#4X04 Teliko - Spiriti albini

#4X04 Teliko - Spiriti albini
di Howard Gordon
diretto da James Charleston


Mulder e Scully combinano folklore e scienza per risolvere le misteriose sparizioni di uomini afroamericani
Quattro uomini afroamericani sono svaniti sulle strade di Filadelfia. Una task force FBI/forze di polizia non viene a capo di nulla ... finché non viene scoperto il corpo della vittima più recente. Sorprendentemente, la violenza non è la causa della morte. La bizzarra mancanza di pigmentazione nel cadavere suggerisce una qualche malattia sconosciuta. Il Centro per il Controllo delle Malattie chiama Scully per districare il mistero medico.

Mulder, comunque, crede che sia coinvolto più che un semplice agente patogeno. Le sue indagini lo conducono ad un insabbiamento di una morte simile su un volo proveniente dall'Africa occidentale, e la presenza di una pianta tossica nativa di quell'area. Nel frattempo, Scully scopre che la ghiandola pituitaria della vittima - che produce fra gli altri ormoni, la melanina - è stata distrutta in qualche modo.

Mentre sono in corso le indagini, l'assassino colpisce di nuovo. Questa volta un giovane studente nero viene pedinato e rapito ad una fermata dell'autobus. Le prove conducono Scully e Mulder ad un immigrato dell'africa occidentale giunto da poco, Samuel Aboah. Lo arrestano quando tenta di scappare. Gli esami clinici rivelano che, fra altre particolari anormalità, ad Aboah manca la ghiandola pituitaria.

Un suggerimento dal suo informatore delle Nazioni Unite spedisce Mulder dal Ministro Diabira, un diplomatico del paese dell'Africa dell'Ovest del Burkina Faso. Controvoglia, Diabria ammette di aver ordinato l'insabbiamento del primo assassinio - perché conosceva l'identità dell'assassino. Era uno dei mitici Teliko: maligni spiriti dell'aria, che emergono di notte per succhiare la vita ed il colore dalle loro vittime. Chi avrebbe creduto che una terrificante favola del folklore dell'Africa Occidentale potesse prendere vita nell'America del ventesimo secolo? Nessuno ... tranne Mulder.

Mulder spiega la sua teoria ad una scettica Scully: i Teliko non sono entità spettrali, ma membri di un clan africano perduto, che è sopravvivuto per generazioni cacciando altri umani per rubargli quello che a loro mancava: ormoni dalla ghiandola pituitaria.

Aboah scappa all'ospedale. Nella caccia all'uomo che ne consegue, Aboah cattura Mulder. Scully viene in aiuto di Mulder e spara ad Aboah appena in tempo per salvargli la vita. E la verità dei Teliko è destinata a morire insieme a lui. 
Attori Protagonisti
DAVID DUCHOVNY - Agente Speciale Fox Mulder
GILLIAN ANDERSON - Agente Speciale Dana Scully

Attori Co-Protagonisti
MITCH PILEGGI - Vicedirettore Walter Skinner
DON STEWART - l'Uomo d'affari
MAXINE GUESS - assistente di volo
WILLIE AMAKYE - Samuel Aboah
GEOFFREY AYI-BONTE - il Collega Seduto
BOB MORRISEY - Dott. Simon Bruin
CARL LUMBLY - Marcus Duff
BRENDAN BEISER - Agente Pendrell
DEXTER BELL - Alfred Kittel
LAURIE HOLDEN - Marita Covarrubias
ZAKES MOKAE - Diabria
SEAN CAMPBELL - Ten. Madsen 

Trasmesso la prima volta in TV
USA 18/10/96
Italia 13/04/97
  • 925 - Quando Mulder sbircia il documento del residente estero Aboah, possiamo notare che il compleanno di Aboah è il 25/9/62 -- la figlia di Gillian, Piper, è nata il 25/9.
  • 517 - L'ora in cui Scully arriva al lavoro la mattina è le 5:17. Il 17/5 è il compleanno della moglie del produttore/scrittore Frank Spotnitz.
  • Tag Line - La solita "The Truth Is Out There", viene sostituita con "Deceive Inveigle Obfuscate" (in italiano "Ingannare Persuadere Confondere"), una frase usata da Scully e Mulder in questo episodio.
SCENA 1
INTERNO DI UN AEREO
17 MAGGIO 1996


