#8X19 Alone - Soli

#8X19 Alone - Soli
di Frank Spotnitz
diretto da Frank Spotnitz


Assegnato ad un nuovo partner mentre Scully è in maternità, Doggett indaga sulla misteriosa scomparsa di due uomini. Prima di scomparire lui stesso, Mulder non si cura degli ordini ricevuti e si mette alla sua ricerca.
In una piccola casa ad Ellicot, NY, Gary Sacks assiste suo padre malato Arlen. Gary va in cucina, ed Arlen viene colto dal panico quando vede qualcosa sul soffitto. Gary sente il suono del monitor cardiaco che segnala il cessato battito nell'altra stanza e vede che suo padre è scomparso dalla sedia a rotelle. Gary lo cerca e sente un suono sibilante. Improvvisamente, una enorme faccia di rettile si lancia verso di lui, e viene spruzzato con del veleno.

All'FBI, Scully libera la sua scrivania preparandosi ad entrare in maternità. Trova degli oggetti che le ricordano i casi passati, e dà a Doggett il medaglione commemorativo dell'Apollo 11 che le era stato regalato da Mulder (nell'episodio #4X17 Tempus Fugit - Tempus Fugit (1/2)). Il medaglione simboleggia il lavoro di squadra e l'affiatamento, e ringrazia Doggett per il suo aiuto nell'anno passato. Esce dall'ufficio. Poco dopo, entra l'agente Leyla Harrison, è stata assegnata come partner di Doggett agli X-Files durante la maternità di Scully. La Harrison, una grande sostenitrice del lavoro di Mulder e Scully, è eccitata all'idea di lavorare su un X-File ed accompagna Doggett ad esaminare la scena del crimine presso la casa dei Sacks. Ci sono alcuni resti di una sostanza bavosa nella casa e nelle vicinanze del luogo dove è stato ritrovato il corpo di Arlen. Basandosi sullo studio dei passati casi di Mulder e Scully, la Harrison salta immediatamente a strampalate conclusioni sulla natura della sostanza. Doggett demolisce le sue teorie. 

Doggett vaga da solo verso una villa deserta, vicina alla scena del crimine e, dopo essere entrato, su una scrivania trova un libro sulla Sesta Estinzione. Sente un rumore ed estrae la propria arma, ma trova solo l'agente Harrison. Le dice che "l'essere" è qui e le ordina di aspettare fuori. Un colpo d'arma da fuoco viene esploso all'esterno, e Doggett cerca l'agente Harrison, ma è scomparsa. Va nei boschi vicini e cade accidentalmente in una botola sul terreno. Si ritrova in una sorta di cantina di vini sotterranea. 

Mulder assiste Scully mentre va al corso prenatale. Lei ammette di sentirsi come se avesse abbandonato il suo lavoro. Mulder la assicura che Doggett può cavarsela anche da solo. Skinner, nel frattempo, guida un gruppo di agenti alla ricerca di Doggett. Scully è preoccupata, ed esprime il desiderio di ritornare al lavoro per aiutare nelle ricerche. Compie un'autopsia sul corpo di Arlen Sacks e scopre che la sostanza sul suo corpo è in realtà del veleno che è stato spruzzato da un rettile. Mulder cerca di convincerla a smettere di lavorare mentre lui decide di iniziare la propria indagine. 

Nel covo sotterraneo, Doggett si chiede cosa abbia prodotto un guscio vuoto con la forma di una testa di un cane, quando vede qualcosa oltrepassarlo muovendosi rapidamente. Una creatura simile ad un serpente gigante, lo attacca e gli spruzza del veleno negli occhi. Con la vista danneggiata, Doggett spara alla cieca verso la creatura, che cerca di fuggire. La Harrison sente i suoi colpi di pistola e trova Doggett. Anche i suoi occhi sono malconci, ma lo porta dal malandato corpo di Gary Sacks. Mulder arriva sulla scena del crimine mentre Skinner sta spostando la ricerca da un'altra parte. Mulder, non più agente dell'FBI, si dirige all'interno del bosco per proprio conto e trova per caso la villa. Vede qualcosa nel giardino e lo raccoglie, ma viene sorpreso da Herman Stites che afferma di essere il proprietario. Mulder gli chiede se ha visto un rettile e l'uomo si irrita per qualsiasi accusa. Mulder va via e non vede Doggett, che si è arrampicato fino ad una grata e chiama da sotto Stites. "Ho bisogno di una mano", implora verso Stites, che ignora la richiesta. Stites posa la scarpa sulla mano di Doggett, e l'agente cade di nuovo giù nella cantina. Doggett e la Harrison sentono Stites richiudere la botola. Scoprono quindi che il corpo di Gary Sacks è scomparso. 

Scully chiama Mulder per dirgli che Skinner è adirato a causa delle sue intromissioni con un'indagine federale. Mulder crede che possa essere un uomo e non un rettile quello che stanno cercando. Ha trovato il medaglione dell'Apollo 11 e crede che Doggett sia probabilmente ancora lì vicino e che Stites sia coinvolto in qualche modo. Doggett e la Harrison camminano alla cieca attraverso i tunnel nella cantina. Lei teme di essere affetta dalla stessa cosa di Sacks, perché sta diventando completamente cieca. Ancora una volta appare la creatura e Doggett le spara alla rinfusa, ma questa riesce a scappare. La Harrison trova il corpo di Sacks. E' ancora più malridotto. 

