Amo il sole, le acciughe e Krizia

Conquistata dalla personalità e dallo sguardo “forte ed essenziale” dell’agente Scully di “X-files”, Mariuccia Mandelli l’ha invitata alle sue passerelle milanesi.

“Dell’Italia amo il sole, le acciughe e Krizia”. L’ha detto qualche mese fa in visita nel nostro Paese e si è ritrovata ospite in prima fila alle sfilate della sua stilista preferita, coccolata come una ragazzina stupita, schiva ma anche divertita per tanta improvvisa attenzione. Gillian Anderson, la superefficiente agente Scully della serie cult “X-files”, in onda la domenica sera su Italia 1, forse non ha ancora realizzato fino in fondo quanto sia diventata famosa. All’inizio del ’93 si guadagnava da vivere come cameriera in un bar e lottava per ottenere la parte in una serie su cui nessuno avrebbe puntato. Oggi “X-files” viene trasmesso in 41 Paesi, il suo personaggio è più amato del suo collega Mulder. Su Internet abbondano i siti a lei dedicati. I nomi sono divertenti: GATB (Gillian Anderson Testosterone Brigade, un gruppo di ragazzi che sono “pazzi di lei”) oppure GAEB (Gillian Anderson Estrogen Brigade, col sottotitolo “le donne ce l’hanno fatta”) e ancora GANTA (Gillian Anderson Neurotransmitter Association ovvero “Scully non è soltanto cervello”).

A vederla di persona si rimane colpiti perché la televisione non le rende giustizia. “Gillian possiede una delicata e raffinata bellezza, una femminilità profonda”, dice Mariuccia Mandelli, in arte Krizia, mentre l’osserva rilassarsi nel soggiorno della sua casa di Milano, di cui Gillian è ospite. “All’apparenza sembra fragile, ma il suo sguardo è determinato, leale, forte, essenziale. Nella serie rappresenta  l’immagine di una donna forse un po’ troppo severa, tutta self control e questo aspetto viene evidenziato dai vestiti che le fanno indossare, freddi, austeri, senza mai un tocco che ne riveli qualcosa di più personale”. E che l’immagine dell’agente Scully sia questa è chiaro. È stato calcolato che nelle prime tre serie ha riso un’unica volta e che ha sorriso solamente tre volte negli ultimi 73 episodi.

Gillian, perché il tuo personaggio non ride mai?

“E’ la storia che lo esige, l’atmosfera di continua tensione. Succedono cose su cui non c’è molto da ridere”.

Si però almeno un momento di relax…

“Non è nello stile dell’agente Scully”

E tu sei così?

“No, certamente, io sono più morbida e appassionata”.

Ma anche tu sei una stakanovista, so che lavori dalle 14 alle 16 ora, con un solo giorno e mezzo di libertà…

“E’ vero, ma vorrei cercare di disintossicarmi un po’ per dedicarmi ai miei. Mi sono fermata solo una settimana prima della nascita di mia figlia Piper e dieci giorni dopo. Mi manca molto la possibilità di avere del tempo par me e per gli altri”.

Cosa è rimasto in te della tua esperienza di punk?

“C’è sempre della ribellione sotto la superficie, la difficoltà ad accettare le regole codificate. Vorrei essere più libera di esprimere ciò che penso e sento, libera di ballare quella musica rabbiosa”.

Ci riesci qualche volta?

“La mia vita è cambiata così tanto, ora pare proprio impossibile”.

Prima vivevi con l’assegno di disoccupazione, adesso sei ricca. Cos’è il denaro per te?

“Una benedizione, la possibilità di guardare al futuro”.

È vero che le donne negli Stati Uniti sono pagate il 40 per cento in meno degli uomini?

“Si, questa è la situazione. E la lotta per riuscire a raggiungere la parità è solo individuale. Io, anche se non ne posso parlare  nei dettagli, sto facendo del mio meglio”.

Sei legata a “X-files” per  prossimi sette anni: non ti senti ingabbiata?

“Si, moltissimo, a volte sono anche annoiata, tuttavia cerco di andare avanti”.

Sei depressa qualche volta?

“E’ una domanda a cui preferisco non rispondere”.

Gillian lascia vagare quello sguardo azzurro, sospeso, in cui l’autodisciplina fa da schermo a una profonda vulnerabilità. Ha ragione Krizia: “Quegli occhi rivelano una bella persona”. E il mondo che vi si riflette non dev’essere molto diverso da quello che l’agente Scully è costretta ad affrontare in ogni puntata.

 
 

Trascritto da Carlotta Casoni

 

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