio che sta sotto. Aspira profondamente. Non può pensare a nessun’altra cosa che gradisca di più e sa che in realtà ci sono cento cose che preferirebbe stare facendo al posto di questa.

Dopo, tutto era passato in fretta. Cospirazione. Tradimenti. Atti d’amore. Per quanto le faccia male pensarlo sa che ha trovato Mulder grazie ad un atto d’amore. E un paio d’ore prima, nel suo appartamento, ha capito che lui non l’amava. “ lei era tua amica”. Sapeva che era molto di più ma Mulder non aveva pianto nè era crollato. L’aveva solo abbracciata.

Ha deciso che poiché sta per dimenticare la sua dieta per alcuni momenti l’ideale è dimenticarla alla grande. Distribuisce tre fette di pane lungo il tavolo. E’ pane integrale, ma servirà.

Ero andata a cercarlo. Avevo pianto quando credeva d’averlo perso. Lui aveva aperto gli occhi e si era avvicinato. Si era torturata nel credere che l’avrebbe baciata. Come l’aveva tentato poco tempo prima. E per la seconda volta si sarebbe lasciata baciare. Come sempre. Ma lui si era avvicinato per abbracciarla. Con una benda macchiata di sangue in testa. Su un tavolo operatorio incredibilmente freddo ed inumano.

Quando affonda il coltello nel barattolo di crema di cioccolato tira fuori la lingua. Solo un poco. Abbastanza per inumidirsi le labbra. La crema è sciolta e scivola sul pane a cassetta con una dolcezza sorprendente.

Dopo una telefonata. Skinner. L’avevano trovata nel suo appartamento. Assassinata. L’agente Diana Fowley dell’FBI. Non le aveva dato dettagli, ma le aveva chiesto se lei si sarebbe incaricata di farlo sapere a Mulder.” Stavo per andare a trovarlo, signore”. Tremava quando aveva riattaccato il telefono e non sapeva il perchè. Sentiva una strana pena in fondo, ed un leggero sentimento di sollievo che annebbiava tutti gli altri sentimenti.

L’unica cosa che vuole è mettere il dito nel barattolo. Solo un poco. E poterlo leccare dopo. Ma sa che il sapore del cioccolato insieme al pane sarà meraviglioso e non vuole rubare questo piacere ai suoi sensi. Il primo contatto della sua lingua con il cioccolato, sarà quando avrà finito di spalmare le sue tre fette di pane in un unico ed ineguagliabile panino triplo.

Mulder ed il suo berretto dei Nicks. Stava per dirglielo e lui l’aveva anticipata. Albert Hostein. Non ci poteva credere. Poi era toccato a lei. Diana Fowley. Si erano abbracciati. “Tu sei la mia costante”. “La mia pietra di paragone”. Non credeva che fosse possibile, ma Mulder la faceva sentire la persona più importante sulla faccia della terra. E poi stava lì. Di nuovo. Quel bacio che fluttuava tra loro. Quello che non si erano mai dati.

Quando finisce di unire le tre fette se ne rende conto. Un poco del cioccolato è caduto sulla mano. Tra il medio e l’indice. Lo guarda. E pensa no. Che vuole mordere il pane insieme al cioccolato per la prima volta. Ma è intenso. I suoi sensi esplodono e quasi sente l’odore della goccia di cioccolato dalla sua altezza.

“ Tu eri mia amica”. Così che lo aveva baciato. Ma in fronte. Un bacio troppo passionale per significare rispetto. Poi non aveva potuto evitarlo. Aveva abbassato le mani lungo il suo viso. Gli aveva accarezzato le labbra con i pollici. E le aveva sentite. Carnose. Morbide. Sotto la punta delle dita. C’era stata più intimità tra loro in questi ultimi giorni che negli ultimi anni. Così che se n’era andata via. Perchè se fosse rimasta non sapeva quello che avrebbe potuto fare.

La lingua sparisce sulla sua mano e si vergogna al rendersi conto di un piccolo dettaglio.

In realtà lo sapeva. Per questo era andata via.

Questo è la cosa più simile al sesso che ha avuto negli ultimi anni. Escludendo i quasi baci di Mulder. Chiaro. Il sapore del cioccolato invade tutto il suo corpo, perchè alla fine non ha potuto resistere. Dana Scully allo stato puro. Succhia e lecca il posto dove già non c’è più traccia di cioccolato. Ma sente che sta ancora lì. Il sapore nascosto delle nocciole. L’unione diretta dello zucchero con le sue vene. Il sapore peccaminoso e l’eccitante naturale.

Le porte dell’ascensore si erano chiuse e aveva sentito un solletico vivo in tutte le parti del corpo. Nelle più nobili e anche nelle meno nobili. Non sapeva che cosa erano. In quale punto si trovavano. Se esisteva un punto speciale per loro. Ma sapeva che erano sempre di più. Di qualsiasi cosa. Molto di più.

Quando riesce a separarsi dalla pelle della sua mano, si rende conto che l’ha lasciata arrossata. Non importa. Ora viene il buono. Prende il triplo panino di pane a cassetta tra le mani. Morbido. Dolce. E lo morde. Il giusto per riempirsi la bocca ed esplodere con il suo sapore. Alcune gocce di cioccolato sgocciolano quando lei lo stringe e la sua lingua le cattura. Cacao. Nocciole. Zucchero. Quello che si conosce. Quello che s’intuisce. Quello che si sente.

E’ che in fondo, tutto era una questione di fiducia.

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