Mulder siede nella sua macchina vicino alla villa, aspettando. Scully scopre che il veleno indurisce la pelle del corpo fino a formare un guscio. Quindi, gli organi si liquefanno. Lei dice a Mulder che Stites aveva lavorato sulla creazione di una nuova specie di rettile. Mulder esce dalla macchina dopo aver visto del movimento nel bosco. Osserva un rettile di dimensioni umane arrampicarsi sulla casa e dentro una finestra della villa. Mulder bussa alla porta principale, non vede la trasformazione della creatura in Stites. Mulder affronta Stites, e Stites lo porta nella cantina sotterranea. Là, Mulder vede Doggett e la Harrison, la quale capisce che Stites è in realtà la creatura. Improvvisamente, Stites scompare e la creatura striscia lungo il soffitto. Privo dell'arma d'ordinanza, Mulder ordina ad un accecato Doggett di sparare al mostro, ma Doggett non può vedere quello a cui deve sparare. Mulder chiede a Doggett di prendere la mira basandosi sul suono della sua voce. Benchè Doggett sia esitante a sparare verso Mulder, spara e colpisce la creatura. La creatura si trasforma in Herman Stites, che giace a terra morto. 

All'ospedale, un Doggett guarito fa visita all'agente Harrison. Lei non ritornerà agli X-Files. Mulder dà a Doggett il medaglione dell'Apollo 11, ma lui chiede che lo diano all'agente Harrison. Mulder e Scully fanno visita alla Harrison, che ne approfitta per chiedere loro di un'indagine precedente. Mentre loro rivivono il passato con l'agente Harrison, Doggett se ne va lungo il corridoio, tornando al lavoro - da solo. 
Attori Protagonisti
DAVID DUCHOVNY - Agente Speciale Fox Mulder
GILLIAN ANDERSON - Agente Speciale Dana Scully
ROBERT PATRICK - Agente Speciale John Doggett

Attori Co-Protagonisti
Mitch Pileggi - Vicedirettore Walter Skinner
Jolie Jenkins - Agente Harrison
Jay Caputo - Uomo serpente
Tony Ketcham - Gary Sacks
Zach Grenier - Herman Stites
James Otis - Arlen Sacks
Lisa Kaseman - Assistente Patologo 

Trasmesso la prima volta in TV
USA 06/05/01
Italia 08/07/01
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  • Titolo - il titolo provvisorio di questo episodio era "A dream whose sleep". Questa frase è presa da un poema intitolato "The great advantage of being alive".
  • L'agente speciale Leyla Harrison prende il nome da una fan di X-Files, Leyla Harrison, la cui vita è stata tragicamente interrotta nel Febbraio 2001 a causa di un cancro.

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Frank SpotnitzCiao, sono Frank Spotnitz. Ho scritto e diretto questo episodio. Si chiama “Alone”. Era l’episodio numero diciotto dell’ottava stagione di X-Files e visto che era il primo episodio che dirigevo, ho pensato molto a come avrebbe dovuto essere la storia e a come avrei dovuto svilupparla. Guardare queste scene mi riporta a quei momenti.

Penso ci siano due scuole di pensiero quando si dirige un episodio per la prima volta. Una consiste nel presentarsi con qualcosa di molto semplice così da poterlo realizzare ed evitare il fallimento. L’altra consiste nel porsi una sfida più grande possibile e dimostrare di poterla affrontare. Io ho scelto quest’ultimo approccio. In questo episodio ci sono uomini in costume, computer grafica, un set rotante e tutte le cose di cui parleremo man mano che l’episodio va avanti.

Questi sono veramente due bravi attori. L’uomo anziano, che in verità non è così tanto anziano nella vita reale, è James Otis, e ad interpretare suo figlio c’è Tony Ketcham, ragazzo favoloso, molto divertente. Hanno reso la mia prima esperienza molto piacevole.

Eccoci qua, c’è un’inquadratura interessante. (ride) Quando sei uno scrittore immagini delle scene grandiose e poi quando provi a dirigerle davvero capisci cosa possono fare la macchina da presa e le luci. Ci sono dei limiti, non molti, ma ci sono. Quell’inquadratura del caminetto, di solito un’inquadratura come questa si realizza in seguito. C’è la seconda unità, o l’unità addetta agli inserti, che realizza un’inquadratura come quella perché non richiede alcun attore principale e perché occupare il tempo della tua unità principale con qualcosa di così semplice come un’inquadratura del caminetto? Ma ero deciso a provare a realizzare tutti gli inserti con l’unità principale e alla fine ci ho rinunciato perché si è dimostrato impossibile.

Questa è un’inquadratura difficile. Come stavo dicendo, quando sei uno scrittore immagini delle cose che poi dirigendo è difficile realizzare. C’era la macchina da presa che ruotava sopra la testa di quest’uomo, e avere la macchina da presa che fa questo, stare vicino al suo viso, mantenere la messa a fuoco e non avere alcuna ombra dalla macchina da presa, è stata una vera sfida.

Comunque, ecco il figlio che ha sentito qualcosa che non va nella stanza accanto. Non avevo mai diretto prima, come ho detto, quindi davvero non sapevo come prepararmi, come regista, per girare il mio materiale. Quindi, mi sono seduto con la mia sceneggiatura, a casa nel mio ufficio, ed ho iniziato letteralmente a visualizzare ogni inquadratura nella mia testa. Quando sono arrivato sul set sapevo esattamente quali pezzi avrei dovuto girare e come avrei dovuto montarli, e più o meno ho seguito quel piano durante tutti i giorni di riprese di questo episodio. Quello che davvero mi ha aiutato di più nella preparazione è stato l’aver passato molti anni nelle sale di montaggio osservando come vengono montati i film e facendo attenzione ai problemi che si presentano se il regista non ha tenuto conto di come il film deve essere montato.

Qui volevo mostrare al pubblico solo un piccolo frammento del mostro, abbastanza da permettere alla vostra immaginazione di fantasticarci sopra.

Eccoci qui, quello era il teaser. Dopo che ho girato l’episodio, quella era la prima cosa che ho visto montata, il teaser. L’addetta al montaggio dell’episodio, Lynne Willingham, che lavorava ad X-Files dalla quinta stagione, mi ha chiamato per mostrarmelo, ed era eccitata per me perché pensava che fosse grandioso. Questo montaggio è fondamentalmente quello che lei aveva realizzato fin dall’inizio. Ero contento di me stesso, di non aver rovinato completamente lo show.

