#4X08 Paper hearts - Cuori di carta

#4X08 Paper hearts - Cuori di carta
di Vince Gilligan
diretto da Rob Bowman


Mulder ha dei sogni ossessionanti che lo conducono ad interrogarsi su cosa sia realmente accaduto a sua sorella.
Mulder ha una serie di vividi sogni che lo conducono alla scoperta dello scheletro di un bambino assassinato e sepolto molto tempo prima. Mulder rimane scosso, riconoscendo il modus operandi del serial killer John Lee Roche, uno dei primi assassini di cui Mulder abbia scritto un profilo. Tra il 1979 ed il 1990, Roche ha rapito delle bambine tra gli 8 ed i 10 anni dalle loro case, le ha strangolate, e tagliato un pezzo di tessuto a forma di cuore dai loro vestiti come un trofeo. Quando fu catturato, Roche confessò 13 assassini. Mulder teme che questa scoperta significhi che ci sono più vittime di quelle che Roche aveva ammesso. La ragazza viene identificata, prova che Roche ha cominciato a commettere i suoi crimini già prima del 1975. Un'altro indizio avuto in sogno aiuta Mulder a localizzare dove il killer abbia nascosto i suoi trofei. Trova un totale di 16 cuori, e si rende conto che ci sono due vittime ancora ignote.

Scully e Mulder interrogano Roche in prigione. Lui non vuole parlare dei bambini mancanti, e gioca con le loro domande. Stranamente, afferma di capire perché Mulder si occupa del caso personalmente. Il suo significato diviene chiaro in un altro sogno di Mulder. Mulder ritorna al tempo della terrificante notte del 1973 quando sua sorella Samantha è stata rapita - eccetto che la creatura che irrompe attraverso la porta non è un alieno - è Roche.

Roche potrebbe aver rapito e ucciso Samantha? Mulder cerca di ottenere la verità da Roche, che afferma di aver venduto un aspirapolvere a suo padre della scomparsa di Samantha. Quando Roche non vuole rispondere in maniera diretta a Mulder, lui si arrabbia e picchia Roche in faccia.

Scully, che ha assistito alla perdita di controllo di Mulder, cerca di convincerlo che i sogni non sono altro che immagini provenienti dal suo subconscio. E certa che Roche sia solo un abile manipolatore di emozioni. Mulder ha sempre creduto che Samantha fosse stata rapita dagli alieni, ed ora non sa più a cosa credere. Le sue paure sembrano confermate quando, nella cantina della sua casa di famiglia, Mulder scopre lo stesso modello di aspirapolvere che Roche dice di aver venduto a sua madre.

Quando Skinner viene a sapere che Mulder ha colpito Roche, nega a Mulder ulteriori incontri con il prigioniero. Tuttavia Skinner è comprensivo quando Mulder gli dice delle sue paure su Samantha, e finalmente permette a Mulder di interrogare di nuovo Roche sotto la sorveglianza di Scully.

Mulder finalmente accetta di dare a Roche quello che aveva chiesto: i trofei a forma di cuore che aveva tagliato dai pigiami delle sue vittime. Ora, Mulder chiede di conoscere la verità su Samantha. La descrizione di Roche della notte in cui Samantha è stata rapita è esattamente come Mulder la ricorda. Roche rifiuta di dire a Mulder se uno dei cuori di stoffa è stato preso dal vestito di Samantha. Fa invece scegliere a Mulder uno dei cuori a caso, e gli dice dove trovare il corpo. Un'altro corpo viene scoperto - non è Samantha.

Quando Mulder e Scully ritornano, Roche sa di poterli controllare pienamente. Si rifiuta di dire altro finché non sarà portato sulla scena del crimine. Scully non può più stare lì ad ascoltare, e lascia la stanza con Mulder. Insiste che Roche sta giocando con Mulder.

Disposto a rischiare tutto per trovare la verità sul rapimento di sua sorella, Mulder prende una difficile decisione. Senza avvertire Scully o Skinner, rilascia Roche dalla prigione e lo porta alla sua casa d'infanzia a Martha's Vineyard. All'interno della casa, Roche descrive tutto con parecchi dettagli - tranne che Mulder gli dice che sono nella casa sbagliata. Ha imbrogliato Roche deliberatamente portandolo in una casa distante 6 miglia dalla sua casa d'infanzia. Capisce che Roche ha mentito fin dal principio. Mulder intuisce che la sua estesa conoscenza di Roche ha permesso a Roche di entrare nella sua mente dicendo, "ho scritto un profilo di te ... probabilmente qualche collegamento è stato creato tra noi. E attraverso questo, hai rubato i miei ricordi di Samantha."

Mulder progetta di riportare Roche in carcere la mattina dopo. Nel motel, ha il sogno finale su Samantha - e si sveglia trovandosi ammanettato nelle sue stesse manette con Skinner e Scully che bussano alla porta della sua stanza. Roche non si trova; così come il distintivo dell'FBI e l'arma di Mulder. Con il distintivo di Mulder, Roche rintraccia dove si trova Caitlin, una bambina che aveva puntato sul loro volo per Boston. Mulder si prende tutte le colpe per aver messo Caitlin in un pericolo così orribile. E confessa a Scully che lei era nel giusto. Roche stava solo giocando con lui.

La conoscenza che Mulder ha di Roche lo aiuta quando identifica correttamente il luogo dove Roche ha portato la ragazza. Spara a Roche per salvare la vita di Caitlin ... ancora afflitto dal dubbio che Roche ha insinuato in lui sul destino di Samantha. Con Roche morto, Mulder trovera mai la verità? 
Attori Protagonisti
DAVID DUCHOVNY - Agente Speciale Fox Mulder
GILLIAN ANDERSON - Agente Speciale Dana Scully

Attori Co-Protagonisti
MITCH PILEGGI - Videdirettore Skinner
TOM NOONAN - John Lee Roche
REBECCA TOOLAN - Sig.ra Mulder
BYRNE PIVEN - Robert Sparks
VANESSA MORELY - Samantha Mulder
SONIA NORRIS - la giovane madre
CARLY MCKILLIP - Caitlin Ross
PAUL BITTANTE - poliziotto locale
JOHN DADEY - agente locale 

Trasmesso la prima volta in TV
USA 15/12/96
Italia 27/04/97
  • Mulder trova la vecchia auto di Roche ad Hollyville, Delaware. La città di Hollyville porta il nome della compagna di Vince Gilligan, Holly Rice.
The Red Light
scritto da Mark Snow

Silence
scritto da Mark Snow
SCENA 1
APPARTAMENTO DI MULDER


(Mulder è sdraiato sul divano e sta dormendo quando ad un certo punto si sveglia perché vede un puntino rosso che si muove nell’oscurità. Il puntino sale verso l’alto e forma la parola “FOLLOW”.)