(Un uomo sta leggendo dei documenti in francese. Sembra non che non si senta bene. Si alza dal suo posto e va in bagno)

UOMO: (urla) Aaaaaaaaaahhhhhhhhhhhhhhhhh

(La scritta sulla porta del bagno passa da “libero” a “occupato”. L’aereo sta per atterrare all’Aeroporto Nazionale Kennedy)

VOCE FUORI CAMPO: Stiamo iniziando la discesa all’aeroporto internazionale JFK. L’atterraggio è previsto tra 15 minuti. Per i passeggeri che hanno qualcosa da dichiarare........
HOSTESS: (in francese) Mi scusi, signore. Dov’è il passeggero che era seduto qui?
PASSEGGERO: (in francese) Non l’ho visto ...quando mi sono svegliato. Forse è alla toilette.

(Nel bagno si vede un uomo sollevarsi da terra. Ha gli occhi rossi e delle macchie sul viso. Esce dal bagno e incrocia l’hostess)

HOSTESS: (in francese) Ah, la prego di accomodarsi signore.

(La hostess bussa alla porta del bagno dove è scritto “occupato” )

HOSTESS: Atterreremo fra pochi minuti. Signore? (la donna apre la porta e trova un uomo morto) Aaaaaaaahhhhhhhhhhh


SIGLA
SCENA 2
QUARTIER GENERALE FBI
WASHINGTON, D.C.
5:17 AM


(Scully bussa alla porta dell’ufficio di Skinner)

SKINNER: Avanti .Grazie di essere venuta così presto.
SCULLY: Non c’è molto traffico a quest’ora.
SKINNER: Agente Scully questo è il dottor Simon Bruin del Centro Controllo Malattie di Philadelphia.
BRUIN: Piacere, dottoressa Scully.
SKINNER: Cosa sa a proposito di quella serie di rapimenti che sono avvenuti a Philadelphia?
SCULLY: Soltanto quello che ho letto sui giornali e cioè che negli ultimi tre mesi sono scomparsi quattro ragazzi, tutti afro-americani.
SKINNER: L’FBI e il Dipartimento di Polizia di Philadelphia hanno lavorato a questi casi senza ottenere risultati apprezzabili, fino a ieri sera.
SCULLY: Perché cosa è successo?
SKINNER: Owen Senders l’ultimo dei ragazzi scomparsi è stato trovato morto vicino a un cantiere.
SCULLY: Come è stato ucciso?
SKINNER: E’ questo il punto agente Scully. Non è stato ucciso, non ci sono prove che indichino un omicidio
SCULLY: E’ stata determinata la causa della morte?
SKINNER: No, ma il dottor Bruin le esporrà la sua opinione.
BRUIN: (pone una foto a Scully) Questa è stata scattata ieri sera, più o meno un’ora dopo il ritrovamento del corpo di Senders
SCULLY: Ma credevo che Owen Senders fosse un uomo di colore.
BRUIN: Sì, infatti.
SCULLY: Scusi non riesco a capire.
BRUIN: (passa a Scully un articolo di giornale) Guardi lei stessa. Owen Senders era un uomo di colore perfettamente normale.
SCULLY: Immagino che lei abbia già una ipotesi
BRUIN: La depigmentazione che vediamo potrebbe essere la conseguenza di una malattia,letale a quanto sembra
SCULLY: Allora nessuno degli uomini scomparsi sarebbe vittima di un delitto.
BRUIN: E’ mia opinione dottoressa che questa indagine debba iniziare e terminare al microscopio.
SKINNER: Il dottor Bruin spera che lei con la sua esperienza medica possa compiere una analisi rapida e precisa.


SCENA 3
LABORATORIO DI PATOLOGIA DELL’FBI
7:25 AM


(Il cadavere di Owen Senders è steso sul tavolo dell’obitorio)

SCULLY: Caso n° 2139318537. Il soggetto è un maschio nero di 19 anni, causa e ora del decesso sconosciute. Nota:totale mancanza di pigmentazione su pelle,capelli e occhi, all’apparenza si potrebbe trattare di albinismo,sebbene l’imbiancamento dell’iride indichi una reazione cellulare violenta e inspiegabile a un vettore oppure a un ambiente...