Come scrittore, aiuta sempre sapere esattamente il motivo per cui si vuole raccontare una storia. Questo era un episodio che aveva molte necessità particolari e ciò mi ha aiutato a focalizzare chiaramente il motivo per cui volevo raccontarla. Era il diciottesimo episodio dell’ottava stagione e quindi sapevo che sarebbe stato l’ultimo standalone per gli agenti Mulder e Scully, David Duchovny stava lasciando la serie, e quindi volevo che fosse speciale. Mi è venuta l’idea di far vedere Scully che lasciava l’ufficio degli X-Files, perché sapevo che se lo show fosse andato avanti per una nona stagione lei non sarebbe stata assegnata all’ufficio degli X-Files, ma lo sarebbero stati l’agente Doggett e la sua nuova partner, l’agente Reyes. E’ stato un modo per guardare indietro alla serie e ad alcuni affezionati ricordi che, noi come autori e voi come spettatori, avevamo dei passati otto anni, l’era di Mulder e Scully. Così c’è Scully che se ne sta andando e guarda questi ricordi, e specificamente mi è venuta l’idea di lei che dava a Doggett questo oggetto che l’agente Mulder le aveva regalato nel doppio episodio intitolato Tempus Fugit e Max, pensavo fosse perfetto dal punto di vista narrativo e che avesse molto senso. Lei sta davvero esprimendo i miei sentimenti per Robert Patrick quando gli dice quanto gli deve, perché Robert Patrick ci ha veramente portati attraverso l’ottava stagione dello show e non avremmo potuto farla senza di lui. Quindi è stato molto facile per me capire le emozioni che Scully provava in questa scena.

In questo episodio ho creato un personaggio che poteva parlare dell’era di Mulder Scully in modo molto diretto e che è la persona che incontreremo tra alcuni istanti, l’agente Leyla Harrison, interpretata da Jolie Jenkins. Leyla Harrison, come alcuni di voi sapranno, se siete fan di X-Files, abbastanza da aver comprato questo cofanetto di dvd, era una fan della serie, attiva nella comunità online, che era deceduta e alla quale ho scritto una volta prima che morisse. Mi era venuta l’idea di un personaggio che fosse un fan dello show, ma ovviamente questo personaggio non poteva essere un fan della serie perché questo è un mondo creato dalla fiction e non avrebbero potuto esserci fan nello show, quindi l’ho resa una contabile dell’FBI che ha seguito le avventure di Mulder e Scully. Chiamare il personaggio Leyla Harrison mi è sembrato un tributo perfetto a questa ragazza.

E’ tutto recitato molto bene. Questi sono due attori meravigliosi. Alcune persone forniscono meravigliose interpretazioni in televisione solo perché queste sono state create in fase di montaggio, ma questi due attori sono sempre stati magnifici e hanno reso il mio lavoro di regista incredibilmente facile. Mi sono commosso girando questa scena, mi sono venute le lacrime agli occhi, in effetti ero più commosso mentre dirigevo che mentre lo vedevo montato, c’è il potere delle emozioni reali in questa scena. Robert Patrick e Gillian Anderson mi hanno emozionato molto.

Qui c’è un bel momento ironico per il personaggio di John Doggett. Come è finito da solo nell’ufficio degli X-Files, questo poliziotto, scettico, che non ha mai avuto il desiderio di unirsi a questa sezione? Adesso eccolo qui, il responsabile degli X-Files. (ride) E’ stato divertente farlo finire lì. Questo momento è molto rivelatore perché ci dice quanto gli piaccia Scully e quanto gli manchi, ma non è Scully quella che vede, è un’agente molto carina, giovane ed entusiasta. Sono stato molto fortunato ad ingaggiare Jolie Jenkins, il direttore del cast, Rick Millikan e il suo assistente Kim Nordinger, l’hanno convocata e ho capito che era perfetta non appena è arrivata, è stata grandiosa dal primo giorno. Ha realmente capito il personaggio e le ha trasmesso molto umorismo ed umanità. Qui porta allo scoperto il Clint Eastwood di Robert Patrick, che è quello che rende comica la scena. Sono rimasto talmente incantato dalla sua interpretazione qui che ho fatto qualcosa che normalmente non si fa in uno show come il nostro, ho terminato la scena con lei, con il personaggio co-protagonista, lei ha questo sguardo nervoso alla fine della scena. Mi è piaciuto molto. (ride) Eccolo qui.

Ci sono molti movimenti fluidi della macchina da presa qui, che mi sono stati inspirati molto consapevolmente da tanti bravi registi che abbiamo avuto nello show, Kim Manners, Rob Bowman e David Nutter, che muovono sempre la macchina da presa, trovano sempre inquadrature interessanti, non tanto per farlo, ma per aiutare a raccontare la storia e per creare un interesse visivo, non è mai troppo appariscente, spero, né compiaciuto.

Questo si suppone che sia Ellicott, New York, che è una vera città, vicina al luogo in cui una delle mie assistenti, Michelle Fazekas, è cresciuta, è cresciuta a Buffalo, e questo è il mio piccolo tributo a lei, così come, devo dirlo, lo è il personaggio di Leyla Harrison, il modo in cui parla assomiglia al modo in cui parla, o parlava, Michelle.

In verità siamo a Topanga Canyon. Questa casa è nel teatro sei della 20th Century Fox a West Los Angeles, ma gli esterni erano girati a Topanga Canyon, e tutti quelli che conoscono Los Angeles sanno che è vicino a Malibu.