MULDER: (voce fuori campo) Seguimi.

(Il puntino continua a spostarsi ed arriva all’esterno. Mulder lo segue. Il puntino si dirige verso una macchina bianca e forma le parole “MAD HAT”.)

MULDER: (voce fuori campo) Cappello matto.

(Il puntino si muove ancora ed arriva vicino ad un’insegna sulla quale è scritto “ Bosher’s Run Park, Manassas Parks & Rec”.Il puntino si addentra nel bosco seguito da Mulder. Prosegue fino a fermarsi sopra il corpo di una bambina morta, formando un cuore. Mulder lo osserva, ma nel mentre, il corpo della piccola viene risucchiato dal terreno e ricoperto di foglie. Mulder si sveglia di soprassalto. Improvvisamente si alza e inizia a sfogliare l’elenco del telefono. Trova l’indirizzo del “Bosher’s Run Park” al 6002 di Lonetree Road. Esce di casa, prende l’auto e arriva al parco. Cammina all’interno del parco fino al punto che aveva visto in sogno e sposta delle foglie secche dal terreno. Il mattino seguente la Scientifica scava in quel punto.)

AGENTE: (raccoglie del terreno) Tieni, passala al setaccio
MULDER: (indicando il punto) Dovete cercare in quel punto, lì a destra.
SCULLY: Mulder? Che sta succedendo?
MULDER: Non so se riesco a spiegartelo,sai.
SCULLY: Stai facendo fare uno scavo alla Scientifica alle cinque di domenica mattina, che cosa cerchi?
MULDER: (le tocca un braccio) Aspetta un minuto per favore.
SCULLY: Mulder, che stai combinando?
MULDER: Continuo a fare lo stesso sogno, c’è una bambina bionda.
SCULLY: Vorresti dire che sei qui per qualcosa che hai visto in un sogno?

(Mulder annuisce, sapendo che tutto ciò possa sembrare ridicolo.)

AGENTE: Signore!

(Mulder si avvicina nel punto in cui la Scientifica sta scavando e viene raggiunto da Scully. Rimangono entrambi perplessi davanti a ciò che vedono, un piccolo teschio.)


SIGLA
SCENA 2
BOSHER'S RUN PARK
MANASSAS, VIRGINIA


(Gli agenti della Scientifica stanno togliendo la terra dallo scheletro che hanno trovato, per poter procedere poi all’analisi dei resti. Mulder e Scully osservano l’operazione.)

AGENTE: Comincia a togliere la terra, fa piano.
SCULLY: (a Mulder) Raccontami di questo sogno.
MULDER: Ho avuto come dei flash per tre notti di fila. Stanotte è durato abbastanza da portarmi da lei.

(Mulder si avvicina al luogo in cui sta lavorando la Scientifica.)

MULDER: Devo vedere il torace.
AGENTE: Sì signore, ci vorrà un po’ di tempo.

(Mulder è impaziente. Infila i guanti in lattice e inizia a spostare la terra dal piccolo scheletro.)

AGENTE: No signore, lasci fare a noi.
SCULLY: Se distruggi delle prove rischiamo di non scoprire cosa le è capitato.
MULDER: So cosa le è capitato. E’ stata strangolata, l’ha strangolata con un filo elettrico e dopo la morte le ha preso qualche cosa, un trofeo, un pezzo di stoffa del vestito a forma di cuore.
SCULLY: E tutti questi dettagli li hai avuti in sogno?
MULDER: No, conosco il suo modus operandi purtroppo.
SCULLY: Ma di chi parli?
MULDER: Di ROCHE. Ha ucciso tredici bambine di 8 e 10 anni. Con questa quattordici.

(Scully guarda verso il basso e vede che dalla maglietta della bambina è stato tagliato un pezzo di stoffa a forma di cuore.)


SCENA 3
UFFICIO DEGLI X-FILES
QUARTIER GENERALE FBI
WASHINGTON, D.C.


(Mulder apre l’archivio e cerca tra i vari files)

MULDER: Era un caso difficile, è stata dura catturarlo. (Prende il file “Roche, John L. “ e lo passa a Scully)
Nel ’90 furono ritrovate dieci vittime sparse lungo tutta la costa orientale. La prima risaliva al ’79, l’avevano chiamato il caso dei “cuori di stoffa” per via dei trofei che prendeva. Tutte le vittime furono rapite dalle loro case. Il mio capo mi assegnò al caso perché pensava che potessi entrare nella testa dell’assassino.
SCULLY: Ci sei riuscito?
MULDER: Ho concluso che probabilmente doveva essere un commesso viaggiatore, qualcuno che girava molto, che entrava in contatto con la gente, una persona comune insomma. E venne fuori che Roche era un venditore di aspirapolvere. Per lavoro si spostava nel Nord-Est, entrava in casa della gente per mostrare la merce e intanto spiava i bambini. Sceglieva una vittima e colpiva dopo qualche mese.
SCULLY: Quindi è stato preso grazie al tuo lavoro. (Mulder annuisce) Che mi dici di quei trofei, i cuori di stoffa.
MULDER: Non li abbiamo mai trovati, ma non servivano. Lo abbiamo incriminato per tredici omicidi e li ha confessati tutti quanti, la macchina delle verità ci ha detto che era vero, ma mi è rimasto come un tarlo. Avrei tanto voluto trovare quei cuori e contarli per vedere se erano veramente tredici. Io sono convinto di no.
SCULLY: Se non altro credo di aver trovato una spiegazione al tuo sogno. Credo che tu non abbia mai smesso di pensare a questo caso, e in qualche modo potresti averlo risolto oniricamente.
MULDER: Cioè tu dici che io in pratica l’informazione sulla quattordicesima vittima l’avevo già da tempo e che l’ho elaborata nell’inconscio?
SCULLY: L’hai detto tu stesso una volta. Hai detto che “un sogno è una risposta a una domanda che non sappiamo ancora formulare“. (Mulder annuisce) Hai fatto un buon lavoro. Identifichiamo quella bambina e diamole una sepoltura.


