Scully, che nostalgia!

Nostalgia canaglia: le repliche di X-Files sui canali Sky ci riportano indietro. Scully. La chiamiamo tutti così, per nome, come tutte le migliori eroine del filone poliziesco, perché il nome è troppo confidenziale, e comunque il suo compagno di sempre la chiama per cognome, non "Dana". Questo lo sappiamo perché li abbiamo visti attraversare insieme sette stagioni e spiccioli. Nelle ultime due lui non c'era, lei sì, e forse per questo - oltre che per gli ovvi motivi di identificazione di genere - quando pensiamo a X-Files pensiamo a lei.

O almeno ci penso io, che di X-Files ero una fan ossessivo-compulsiva e che per Scully nutro una nostalgia profondissima, mai placata e del tutto ingiustificata: mi basterebbe guardarmi Bones (che peraltro è una gran serie) per placare la mia fame di eroine lucide, pacate e legate a doppio filo al metodo scientifico e a un partner emotivo e (vabbe', diciamolo) parecchio figo. Mulder e Booth si somigliano poco, ma fra Scully e Temperance Brennan corre un sottile filo di similitudine che dovrebbe essermi sufficiente. E invece no.

L'insostituibilità di Scully è in parte legata a questioni autobiografiche: negli anni '90 ne avevo venti e non trenta, e Scully era la prima eroina femmina davvero memorabile da che guardavo la televisione, se si eccettuano Cagney e Lacey (che però ero troppo piccola per apprezzare). E le Charlie's Angels, già nell'infanzia, mi sembravano delle gran belle figliole ma come eroine erano un po' scarse.

Scully era un'altra cosa. In lei si agita il dibattito fra scienza e fede, l'anatomo-patologa investigatrice che vorrebbe rimanere agganciata alla realtà ma viene trascinata nel gorgo dell'impossibile dalla lucida follia del suo collega Mulder. Che a differenza di lei non crede in un soprannaturale trascendente o una divinità onnisciente, ma si avvicina ai fenomeni paranormali con curiosità ma senza incredulità. Lui vuole credere. Lei no. E alla fine è sempre a lei che tocca tirare le somme delle loro indagini, occhiali sul naso e dita sulla tastiera della macchina da scrivere. È a lei che ci affidiamo per ricondurre quello che abbiamo visto alla dimensione del ragionevole e del comprensibile, mentre Mulder, eroe romantico, vaga alla ricerca della sorella-Graal, rapita dagli alieni (ma è davvero così) e mai più ritornata. Scully, e non Mulder, è il centro di gravità permanente della serie: prima fra tutte le donne televisive, e tuttora senza pari.

 
 
FONTE: Style.it (ITA)

 

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