Questa è una scena di esposizione, si tratta di raccogliere gli indizi per il mistero, ma devo dire che, per me, il mostro era la parte meno interessante di questo episodio, e mi sono inventato deliberatamente un mostro classico molto semplice, solo un tizio che si trasforma in un uomo salamandra, perché volevo che l’episodio riguardasse gli X-Files, Mulder e Scully che se ne stavano andando, Doggett che prendeva il loro posto, ma doveva farlo da solo. Volevo questo tocco malinconico per questo episodio, era la fine di un’era, quindi se avessi avuto una storia complicata di mostri questa avrebbe poi tolto del tempo a tutte quelle altre idee.

C’è una cosa a cui gli spettatori a casa probabilmente non pensano molto spesso. Questi episodi hanno una durata fissa, c’è un formato ed è obbligatorio aderirvi, al secondo. Il mio primo montaggio di questo episodio era più lungo di nove minuti di quello che state guardando qui. Con l’aiuto di alcuni dei miei amici produttori, David Amann e John Shiban, l’ho ridotto fino ad avere solo due minuti in più, ed ero ancora abbastanza felice, ma togliere gli ultimi due minuti è stato davvero molto doloroso, c’erano cose che mi è dispiaciuto molto eliminare dall’episodio, non penso che l’avrebbero reso migliore, ma andava fatto. Qualche volta ci sono cose che sono spiegate nelle nostre sceneggiature che in televisione non lo sono solo perché non abbiamo avuto il tempo di usare tutti gli spezzoni che abbiamo girato.

Questo è un altro momento alla Clint Eastwood per il personaggio di Robert Patrick che mi piaceva molto. C’è tanto fascino e umorismo in questo episodio. Penso che i momenti di paura funzionino meglio se c’è dell’umorismo che spezza la tensione, se c’è della leggerezza contro l’oscurità. Qui è facile costruire un sentimento di empatia per il personaggio di Jolie Jenkins perché le sue intenzioni sono talmente buone.

Siamo di nuovo a Topanga Canyon qui. Robert Patrick sta per salire sulla collina dopo aver visto l’uomo salamandra e per magia si ritrova a Encino, dove si trova la villa, dove abbiamo girato gli esterni per la prossima parte della storia.

Adesso, se non avete mai visto X-Files potete dedurre che lei è un’agente entusiasta seguace delle avventure di Mulder e Scully, ma se siete dei fan accaniti penso che capiate molto di più, perché conoscete tutte le cose a cui lei allude, e vi fa ridere perché vi premia per aver seguito lo show.

Uno sguardo serio di Robert. E’ un uomo serio, ve lo dico, un grand’uomo, ma molto serio.

Questo, lo ammetto, l’ho rubato al “Pianeta delle Scimmie”, c’è quel momento in quel film quando gli astronauti nuotano nudi in acqua e i loro vestiti scompaiono dalla riva, e quello è uno dei miei film preferiti, è stato un furto molto consapevole. Penso che sia sempre una buona cosa rubare, se qualcosa funziona, è probabile che funzioni di nuovo. Il contesto è molto differente, non penso che rovini il divertimento di nessuno.

Quest’uomo, David Duchovny, è stato uno dei grandi motivi per cui sono finito a dirigere questo episodio. Ero riluttante a farlo, onestamente, sia perché i miei doveri come produttore e autore erano già abbastanza impegnativi, sia perché ho visto registi grandiosi arrivare e riuscire a malapena a rispettare i tempi, quindi non ero sicuro di voler affrontare quest’impegno, ma David mi ha incoraggiato a farlo prima che fosse troppo tardi. Mi sarebbe dispiaciuto se non avessi diretto un episodio prima che lui lasciasse lo show, e quindi l’ho fatto appena in tempo. E’ una grande persona con cui lavorare perché non è solo un bravo attore, ma ti stimola veramente a pensare e ti sfida a fare meglio. Questa scena è stata migliorata incommensurabilmente da alcune improvvisazioni con cui se ne uscito sul set. E’ molto divertente, affascinante e strano vedere Mulder e Scully in questa situazione. (ride) A questo punto non avevamo ancora rivelato la paternità del bambino di Scully, sebbene Mulder e Scully presumibilmente sapevano se avevano consumato la loro relazione, e quindi questa scena voleva essere una presa in giro, lo hanno fatto o non l’hanno fatto? Poteva essere benissimo che Mulder fosse solo un buon amico che la aiutava per il corso Lamaze, o poteva essere di più. In seguito abbiamo capito che era di più, ma gli attori dovevano giocare su quella linea sottile. Rimango sempre colpito dall’intesa tra Mulder e Scully, e guardando ora questa scena senza sonoro, non posso fare a meno di guardare i loro occhi e vedere quell’intesa.

Ok, eccoci qui, non più a Topanga Canyon, ma a Encino e anche questo si trova ad Encino. Abbiamo dovuto aver molta, molta cura di questa casa e abbiamo perso molto tempo per questo ed essere sicuri di non lasciare troppi segni sul pavimento in parquet. Questo è stato un taglio duro da fare perché c’era molto di più in quella scena in origine, c’era un movimento complicato della macchina da presa che andava su per il muro e trovava la creatura lassù. Ora siamo tornati al teatro sei o cinque, uno dei due teatri dove veniva girato principalmente X-Files nel complesso della Fox. La nostra scenografa, Corey Kaplan, come al solito ha fatto un ottimo lavoro, insieme all’arredatore, Tim Stubbock.

Qui ho un altro inserto, unità principale. Guardatelo. Appena si apre il libro, eccolo, questa è l’unità principale, la testa fuori fuoco di Robert Patrick, una testa in primo piano fuori fuoco.

Adesso questa scena è molto veloce, è stata un grande problema. Avevamo una gru enorme che correva lungo il corridoio, la gru era lunga circa trenta metri, e avevamo l’intera troupe che la spingeva, hanno dovuto provarlo qualche volta per farlo bene e riuscire a fermarsi nel punto giusto. Eravamo tutti davvero orgogliosi di noi stessi per quella scena, è fantastica. E ora, anche qui sono stati fatti dei tagli, in origine si vedeva il mostro fuori fuoco dietro l’agente Doggett, così non era solo quel punto di vista della camera da presa che ci diceva che c’era un mostro, in effetti vedevamo letteralmente che c’era un mostro, e funziona bene anche in questo modo, ma di nuovo i tempi ristretti.