SCENA 4
LABORATORIO AUTOPTICO


(Mulder guarda lo scheletro della bambina posto sopra il tavolo dell’obitorio. Entra Scully.)

SCULLY: Secondo me si tratta di Addie Sparks, era sparita da casa sua a King of Prussica in Pennsylvania nel giugno del ’75. Ho contattato il centro per i ragazzi scomparsi, ho fatto un controllo con il loro database.
MULDER: Il ’75 è troppo presto.
SCULLY: Ci sono tantissime corrispondenze, l’altezza è la stessa, la descrizione del pigiama che indossava...
MULDER: Quindi avrebbe cominciato molto prima di quanto credevamo.
SCULLY: Mulder, dovremo fare una verifica. Sei disposto?

(Mulder annuisce.)


SCENA 5
NORRISTOWN, PENNSYLVANIA


(Mulder e Scully parcheggiano l’auto davanti alla casa di Frank Sparks. Mulder bussa alla porta. Apre un uomo.)

SCULLY: Frank Sparks?
FRANK SPARKS: Voi chi siete?

(Scully mostra all’uomo il tesserino.)

SCULLY: Io sono l’agente Dana Scully, lui è l’agente Fox Mulder. Siamo dell’FBI. Le dobbiamo parlare.
FRANK SPARKS: Hanno trovato Addie?

(Entrano in casa. All’uomo viene consegnata una busta contenente un pezzo di stoffa con il simbolo del dollaro.)

FRANK SPARKS: Questo era per la fatina dei denti. La notte mentre Addie dormiva, le mettevo un quarto di dollaro in questa tasca, l’aveva cucita sua madre.
SCULLY: Dov’è sua moglie ora?
FRANK SPARKS: Lei è morta l’estate scorsa. Così se ho capito, avete detto che il colpevole si trova già in prigione
MULDER: Sì signore e non uscirà.
FRANK SPARKS: E lo fate a tempo pieni di dare alla gente queste notizie?
SCULLY: No, non a tempo pieno.
MULDER: Non è un bel lavoro.
FRANK SPARKS: No. Ero convinto che la sparizione fosse peggiore della morte perché non sapevi cos’era successo, ma adesso che so, sono contento che mia moglie non ci sia più. E’ stata fortunata.

(Mulder si guarda intorno e vede la foto della bambina.)

FRANK SPARKS: Quante altre persone come me andrete a trovare oggi?
MULDER: Scusi?
FRANK SPARKS: C’erano altre vittime di cui non sapevate?

(Scully rivolge lo sguardo a Mulder, poi entrambi escono dalla casa. Mentre si dirigono verso la propria auto, lo sguardo di Mulder è diretto ad una macchina parcheggiata lungo il marciapiede, molto simile a quella che lui vide in sogno.)

MULDER: La macchina. Roche aveva una El Camino bianca, l’ho vista nel mio sogno.
SCULLY: Questo che c’entra adesso?
MULDER: I cuori di stoffa che collezionava avrà voluto averli vicino, cioè in macchina essendo un commesso viaggiatore.
SCULLY: Può darsi. Tu credi che potrebbero essere ancora in quella macchina?
MULDER: Con sé non li ha, la cella è perquisita regolarmente, la posta è controllata.

(Mulder controlla le informazioni nel file di Roche.)

La macchina è stata venduta all’asta nel ’92, subito dopo la condanna. Diamole un’occhiata, dobbiamo trovare quei cuori e contarli.
SCULLY: Non credi che sia già stata esaminata a fondo?
MULDER: Non da me.


SCENA 6
HOLLYVILLE, DELAWARE


(Un ragazzo apre la porta del garage per mostrare l’auto di Roche a Mulder e Scully.)

RAGAZZO: (indicando l’auto) Eccola qua, le ho fatto un po’ di modifiche. Ho tolto la copertura posteriore, ho aggiunto le decorazioni, cose così.
SCULLY: Grazie.
RAGAZZO: Ma davvero la mia macchina era di un serial killer? Non ci credo.

(Mulder sale all’interno dell’auto e inizia a cercare i cuori di stoffa. Scully sale dalla parte del passeggero e cerca anche lei. Mulder prende un coltellino e taglia i sedili in pelle sotto lo sguardo di Scully.)

MULDER: (rivolto a Scully) Farà altre modifiche. Qui c’è qualcosa che non torna.
SCULLY: Forse sono di sotto.

(Scully scende dall’auto, mentre Mulder rivede le immagini del sogno con la scritta “cappello matto”)

MULDER: Cappello matto, cappello... Ehi Scully, la copertura. Il ragazzo ha detto che l’ha tolta.

(Mulder e Scully si dirigono verso il luogo in cui il ragazzo ha messo la copertura della macchina. Mulder toglie il nylon con cui era stata coperta, taglia la parte in velluto e trova il libro di “Alice nel paese delle meraviglie”.)

MULDER: “Alice nel paese delle meraviglie”. Il cappellaio matto.

(Scully gli si avvicina. Mulder sfoglia il libro con timore e all’interno vi trova i cuori di stoffa. Li conta.)

MULDER: Uno, due, tre, quattro, cinque, sei, sette, otto, nove, dieci, undici, dodici, tredici, quattordici!
SCULLY: Addie Sparks. Quindici, sedici.
MULDER: Altre due vittime.


SCENA 7
CARCERE DI LORTON
LORTON, VIRGINIA


(Una guardia carceraria apre un portone a Mulder e Scully. I due agenti lasciano in consegna le pistole, percorrono un breve corridoio ed entrano nella palestra dove un uomo sta giocando a basket.)

JOHN LEE ROCHE: Mulder! Non ci vediamo da tanto. Hai una nuova collega.
MULDER: L’agente Scully.
ROCHE: Cosa vuoi?
MULDER: Abbiamo trovato Addie Sparks.
ROCHE: Congratulazioni, bravi.
SCULLY: E abbiamo trovato i suoi cuori di stoffa. Tutti e sedici.
ROCHE: Aah.
MULDER: Sedici vittime, John. Perché hai detto che erano solo tredici?
ROCHE: Non lo so. Tredici porta fortuna, no?
MULDER: Perché non ci parli delle ultime due vittime?
SCULLY: E’ condannato a vita, non ha niente da perdere.
ROCHE: Neanche da guadagnare.
MULDER: Beh, potresti guadagnare un briciolo di dignità forse, permettendo a quei genitori di dar sepoltura alle figlie.
ROCHE: Ti senti coinvolto personalmente, vero? Facciamo così, fa canestro da lì e te lo dico.