E, tensione, tensione, non è il mostro, è l’agente Harrison. Mi piace l’illuminazione qui, Bill Roe, il direttore della fotografia, mi piace il nero profondo sul lato destro del viso dell’agente Doggett, un alone di luce attorno ai suoi occhi ed il suo naso.

Questo è stato girato la tarda notte, erano tipo le due e trenta, tre del mattino, alla fine di una lunga settimana. Non ci si pensa quando si guardano questi attori che devono recitare come se fossero perfettamente freschi ed appena svegli anche se questo era il quinto giorno di riprese che durava sedici ore, una settimana con giorni da sedici ore.

Un altro momento divertente. Non ha tolto la sicura. Jolie Jenkins non aveva mai impugnato un’arma nei ruoli precedenti che aveva interpretato, ed ero molto colpito da quanto realmente la spaventasse tenere un’arma in pugno, era talmente pesante per lei, ma ha funzionato molto bene per il personaggio.

Qui c’è un’altra scena che si è dimostrata difficile da realizzare, arrivare al suo viso e poi ancora più difficile era zoomare su di lei. Guardate.

A causa delle restrizioni che ci aveva imposto il proprietario della casa di Encino, non abbiamo potuto usare la gru giusta su quel marciapiedi, non voleva il peso di una gru su quel pavimento. Abbiamo dovuto usare una gru molto piccola, che non mi ha permesso di fare quello che volevo, quindi ho ristretto l’immagine di Jolie Jenkins in quel punto, e John Wash e Mat Beck, i nostri addetti agli effetti speciali, hanno dipinto dello scenario aggiuntivo attorno ai bordi e poi abbiamo ingrandito l’inquadratura.

Questo è stato un gran problema. Abbiamo dovuto scavare questo buco. Qui c’è un’inquadratura brevissima dell’agente Doggett ripreso dall’alto mentre cade nella trappola, ed in verità è stata girata in un teatro. Siamo saliti in alto sulle impalcature, lo vedete proprio qui, siamo saliti e abbiamo ripreso dall’alto in modo che lo si vedesse cadere. Ci sono molti particolari che si realizzano quando si ha una scena d’azione come quella, che la rendono emozionante e convincente, perché il buco che abbiamo scavato alla villa, in effetti era profondo solo pochi centimetri, non avreste potuto davvero caderci dentro.

Siamo tornati a Topanga Canyon con Mitch Pileggi. Mi è dispiaciuto non essere stato in grado di dargli qualcosa in più da fare in questo episodio, ma sinceramente l’ho inserito solo perché volevo lavorare con lui (ride) quindi gli trovato delle cose da fare. So che non è stato così impegnativo per lui come attore, ma non volevo perdere l’occasione perché non sapevo se avrei diretto di nuovo.

Questa scena con Gillian Anderson nel suo appartamento è stata la prima scena che ho girato, e c’è sempre quel momento in cui dirigi la prima volta, quando descrivi i movimenti e blocchi della macchina da presa, in cui ti chiedi “L’avranno bevuta?” Gli attori e la troupe stanno per dire “No, non lo faremo, sei fuori di testa”? Ma mi sono sentito molto sollevato dopo essermela cavata.

Sta pensando.

Quasi tutto il girato all’interno di questa caverna è stato fatto con la troupe della seconda unità, che è la troupe più piccola. Abbiamo due unità che lavorano ad X-Files quasi tutto il tempo, l’unità principale che gira per otto giorni ogni episodio, e la seconda unità che gira i tre giorni finali e la maggior parte degli inserti. Abbiamo perso la nostra abituale seconda unità a questo punto della stagione, la maggior parte di loro erano andati a girare un film, quindi è arrivato un direttore della fotografia esterno, un uomo di molto talento dal nome Robert Primes che ha fatto un ottimo lavoro ed era un grande fan dello stile di illuminazione di X-Files che Bill Roe aveva utilizzato in modo così meraviglioso per molti anni. Ho grande debito nei suoi confronti perché ha mantenuto la tradizione della serie. E’ stato molto difficile girare in questo set perché, prima di tutto, era tutto molto ristretto, molto piccolo. Se avete mai visto una troupe sapete che è formata da molte persone ed è molto difficile girare in uno spazio ristretto come questo, ti rallenta abbastanza. Ma c’era anche il problema di come illuminarlo, c’erano alcune sorgenti di luci reali, potete vederle, ma Bob si è inventato molti modi intelligenti illuminare queste mura e dare alle scene più profondità ed interesse visivo. Quell’inquadratura che avete appena visto di lui che guarda in alto verso la grata, in verità è stata generata al computer, quello era solo un buco con del tessuto verde, e John e Mat l’hanno rielaborata per far sembrare che lui stesse guardando in alto la grata dalla quale era caduto.

Ecco qua David e Gillian. Mi sarebbe piaciuto dargli più tempo sullo schermo in questo episodio, ma ci sono talmente tanti obiettivi in uno episodio come questo e sfortunatamente se ne possono raggiungere solo alcuni. Ecco di nuovo David, un attore molto intelligente, non voleva essere sentimentale qui, voleva dare tensione alla scena. Lui non vuole che lei sia qui, vuole che vada a casa, quindi decide di andare lui a scoprire cosa è accaduto all’agente Doggett.

Questi due attori interagiscono così bene insieme. Povero Jim Otis, deve interpretare il morto, che giace mezzo nudo sul tavolo di metallo.

Quando si girano queste cose, sono completamente fuori sequenza, come potete immaginare. Alcuni giorni, ci si trova a girare gli interni in un teatro di posa, e poi in altri ci si trova a girare in esterna, o di notte. E’ tutto mescolato, quindi quando ti stai preparando a girare devi avere ben chiaro in mente dove sono i personaggi in quel punto della storia e come si vuole passare, dal punto di vista visivo, da una scena all’altra. Mi piace questa.

Ero sempre molto consapevole di cose come quella, transizioni visive.

Questo è il set principale e in verità ce n’erano diverse versioni. Una delle sfide che ho menzionato e che avevo stabilito per me stesso in questo episodio, era la realizzazione di un set che ruotava. Una versione di questo corridoio ruotava di circa duecento gradi, e vi farò vedere le inquadrature che lo hanno reso necessario, stanno per arrivare.

L’agente Doggett si sta guardando intorno, sente qualcosa. Osservate le luce qui, potete vedere il lavoro di Bob Primes, Ha creato quella griglia di luce, non so come se la sia inventato, ma funziona. Ora guardate questo.

La creatura. Questo è il set rotante, proprio qui, quello è un uomo in costume attaccato a un cavo, tutte quelle cose, il set stava girando, come nei vecchi balli di Fred Astaire in “Ti amavo senza saperlo”, per far sembrare che la creatura potesse camminare sulle pareti laterali e sul soffitto. Sono passato dall’inquadratura dell’uomo salamandra sul set rotante, a quella di Robert Patrick nel vero set, quello che non ruotava. Poi ho aggiunto delle immagini composite che sembravano mettere l’uomo salamandra e Robert Patrick nello stesso fotogramma, anche se ovviamente era fisicamente impossibile, non si può avere un uomo che si muove in quel modo su un muro. Il set doveva girare perché se avessi provato a far muovere la creatura su un muro come quello, non si sarebbe mossa naturalmente o così velocemente.

C’è un’inquadratura in cui c’è solo la coda in primo piano e Robert Patrick sullo sfondo, non era l’intera cosa. Ecco di nuovo il povero Tony. Una piccola parentesi, qui c’è Gary Sachs, il personaggio che prende il nome da un mio vecchio amico di Phoenix, Arizona, che conosco fin dalla scuola elementare ed ho pensato che fosse un bell’omaggio ucciderlo in questo episodio. Non pensavo che fosse un bell’omaggio uccidere suo padre, quindi ho chiamato suo padre Arlen invece del vero nome del padre di Gary. Ma Gary è stato molto contento di morire in questo episodio. In verità, in un certo numero di episodi durante il corso degli anni, ho inserito nomi di persone con cui sono andato a scuola, i miei ex datori di lavoro, piccoli riferimenti che conosco solo io e pochi altri.

Questa è una specie di vaselina sulle lenti. Questa è un'altra bell’inquadratura del regista. Quelle sono le cose che ti portano via il tempo, naturalmente, ma sono divertenti.

L’agente Mulder torna a Ellicott, New York. Mulder causa sempre un sacco di problemi! (ride) Mi piace vederlo andare contro la burocrazia e il protocollo, cosa che fa senza preoccuparsi molto. L’hanno calcolato proprio bene, questa inquadratura qui. Lui dice la sua battuta e poi esce dall’inquadratura. Si perde molto tempo a calcolare i tempi giusti.

Questa è stata una sequenza difficile. Ci sono molti elementi. Si arrampica. Girare in uno spazio ristretto è molto duro, quindi ho dovuto cercare angoli diversi, passare dallo stuntman a Robert Patrick, e così via. Ed ecco qui Mulder che sta seguendo quasi letteralmente le orme di Doggett. La squadra degli effetti visivi ha dovuto rimuovere molti cavi qui, perché ovviamente, per ragioni di sicurezza, sia Robert Patrick che lo stuntman erano legati in quel tunnel verticale per l’arrampicata.

Una sostanza vischiosa cade giù verso la camera da presa.

Qui siamo tornati ad Encino e quello è il momento in cui l’agente Mulder trova il medaglione dell’Apollo 11. Non lo sappiamo ancora, ma lo capiremo più tardi che è quello che ha trovato. E ora introduciamo Herman Stites, un attore meraviglioso con un viso espressivo. Come ho già detto, non ero molto interessato al mistero e non volevo dedicare troppo tempo a parlare del mostro, penso che sappiate fin dal primo momento che vedete questo tizio che è lui il cattivo e che ha qualche connessione con il mostro, se già non avete capito che lui è il mostro. L’episodio riguarda molto più Mulder e Scully, l’ultima volta che seguono una loro indagine in un modo non ortodosso, e riguarda Doggett e la sua partner senza esperienza.

E di nuovo, qui c’è uno dei miei passaggi particolare che ero entusiasta di fare. Più sei alle prime armi come regista, e più vuoi essere bravo, mostrare alle persone che sai cosa stai facendo.

Eccoci, guardate qui. Siamo tornati, come per magia, dal teatro cinque ad Encino. Quello era davvero un pezzo di grata e delle zolle di erba che abbiamo posato con una certa angolazione, in modo che fossero più alte del terreno e la macchina da presa potesse girarci dietro. Sembrava che stessimo uscendo dal terreno.

A David non piace quando Mulder è troppo intelligente o sa troppe cose. Mi ricordo che quel giorno abbiamo parlato di come rendere tutto questo interessante e non troppo facile per Mulder. Non sentirete dire spesso ai vostri protagonisti che non vogliono un personaggio troppo intelligente. (ride) Penso che sia in parte questo ciò che ha reso Mulder così affascinante e così duraturo come eroe, la sua umanità, la sua fragilità e le sue imperfezioni. Non è James Bond, sebbene mi piaccia James Bond.

Qui ci sono diverse elementi, c’è Robert Patrick in studio, ci sono le dita di qualcun altro a Encino, c’è Zack davanti ad un telo blu in studio, c’è Zack alla vera casa di Encino, è un pezzo molto complicato. Poi cade. Ci sono molti frammenti.