(Mulder tira la palla e fa canestro.)

ROCHE: Ti fidi di un depravato. Se mi fai riavere i miei cuori, ti dico tutto quello che vuoi. (alla guardia) Sto uscendo.


SCENA 8
UFFICIO DEGLI X-FILES
QUARTIER GENERALE FBI
WASHINGTON, D.C.


(I tredici cuori di stoffa sono posizionati sopra la scrivania di Mulder all’interno di buste di plastica. Mulder sta dormendo con la testa appoggiata al piano della scrivania, quando sembra svegliarsi. Si toglie gli occhiali, strofina gli occhi e guarda davanti a sé. La sua attenzione è rivolta al puntino rosso che vede muoversi. Il puntino scende sul pavimento ed esce dall’ufficio.)

TELEVISIONE: E quindi ha confermato che le è stato imposto di stato cancellare una parte della conversazione tra il Presidente Nixon e Haderman mentre .... il nastro sequestrato... La Woods ha testimoniato di aver cancellato solo circa cinque minuti della conversazione, mentre il nastro ne conteneva almeno quindici.

(Samantha, la sorella di Mulder, è seduta a terra davanti a un gioco.)

SAMANTHA: Fox, sta a te muovere!
TELEVISIONE: Rispondendo alle domande del senatore Howard Backer, Haderman ha ripetuto la spiegazione ufficiale della Casa Bianca secondo cui Rose Mary Woods...

(Mulder cammina verso Samantha.)

MULDER: Samantha...
TELEVISIONE: ...avrebbe cancellato direttamente quella parte a causa della sua imperizia...
SAMANTHA: Allora muovi o no? Dobbiamo proprio vedere questa lagna?
TELEVISIONE: E’ molto difficile accettare la conclusione che sia stato un incidente così come vorrebbe la Casa bianca.
MULDER: Il mago comincia solo alle nove.
SAMANTHA: Mamma e papà hanno detto che potevo vedere il film, brutto muso!
MULDER: Adesso sono dai Galbrands e hanno detto che ero io che comandavo.

(Si sente un rumore, la tv si spegne, tutto inizia a tremare.)

MULDER: No! Un’altra volta!

(La stanza viene illuminata dall’esterno da una luce molto forte. Sembra ci sia qualcuno che sta tentando di entrare dalla porta. Mulder cerca la sua pistola, ma non la trova.)

MULDER: (rivolto a Samantha) Dai scappa!

(Mulder con un colpo riesce a far cadere una scatola che si trova sopra un mobile. Nella scatola c’è una pistola. Mulder la sta per prendere quando si apre la porta. Entra un uomo. E’ ROCHE. Mulder lo guarda e rimane immobile.)

SAMANTHA: Fooox! Fooooox!
MULDER: Samantha!

(Mulder si sveglia di soprassalto e prende in mano le buste contenenti i cuori di stoffa.)


SCENA 9
CARCERE DI LORTON
LORTON, VIRGINIA


(Mulder è seduto al tavolo. Sente la porta aprirsi. Si alza. Entra Roche e si siede.)

ROCHE: Mi hai portato i miei cuori?
MULDER: Ieri hai detto che mi sentivo coinvolto personalmente. Perché? Dov’eri nel 1973?
ROCHE: Tutto l’anno?
MULDER: In novembre, il 27 novembre. Tu sai dove voglio arrivare.
ROCHE: Vendevo aspirapolvere nel 1973. Quell’anno sono stato a Martha’s Vineyard e ho venduto una aspirapolvere a tuo padre. Serviva a tua madre. Mi pare fosse una Electrovac modello Duchess, o Princess. Io e tuo padre facemmo una lunga chiacchierata, era indeciso nella scelta.
MULDER: E cosa sai di mia sorella?
ROCHE: Tu portami i miei cuori, e magari ti dico di più.

(Mulder improvvisamente colpisce con un pugno il viso di Roche, che cade a terra. Nella stanza entrano due guardie.)

ROCHE: Quest’uomo, mi ha colpito.
GUARDIA: Io non ho visto.
SCULLY: (rivolta a Mulder) Io ho visto.

(Mulder e Scully escono dalla stanza e camminano lungo il corridoio del carcere.)

MULDER: E’ stato lì, capisci? A casa nostra, ha preso Samantha.
SCULLY: Nel tuo sogno Mulder, è stato un sogno, un prodotto della tua mente.
MULDER: Un sogno è una risposta a una domanda che non sappiamo ancora formulare. Qualcosa sepolto nel nostro inconscio. L’hai sentito, sa qualcosa. Ha detto di essere stato a Martha’s Vineyard.
SCULLY: E’ un segreto di stato che vivevi a Martha’s Vineyard?
MULDER: Ma come ha fatto a scoprirlo?
SCULLY: Grazie alla biblioteca della prigione. I detenuti hanno accesso ai computer e a internet. Ho controllato, Roche si è collegato giusto ieri.
MULDER: Cosa cercava?
SCULLY: Le registrazioni del server non lo dicono, ma sulla rete può trovare praticamente tutto su di te. Sta facendo un gioco sporco, ti sta ricattando emotivamente e tu glielo lasci fare. Sei entrato in quella stanza totalmente indifeso, lui ti ha visto vulnerabile e ne ha subito approfittato. Hai fatto un sogno, è stato un incubo e... e lo hai avuto per via delle emozioni che questo caso ancora ti scatena ma... non era nient’altro che un sogno.
MULDER: Il mio ultimo sogno era vero. Scully, tu ci credi che mia sorella Samantha sia stata rapita dagli alieni? Ci hai mai creduto per un momento? (Scully non dice nulla e abbassa lo sguardo) No. E cosa credi le sia capitato?
SCULLY: Perché? Tu cosa credi adesso?
MULDER: Non lo so, non so cosa è successo, non so cosa credere. So soltanto che devo scoprirlo.

(Mulder si allontana, dopo un attimo Scully lo segue.)


SCENA 10
GREENWICH, CONNECTICUT


(Mulder si trova nella scantinato della casa della madre e cerca qualcosa.)

SIGNORA MULDER: Fox!
MULDER: Sì mamma, sono io, sono qui nello scantinato. Scusami, non ti volevo svegliare, mi dispiace. Come ti senti?
SIGNORA MULDER: Bene grazie, sto bene. Che cosa ci fai qua sotto in piena notte?
MULDER: (le mostra i cuori di stoffa) Non è che riconosci uno di questi pezzi di stoffa?
SIGNORA MULDER: Ma che cosa sono?
MULDER: Guardali bene, non hanno un’aria familiare?
SIGNORA MULDER: Familiare in che senso?
MULDER: Niente, familiare. Li avevi mai visti?
SIGNORA MULDER: Fox, non lo so, cosa vuoi che ti dica? Lo sai che la mia memoria non è più tanto buona da quando ho avuto quell’attacco.
MULDER: Ma sì, scusa. (le fa un sorriso e la abbraccia) Non fa niente.
SIGNORA MULDER: Fox.
MULDER: Papà non ti ha mai comprato un aspirapolvere,vero?
SIGNORA MULDER: Sì, tanto tempo fa, non lo uso più.
MULDER: Dov’è?
SIGNORA MULDER: Beh, è sotto la scala, nello sgabuzzino.

(Mulder va a controllare nello sgabuzzino.)

SIGNORA MULDER: Fox, ma che ti prende?

(Mulder apre lo sgabuzzino, sposta alcuni scatoloni e trova l’aspirapolvere, una Electrovac Pincess.)


SCENA 11
UFFICIO DI SKINNER
QUARTIER GENERALE FBI
WASHINGTON, D.C.


(Skinner è seduto alla sua scrivania. Mulder e Scully entrano in ufficio.)

MULDER: Signore, non mi permettono di vedere ROCHE. Dicono che l’ordine viene da lei.
SKINNER: Può spiegarmi come le è venuto in mente di colpire un detenuto?

(Mulder guarda Scully.)

SKINNER: Non me lo ha riferito l’agente Scully anche se avrebbe dovuto. La scena è stata ripresa da una telecamera sempre in funzione, io l’ho vista e le sta andando anche bene.
MULDER: Signore.
SKINNER: Si è fatto prendere la mano, è caduto nella sua provocazione.
MULDER: Ho ragione di credere che possa dirci cosa è successo a mia sorella.

(Skinner guarda Scully.)

SCULLY: In effetti è possibile, signore. ROCHE a quanto pare ha passato buona parte del ’73 a Boston. Ha fatto un giro di vendite a Martha’s Vineyard nell’ottobre di quell’anno. I tempi coincidono.
MULDER: Sì, coincidono. Gli devo parlare un’altra volta.
SKINNER: A maggior ragione la trovo un’idea decisamente infelice.
SCULLY: Però, rimane il fatto che abbiamo altre due vittime da ritrovare e identificare, e nessuno conosce bene Roche quanto l’agente Mulder ed è ancora suo il caso.
SKINNER: (rivolto a Mulder) Ci vada molto piano, chiaro?

(Mulder annuisce.)

SKINNER: (rivolto a Scully) E lei lo controlli.

(Mulder e Scully escono dall’ufficio di Skinner.)


SCENA 12
CARCERE DI LORTON
LORTON, VIRGINIA


(Mulder e Scully sono nel carcere per interrogare di nuovo Roche. Quest’ultimo si siede, di fronte a lui, seduto, c’è Mulder, mentre Scully è seduta di lato a Mulder.)

ROCHE: Io non parlo se ha intenzione di picchiarmi.

(Mulder gli consegna due cuori di stoffa, Roche sta per prelevarli dalla busta in plastica quando viene bloccato da Mulder.)

MULDER: No, tu non li tocchi. Restano nelle buste. Sentiamo.
ROCHE: (guardando Mulder con aria di sfida) Credo che uno tu lo conosca già.
SCULLY: Deve provarlo.
ROCHE: (sorride) C’era il Watergate in tv. Tu e tua sorella eravate in soggiorno. Giocavate a un gioco da tavolo che aveva dei pezzi rossi e blu, di plastica. Comunque tu volevi vedere un altro programma, quello con Bill Bixby. Come diavolo si chiamava?
MULDER: E questo come fai a saperlo?

(Scully guarda Roche e poi rivolge uno sguardo preoccupato verso Mulder.)

ROCHE: Stavo guardando dalla finestra e sentivo tutto.
MULDER: Se questa storia è vera, dimmi dov’è mia sorella.
ROCHE: Prendi il suo.
MULDER: Come sarebbe?
ROCHE: (indica i due cuori) Scegli quello di tua sorella, e io ti dirò dov’è. Andiamo, hai il 50% di probabilità. Vi do una vittima in ogni caso.

(Mulder sceglie un cuore.)

ROCHE: Questo? Sicuro che sia questo?

(Mulder sembra abbastanza confuso, mentre Scully trattiene la sua rabbia.)

ROCHE: Stavo scherzando. Un’ottima scelta.


SCENA 13
FORKS OF CACAPON, WEST VIRGINIA


(Mulder è vicino ad un albero, sposta delle foglie e scopre la scritta “cappello matto” incisa sul tronco. Mentre Scully controlla la scritta, Mulder inizia a scavare a mani nude la terra sottostante. Scully lo guarda preoccupata.)

SCULLY: Mulder, facciamo venire una squadra, facciamolo fare a qualcuno.
MULDER: Aiutami, Scully!

(Mulder continua scavare, aiutato da Scully. Dopo poco si fermano. Si intravede sotto la terra una maglietta da cui è stato ritagliato un pezzo di stoffa a forma di cuore.)


SCENA 14
LABORATORIO AUTOPTICO


(Mulder accende le luci, si avvicina al tavolo dove è posizionato il piccolo scheletro ritrovato nel bosco, ora coperto da un telo. Mulder apre il file. Dopo aver guardato le radiografie, toglie il telo da sopra lo scheletro e tocca la clavicola. Scully apre la porta del laboratorio e vede Mulder.)

SCULLY: Mulder...
MULDER: Questa non è Samantha. Ho ragione, vero? Samantha si era rotta una clavicola a sei anni, la sinistra, era caduta dall’altalena. Questa non è rotta, vero?
SCULLY: (toccando la clavicola) Sì, hai ragione tu, corrisponde. Non è lei.