E siamo già arrivati a metà episodio.

Quindi ora sappiamo per certo che quell’uomo e il mostro sono collegati, e qualsiasi cosa stia accadendo qui, penso che avremmo potuto sospettarlo fin da quando l’agente Doggett è caduto nella trappola alla fine del primo atto, ma ora non ci sono più dubbi. Ho rubato di nuovo, sono onesto e lo ammetto. Mi piace quell’inquadratura, ma non è stata una mia idea, non sono sicuro se fosse stata un’idea di Bill Roe o di uno degli operatori, penso fosse Stephen Buck, l’aiuto regista, di realizzare quest’inquadratura della botola, che mi piace molto.

Comunque ho rubato ancora, l’idea delle dita dell’agente Doggett che vengono pestate è presa direttamente da “Intrigo internazionale”, che è un film fantastico. Se non lo avete visto vi piacerà senz’altro, se vi piace X-Files vi piacerà.

Questa scena era più lunga ed era buona, e mi ha spezzato il cuore doverla tagliare, ma il tempo era quello che era. Mi sono sentito molto colpevole per tutte queste scene perché i poveri Robert e Jolie hanno dovuto indossare quelle miserabili lenti a contatto che erano molto scomode, ma facevano sembrare che i loro occhi avessero dei problemi. Erano fatte per l’industria cinematografica da degli oftalmologi. Nessuno di loro porta lenti a contatto e dopo aver girato per molte ore diventavano molto scomode e i loro occhi erano iniettati di sangue, e questo è andato avanti per giorni e giorni.

Ora la trama si infittisce. Gary Sachs, il mio vecchio amico, non c’è più, dove è andato?

Semi di girasole, un altro riferimento per i più esperti. Se siete un fan di X-Files sapete che questa è una caratteristica di Mulder, sputare i semi di girasole. Ho provato ad inserire in questo episodio più cose che ho potuto di questo genere. In verità c’era anche un’altra cosa che è finita sul pavimento della sala di montaggio. C’era Scully che chiamava Danny in questo episodio, e dovete essere veramente un fan accanito per sapere di che si tratta. Mulder e Scully erano soliti chiamare Danny all’FBI per fargli fare delle ricerche o per farsi aiutare, non abbiamo mai visto o incontrato Danny, ma non c’era tempo.

Questo è stato girato, è una combinazione, avevamo veramente David a Encino di notte, ma questi primi piani sono stati girati in studio. Odio rovinare l’illusione. Questa scena era molto più lunga, erano affascinanti e divertenti. C’è un inserto, che sta arrivando, che ho girato con l’unità principale sulla location. Ero molto ansioso di mostrare questo medaglione e vedere il vero sfondo fuori fuoco dietro, e so che sembra assurdo, state pensando “Chi mai avrebbe saputo la differenza?”

Lisa Kaisman interpretava l’assistente patologa qui. Queste scene sono fondamentali in X-Files, questa tecnologia, scene che hanno il compito di spiegare, è sempre una sfida renderle interessanti, e ho sempre cercato, abbiamo sempre cercato, di trovare vere ricerche e principi scientifici a supporto della fiction che avevamo creato nell’episodio e questa scena non fa eccezione. Tutto quello che sto dicendo qui è scientificamente accurato. Non riesco a ricordare quello che ho detto, ma se guardate di nuovo l’episodio e controllate con un biologo, vi dirà che, almeno in teoria, quello che dicono è giusto. Qui è dove Scully andava a chiamare Danny, ma ora, visto che avete il dvd, sapete.

Eccoci qui, il cieco che fa guida al cieco. Per me questa è una scena molto importante per la formazione della relazione tra gli agenti Doggett e Harrison. Doggett si prende davvero cura di lei. Lei è stata così generosa e con tanta voglia di fare, e questo è il primo punto in cui si sente che ha paura. Voglio che i personaggi agiscano contro i loro sentimenti, crea una bella dinamica nella scena. Hanno paura, ma non vogliono che voi sappiate che hanno paura, o provano amore, ma non vogliono che voi sappiate ciò che provano, due livelli invece di uno.

Ecco di nuovo il mostro, c’è di nuovo il set rotante, ecco come riesce a farlo. Se da un lato bisogna far vedere i mostri in modo da catturare l’immaginazione su qualcosa di spaventoso, che faccia venire i brividi, spettrale, d’altro canto, se li si mostra troppo, diventa ridicolo. C’è sempre una linea sottile sulla quale si cammina, spero di non averla superata o di non essere caduto da lì.

Quello è ciò che è rimasto di Gary Sachs – le sue budella succhiate dall’uomo salamandra. Il mio regalo per la troupe per questo episodio è stato una bottiglia di vino, vero vino, dalla riserva privata di Stites. “Uva rossa liquefatta per una migliore digestione” e c’era una piccola salamandra sulla bottiglia con un piccolo logo di X-Files, cose da collezionisti che ora si trovano su eBay.

Guardate quell’inquadratura, il regista di questo episodio ha tentato di renderlo interessante, lei che prende il file e questi angoli, la loro verticalità. Nel secondo episodio che ho diretto ho usato un approccio completamente differente, ma qui stavo provando a rendere tutto il più interessante possibile.

Ancora, questo è un esempio classico di quanto poco vedete. Si vuole catturare l’immaginazione del pubblico, far in modo che vogliano vedere di più. E ora Mulder corre, e David è un corridore molto veloce, davvero un buon atleta, quindi quella notte scherzava sul fatto che avrebbe potuto prendere questo tizio, nessun problema, la verità è che ci sarebbe riuscito.

Quello è un mostro realizzato con il computer, nel caso in cui abbiate dei dubbi. Quello è un tizio su uno skateboard, odio dirvelo. David scherzando ha chiamato l’uomo salamandra, LawnZilla. (il Godzilla dei prati)

Quella è computer grafica con la casa vera sullo sfondo.