(Mulder è provato, Scully gli fa una carezza sulla schiena.)

MULDER: E’ una bambina, comunque.


SCENA 15
CARCERE DI LORTON
LORTON, VIRGINIA


(Mulder e Scully sono nella stanza degli interrogatori, seduti di fronte a Roche.)

ROCHE: Le probabilità erano al 50%.
SCULLY: Ci dica il nome di quella bambina.
ROCHE: Si chiamava Karen Anne Philiponte, viveva in un grande ranch.

(Mulder lo guarda, mentre Scully prende appunti.)

ROCHE: A East Amherst, New York. C’era la menta sul davanzale, io la guardavo da quella finestra da sopra i ramoscelli di menta, che buon profumo.
SCULLY: (alquanto scocciata) In che anno?
ROCHE: Era nel luglio del ’74. Avevo cercato di vendere una Electrovac, ma la madre aveva detto “grazie, non lo prendo”. Tanto peggio.

(Mulder prende dalla tasca l’ultimo cuore di stoffa e lo appoggia sul tavolino. Roche lo prende in mano.)

ROCHE: E’ tua sorella.
MULDER: Se è vero dimmi dov’è.
ROCHE: Tu vuoi sapere molto più di questo. Tu vuoi sapere tutto, vero? Il gran mistero rivelato.
SCULLY: La smetta di giocare, Roche.
ROCHE: Non posso dirtelo così, insomma... tu ancora non mi credi. Hai bisogno che te lo faccia vedere, che ti ci conduca perché, dopo tutti questi anni non ti accontenteresti di semplici parole, vero?
MULDER: Tu vuoi soltanto uscire di qui. (si alza)
ROCHE: Su questo hai ragione. Anche soltanto per un giorno o due, non mi illudo. Ma soprattutto voglio vedere la tua faccia.
SCULLY: (si alza) Vedrà le pareti della sua cella invece! Ci marcirà qui dentro!

(Scully si dirige verso la porta e aspetta che esca Mulder. Usciti dalla stanza, Scully guarda Mulder in modo preoccupato.)

SCULLY: Ti senti bene?

(Mulder annuisce.)

SCULLY: Quello che non dobbiamo fare è lasciargli condurre il gioco. Se lo fa può menarci per il naso all’infinito. Sei in grado di capirlo, lo so. Deve esserci un altro modo per arrivare alla verità.

(Mulder annuisce di nuovo, guardandola. Poi entrambi guardano Roche che viene portato via dalla stanza degli interrogatori.)


SCENA 16
APPARTAMENTO DI MULDER


(Mulder è sdraiato sul divano. Si alza e telefona.)

VOCE AL TELEFONO: Dipartimento di Giustizia.
MULDER: Sono l’agente speciale Fox Mulder dell’FBI, matricola JTT047101111. Voglio richiedere l’autorizzazione per prelevare un detenuto federale.


SCENA 17
A BORDO DEL VOLO 1650
DA WASHINGTON A BOSTON


(Uno stewart apre una coca-cola. Roche è seduto accanto a Mulder.)

ROCHE: Devo andare al bagno.
MULDER: Tieni le mani in grembo (e copre le mani ammanettate con una giacca)
STEWART: (voce fuori campo) Allora ti piace volare?
BAMBINA: (voce fuori campo) Sì!
MULDER: Scusate.

(Mulder non riesce a passare, il corridoio è occupato dalla hostess. Roche si ferma a parlare con una mamma e la figlia.)

ROCHE: Primo volo?
DONNA: Sì, è talmente eccitata.
MULDER: Permesso, mi scusi
ROCHE: Ti diverti?
CAITLIN ROSS: Mmm-mmmh
ROCHE: Come ti chiami?
CAITLIN ROSS: Caitlin.
MULDER: (arriva dietro a Roche e lo fa alzare) Muoviti.


SCENA 18
UFFICIO DI SKINNER
QUARTIER GENERALE FBI
WASHINGTON, D.C.


SKINNER: Come sarebbe che ha fatto uscire Roche?
SCULLY: L’agente Mulder ha convinto il giudice che era una situazione d’emergenza.
SKINNER: E lei dov’era nel frattempo?
SCULLY: Lo avevo lasciato solo il pomeriggio, gli avevo suggerito di dormire un po’. Sono praticamente certa di dove sia andato e credo di poterlo riacciuffare.
SKINNER: Sarò io ad acciuffarlo, dov’è andato?
SCULLY: A Martha’s Vineyard. Spero che lei abbia presente la peculiarità della situazione e i suoi effetti sull’agente Mulder.
SKINNER: Sono ben consapevole degli effetti che ha su di lui, certo. Se si ricorda erano quelli che mi preoccupavano quando se ne è parlato. Lei mi ha deluso, recuperiamo la situazione prima che sia troppo tardi.


SCENA 19
MARTHA'S VINEYARD
MASSACHUSETTS


(Mulder apre la porta ed entra in casa con Roche.)

ROCHE: Non c’è nessuno? (si siede su di un divano coperto con del nylon) Ero su questo divano quando tuo padre decise di cambiare l’aspirapolvere, sei pronto?
MULDER: Forza.
ROCHE: Novembre 1973. Scrutavo la casa da ore, avevo parcheggiato qui di fronte, ero in perlustrazione e non pensavo di agire quella sera, ma poi tutto ad un tratto i tuoi genitori escono e io mi dico...
MULDER: Dove andavano?
ROCHE: (si alza) Qui dai vicini, a giocare a carte immagino, a bridge, non lo so...
MULDER: Continua.
ROCHE: Dopo che sono usciti scendo dalla macchina e mi avvicino. Mi metto a guardare te e tua sorella che state giocando per terra. Poi, poco dopo le otto mi sento pronto così vado alla scatola del contatore, stacco la corrente. Le luci si spengono. Allora vado alla porta, la voglio forzare, invece la trovo aperta. Il 1973, c’era meno delinquenza allora.
MULDER: E poi cosa hai fatto?
ROCHE: Beh, te lo ricordi. Io sono entrato in casa e tu hai cercato di prendere la pistola di tuo padre. Una mossa coraggiosa, ma poi ti sei come bloccato, e io ho portato via tua sorella. L’ho portata con me.
MULDER: E’ successo proprio qui? In questa stanza?
ROCHE: (titubante) Sì.
MULDER: La casa non è questa! Mio padre questa l’ha comprata subito dopo aver divorziato da mia madre. Qui siamo a Tisbury, la casa dove è stata rapita Samantha è a Chilmark, che è lontano sei miglia. Non ci sei mai stato! Non l’hai presa tu Samantha!
ROCHE: Ti vuoi illudere.
MULDER: No. E forse so cosa è successo, in qualche modo sei entrato nei miei sogni.
ROCHE: Come dici?
MULDER: Io ti ho studiato, sono entrato nella tua testa e forse tu sei entrato nella mia. In qualche modo si è creata una connessione tra noi due. Attraverso questa hai avuto accesso ai miei ricordi su mia sorella Samantha e li hai usati contro di me consapevolmente!
ROCHE: Tu non vuoi vedere.
MULDER: Tu sei nella casa sbagliata, stupido figlio di puttana, qui non ci sei mai stato, sei un bugiardo!
ROCHE: E’ geografia questa, solo geografia! Dopo ventitre anni ho fatto uno sbaglio geografico.
MULDER: Però ricordavi bene tutti gli altri dettagli! Questo perché li hai osservati attraverso i miei occhi, attraverso i miei sogni.

(Roche torna a sedersi sul divano.)

ROCHE:Ho sentito delle storie su di te. Sai cosa? Ho sentito che dai la caccia agli alieni, ai marziani. Ti sentivi molto meglio finché potevi credere fosse stato un disco volante. (imita il rumore di un UFO) Ti ho detto la sacrosanta verità. Vedo che non sei così aperto di mente come pensavo.
MULDER: (sorridendo) Devi essere stato un grandissimo venditore tu. Il primo volo è domattina alle sei, goditi le tue ultime ore di libertà. Andiamo.


SCENA 20
HOTEL


(Roche sta dormendo, mentre Mulder, seduto al tavolo, osserva il cuore di stoffa quando sembra sentire una voce.)

SAMANTHA: Fox! Fox! Fox, aiuto! Liberami, aiuto!

(Mulder si alza, guarda fuori dalla finestra e vede Samantha chiedere aiuto dentro una macchina bianca.)

SAMANTHA: Fox, aiutami! Aiutami! Sono qua!

(Mulder esce e corre verso l’auto parcheggiata di fronte all’hotel. Cerca di aprire lo sportello.)

SAMANTHA: Fox, ti prego, aiutami! Fox!

(Mulder prende delle chiavi e riesce ad aprire lo sportello. Samantha gli salta al collo. Si abbracciano forte. Mulder la guarda e sorride, poi vede un puntino rosso e compare la scritta “BYE” - “Arrivederci”. Mulder si gira e non ha più Samantha tra le braccia. E’ mattina, Mulder sta dormendo con la testa appoggiata al tavolino, viene svegliato da qualcuno che bussa alla porta. Mulder si alza di scatto, lanciando il tavolino. Ha le manette ai polsi.)

SCULLY: Mulder!
SKINNER: Mulder, apra!

(Mulder si guarda intorno. Più tardi sta parlando con Scully e Skinner.)

SKINNER: Ha lasciato andar via Roche?!
MULDER: Non so dormivo, ho avuto un altro incubo.
SKINNER: (rivolto ad altri agenti) Andate a chiedere se qualcuno l’ha visto uscire.
MULDER: Ha preso l’ultimo cuore di stoffa.
SCULLY: Ha preso anche il tuo distintivo e il telefono.
SKINNER: La sua pistola?
MULDER: Anche.
SKINNER: Come si giustifica agente Mulder?
MULDER: Non lo faccio.
SKINNER: Ah no?! Un pazzo è scappato per colpa sua, e chissà quante ore ha di vantaggio su di noi. Sa dove si può essere diretto?
MULDER: (dopo aver pensato un attimo) Sì.
SCULLY: Dove?
MULDER: Mi dia il telefono.

(Skinner pone il suo cellulare a Mulder.)

MULDER: (compone un numero di telefono) C’era una bambina sull’aereo.
SCULLY: Che bambina?
VOCE AL TELEFONO: Seabord Air.
MULDER: Senta vorrei parlare con un dirigente.
SCULLY: Mulder, che bambina?

(Mulder le fa cenno di attendere)

VOCE AL TELEFONO #2: Sì, mi dica.
MULDER: Sono l’agente Fox Mulder dell’FBI, vorrei avere la lista dei passeggeri del volo 1650 da Washington per Boston delle 20:50 di ieri sera. Le do la mia matricola, è JTT...
VOCE AL TELEFONO #2: Agente Mulder, la lista dei passeggeri gliel’ho comunicata dieci minuti fa.
MULDER: (rivolto a Scully e Skinner) Un agente Mulder li ha chiamati dieci minuti fa per chiedere la stessa cosa.


SCENA 21
NEW FRIENDS DAY CARE
SWAMPSCOTT, MASSACHUSETTS


(Mulder e gli altri agenti arrivano all’asilo frequentato dalla piccola Caitlin, mentre alcuni poliziotti sono già sul posto.)

DONNA: Mi ha detto di essere dell’FBI. Ha detto che sua madre aveva avuto un incidente e che doveva prendere Caitlin.
POLIZIOTTO: Se ho capito era un uomo bianco.
DONNA: Sì.
POLIZIOTTO: E quanto era alto?
DONNA: Sarà stato un metro e novanta direi. Ha detto che si chiamava Mulder. Aveva il distintivo. Ha detto che era in servizio. Oh, povera me, che cosa ho fatto?

(Mulder, Scully e Skinner si avvicinano.)

POLIZIOTTO: (rivolto a Skinner) Ho mandato un’auto a prendere la madre della bambina, sta arrivando.
SKINNER: Va bene.
DONNA: (piangendo) E io che cosa le dico? E’ tutta colpa mia.
MULDER: Non è colpa sua, è colpa mia.

(Mulder si allontana e va verso la macchina. Scully lo segue.)

MULDER: Scully, mi dispiace. Avevi ragione, si è soltanto preso gioco di me.
SCULLY: Non credi più che abbia rapito Samantha?
MULDER: Non ha nessuna importanza ormai.
SCULLY: Dove pensi che andrà con la bambina? Seguirà il suo modus operandi e la porterà in un altro stato?
MULDER: Non ha ragione di farlo. Sa che lo prenderemo, gli serve soltanto che sia il più tardi possibile. Resterà nella zona di Boston, qui nei paraggi.
SCULLY: Non sai se è abitudinario, se la porterà in un posto che gli è familiare?
MULDER: Per rivivere le glorie passate? Non so, può darsi, tu che ne pensi?
SCULLY: Ha vissuto a Boston negli anni ’70, giusto?