Questa è un’immagine composita, David sul luogo reale, ma l’inquadratura del tetto e dell’uomo salamandra è stata girata in studio.

Mi ricordo quando ho girato questo, era freddo, tardi, un venerdì notte, non avevamo quasi più tempo.

Quello è generato al computer. E’ fantastico. E poi si trasforma, per la maggior parte fuori dallo schermo, in Herman Stites. E cose come questa, effetti visivi come questi, capisci quanto velocemente si sia evoluta questa tecnologia. Non avremmo potuto fare una cosa del genere quando è iniziato X-Files e ora si può fare tutte le settimane. E questa è stata un’idea di Zack, il residuo appiccicoso sulla guancia, si pulisce, e ho pensato che fosse un dettaglio fantastico. Inserendo dettagli del genere si rendono le cose più memorabili. Questo è il vantaggio di fare cinema, si ha più tempo per curare i dettagli. In un programma televisivo invece si corre solo per finire il lavoro. Ma quello che preferisco nei film e negli show televisivi sono i dettagli minuscoli e particolari.

Questo è grandioso. Bill Roe lo ha illuminato. Ha le luci abbassate e rende tutto spaventoso. Non si pensa a queste cose in modo cosciente, ma funzionano.

Così ora siamo al quarto atto, vogliamo correre. Ora questo è un momento molto importante per me perché il rischio era che l’agente Harrison fosse un personaggio di poco peso, qualcuno che non aveva fatto altro che mettere nei guai l’agente Doggett. Volevo che lei avesse un momento di affermazione. In verità penso che abbia risolto il mistero prima di tutti, e questo dà valore al suo personaggio. Potete vedere l’illuminazione di Bob Primes qui, quegli sprazzi di luce contro le pareti. Valorizza quello che era già un set grandioso.

E ora se ne è andato. Non ho ancora parlato di Mark Snow, ma lasciatemi dire che lavoro grandioso ha fatto Mark con questo episodio, e lo fa praticamente ogni settimana, fa queste cose sempre meglio. E’ la parte preferita del mio lavoro, l’ho detto molte volte, andare a casa sua e vedere quanto lo show migliora senza che io faccia niente.

Tutto quello che Mulder vede dell’uomo salamandra è stato girato sul set rotante. Avevo esaurito il tempo qui, volevo più inquadrature che facessero da legame, ma ancora questi sono i compromessi che si fanno, tempo e denaro. C’è molta improvvisazione qui tra David e Robert, pensavo che fosse l’unico modo per rendere tutto più eccitante, non si può davvero scrivere questo tipo di botta e risposta urlati e sperare nella spontaneità di cui si ha bisogno.

Eccoci qui, fuoco, fuoco. Come ho detto ero molto riluttante a dirigere a causa dei miei doveri come autore e produttore dello show, e infatti ho preparato l’episodio e non avevo idea di come concluderlo, non avevo scritto il quarto atto, che state guardando adesso, ed è stato mentre mi stavo preparando alla regia che ho capito come finire questa storia, ed ho pensato che questo crescendo fosse davvero buono perché sia Mulder che Doggett dovevano comportarsi da eroi ed è giocato sulla natura spaventosa di questo mostro che poteva arrivare da ogni direzione, poteva arrivare da sopra di voi. E qui c’è la trasformazione, portata a termine da John e Mat. Ed eccoci qui.

Ma l’episodio non è ancora finito. Deve accadere ancora qualcosa di importante. Ancora, volevo creare un senso di malinconia e sottolineare un testimone che passava di mano, stiamo lasciando l’era di Mulder e Scully e andando verso l’era di Doggett e non sappiamo chi altri. Un’ultima allusione alla gravidanza di Scully, Doggett chiede se siano all’ospedale a causa del bambino, ma non sono lì per quello.

E anche questa scena era più lunga, ho dovuto tagliarla, ma rende ancora bene.

Ora quest’ultima scena con Leyla Harrison, penso la interpreti in modo grandioso, è attraente e vincente. Ovviamente è un’improvvisazione. Ho scritto quello di cui avrebbero dovuto parlare, si trattava di una questione relativa al film che aveva suscitato molte domande nel pubblico, e cioè come sono tornati Mulder e Scully quando il gatto delle nevi ha terminato il carburante? Ho pensato che fosse divertente e autoironico tirarlo fuori qui in questo modo. C’erano Mulder e Scully che ovviamente stavano improvvisando perché hanno dei tempi comici fantastici, e ho pensato che così sarebbe riuscita meglio piuttosto che scrivere ogni parola che avrebbero dovuto dire. Avevo più di una macchina da presa che riprendeva la scena così potevo usare angoli differenti delle loro improvvisazioni, ma alla fine è venuta meglio con un normale campo e controcampo. David mi ha dato un grande aiuto per dirigere qui, perché c’era Jolie che sorrideva e rideva mentre loro stavano battibeccando e lui mi ha detto “Fanne una in cui non sorride, dove si sta semplicemente chiedendo come reagire a queste persone”. E’ stata la nota giusta, è stato più divertente perché creava tensione invece di allentarla, lei che sorride assieme a noi. Alcuni hanno detto che è stato strano vedere Mulder e Scully discutere come una vecchia coppia sposata, ma ho pensato (ride) che fosse perfetto per il punto in cui si trovavano nella loro relazione, e giocava di nuovo sulla domanda del “erano o non erano”.

E ci avviciniamo all’inquadratura finale dell’episodio e a Robert Patrick, attore meraviglioso e sensibile. Ho usato delle lenti grandangolari per tentare di rendere quel corridoio veramente grande.

Quella era la fine. E’ stato divertente per me, mi sono divertito a dirigere, spero che l’episodio vi sia piaciuto.
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Ellicott, New York

FBI Headquarters - Washington, D.C.

Appartamento di Scully

Washington Memorial Hospital


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