(Scully prende il file di Roche. Vengono raggiunti da Skinner.)

SKINNER: Cosa cerca?
SCULLY: Il vecchio indirizzo di Roche qui in città, vediamo. Alice Road 980, appartamento 6.
MULDER: E’ là.
SKINNER: Come lo sa?
MULDER: “Alice nel paese delle meraviglie”. Lui è il Cappellaio Matto!
SKINNER: Ma che vuol dire?
MULDER: Da lì ha preso l’ispirazione iniziale.
SKINNER: (rivolto agli altri agenti) Venite andiamo!

(Mulder, Scully e Skinner salgono in macchina.)


SCENA 22
980, ALICE ROAD


(Mulder, pistola in pugno, sfonda la porta. Nell’appartamento entrano anche gli altri agenti.)

SKINNER: Nelle altre stanze!

(Gli agenti continuano a guardare attorno.)

SCULLY: Non credo che l’abbia portata qui.
MULDER: (guardando fuori dalla finestra nota un campo con degli autobus abbandonati) Non ci ha mai portato nessuno.

(Mulder esce dall’appartamento, seguito da Scully, Skinner e gli altri agenti.)

AGENTE: Tutti fuori!

(Mulder corre, arriva ad una parete di metallo e vi si arrampica fino alla cima. Dall’altro lato c’è il campo con gli autobus.)

SKINNER: Forza venite! Cerchiamo l’ingresso.

(Dopo aver scavalcato la parete, Mulder cammina fra gli autobus quando improvvisamente sente l’urlo di una bambina. Mulder corre verso il luogo da cui arrivava l’urlo. Si ferma, ma è completamente circondato da autobus tutti uguali. La sua attenzione viene attirata da delle antenne, posizionate sopra un autobus, che si stanno muovendo. Lo raggiunge e lentamente sale all’interno dell’autobus. Sui sedili in fondo vede seduta la piccola Caitlin e dietro di lei c’è Roche.)

ROCHE: Comincio a pensare che fra di noi ci sia quella connessione che dicevi, sembra che tu riesca sempre a trovarmi.
MULDER: (cammina lentamente nel corridoio) Tutto bene, Caitlin?

(La bambina annuisce.)

MULDER: Perfetto. Mi chiamo Fox, ora ti riporto a casa.

(La bambina annuisce nuovamente.)

ROCHE: Ho la tua pistola, Fox.
MULDER: Caitlin, puoi farmi un favore? Puoi contare fino a venti, ti va? Chiudi gli occhi e conti ad alta voce. Conta lentamente.
CAILTIN/MULDER: Uno, due...

(Mulder ora si mette davanti a Roche e gli punta la pistola in faccia.)

CAILTIN: Tre, quattro...
ROCHE: Io sparo.
MULDER: Roche, non mettermi alla prova.
CAILTIN: Cinque, sei...

(Roche sta puntando la pistola alla bambina da dietro il sedile.)

CAILTIN: Sette...
ROCHE: Non mi lasci molta scelta.
CAILTIN: Otto, nove...
ROCHE: Io non voglio ritornare in prigione.

(Arrivano Scully e Skinner.)

SKINNER: Butta la pistola, Roche!
CAILTIN: Dieci, undici...

(Roche prende una busta con il cuore di stoffa e la mostra a Mulder.)

CAILTIN: Dodici, tredici...
ROCHE: Ne è rimasto uno. Come la troverai senza di me?
CAILTIN: Quattordici, quindici...
ROCHE: Sei così sicuro che non è Samantha? Eh?
CAILTIN: Sedici, diciassette...
ROCHE: Sei così sicuro?
CAILTIN: Diciotto...

(Mulder continua a guardare Roche senza dire alcuna parola. Roche sta per premere il grilletto.)

CAILTIN: Diciannove...

(Mulder spara a Roche. Caitlin urla e scappa.)

SCULLY: Sta tranquilla, è tutto finito.

(Mulder ha sparato un colpo in testa a Roche. Lo guarda per pochi istanti e poi se ne va.)


SCENA 23
UFFICIO DEGLI X-FILES
QUARTIER GENERALE FBI
WASHINGTON, D.C.


(Nella penombra dell’ufficio, Mulder è seduto alla scrivania, ha uno sguardo triste. Si sente bussare alla porta, Mulder alza lo sguardo e vede Scully. Si guardano. Scully si avvicina e appoggia sulla scrivania una cartella.)

SCULLY: Ho i risultati delle analisi del laboratorio. L’analisi delle tinture ha stabilito che la stoffa dell’ultimo cuore è stata prodotta tra il 1969 e il 1974, ma a parte questo non ci possono dire altro. Mulder, non è Samantha, ma chiunque fosse veramente quella bambina, la troveremo.
MULDER: (sussurrando) In che modo?
SCULLY: Io non lo so, ma so che tu la cercherai.

(Mulder alza lo sguardo verso Scully, che si trova a fianco a lui.)

SCULLY: Perché non te ne vai a casa a dormire un po’?

(Mulder la guarda di nuovo e le sorride. Lei ricambia. Si abbracciano. Lui le mette una mano attorno alla vita, mentre lei gli accarezza dolcemente i capelli, poi esce. Mulder continua a sorridere e guarda verso la porta. Volge poi lo sguardo al cuore di stoffa che ha sulla scrivania, lo prende, lo mette nel cassetto e lo chiude.)


Trascrizione effettata da Scully2008


Appartamento di Mulder
2630 Hegal Place - Appartamento num. 42 Alexandria, Virginia 23242

Bosher's Run Park - Manassas, Virginia

FBI Headquarters - Washington, D.C.

Norristown, Pennsylvania

Hollyville, Delaware

Greenwich, Connecticut

Forks of Cacapon, West Virginia

Seaboard Air Flight #1650 - Washington, D.C. to Boston

New Friends Daycare - Swampscott, Massachusetts

9809 Alice Road - Boston


Per ulteriori informazioni sugli eventi accaduti in questo episodio consulta la timeline di questa stagione
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[Mulder] Un sogno è una risposta a una domanda che non sappiamo ancora formulare.


 
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