(Si apre la porta,entra Mulder)

MULDER: Ciao ho saputo che eri qui sotto a tagliare e cucire. Chi è il fortunato?
SCULLY: Si chiamava Owen Senders. Credevano che fosse la quarta vittima dei rapimenti di Philadelphia finchè il suo corpo non è stato trovato così ieri sera.
MULDER: Ci deve essere sotto un trucco alla Michael Jackson,ma non riesco a capirlo.
SCULLY: Mi è stato chiesto di determinare la causa della depigmentazione del suo corpo.
MULDER: Chiesto da chi?
SCULLY: Dal Centro Controllo Malattie.
MULDER: Che hanno a che fare con i rapimenti?
SCULLY: Beh loro ritengono che il caso sia stato male interpretato, che quest’uomo e gli altri possano essere vittime di un morbo o di un virus.
MULDER: Perché? Su quali prove si basano?
SCULLY: Non ci sono segni esterni di traumi, né di ferite o ecchimosi e il suo portafogli non era stato toccato.
MULDER: (sgranocchia semi di girasole) Interessante... Di che... di che tipo di malattia si tratta?
SCULLY: Non lo so. Ci sono sintomi della vitiligine, che attacca i melanociti e impedisce la formazione di melanina sulla pelle, è un disturbo di carattere immunitario, in parte sconosciuto.
MULDER: Allora quest’uomo è morto per un disturbo? Lui e altri quattro uomini di colore che avrebbero contratto la malattia in successione scomparendo poi senza alcuna spiegazione?
SCULLY: Beh è molto probabile che siano già stati ritrovati, ma a causa della depigmentazione potrebbero essere sorti problemi nell’identificarli, quindi ho richiesto le descrizioni degli sconosciuti a obitori e pronto soccorso
MULDER: Scully non ti è venuto in mente che potrebbe essere solo un astuto diversivo?
SCULLY: Che vuoi dire?
MULDER: Per distogliere l’attenzione dal fatto che degli uomini di colore stanno morendo nell’indifferenza generale, c’è sotto qualcosa secondo me.
SCULLY: Mulder, non è detto che ogni cosa sia un labirinto di cospirazioni e che tutti stiano complottando per ingannare, accecare e confondere.
MULDER: Ah, ah. Hai prelevato qualche campione dal corpo?
SCULLY: Sì, capelli, pelle e fibre. Dietro di te sul bancone.

(Mulder prende i campioni)

SCULLY: Che cosa vuoi fare?
MULDER: Vorrei unirmi anch’io alla caccia, se non ti dispiace, prima che il numero dei cadaveri aumenti.

(Mulder esce e lascia Scully all’obitorio)


SCENA 4

(All’interno di un appartamento si vede un uomo di colore. Bussano alla porta)

UOMO: Signor Aboah?!

(Aboah si avvicina alla porta, sulla schiena si nota una macchia bianca. Mentre l’uomo al di là della porta continua a bussare all’appartamento 23)

UOMO: C’è nessuno in casa?

(L’uomo sta per allontanarsi, quando si apre la porta dell’appartamento)

UOMO: Samuel Aboah?
ABOAH: Sì?
UOMO: Mi chiamo Marcus Duff.Si ricorda di me? Il suo consulente per l’immigrazione, avevamo un appuntamento per concludere la sua richiesta di naturalizzazione.
ABOAH: Si accomodi.
DUFF: La ringrazio.

(Duff entra e si siede sul divano. La stanza è piuttosto buia)

DUFF: Se si potesse avere un po’ di luce per riempire il modulo... Potrebbe aprire la finestra o accendere la luce?

(Senza dire una parola Aboah accende una lampada)

DUFF:Oh grazie, così va molto meglio. Si sieda Samuel, è una cosa un po’ complicata.

(Aboah si siede sul divano accanto a Duff)

DUFF: (guardando Aboah) Allora... si sente bene? Ha una brutta cera, non sta bene? Ha per caso la febbre?
ABOAH: No.
DUFF: Io lo so quanto sia triste, deve credermi. Vivere in un paese straniero, lontano dalla famiglia, ma quando sarà diventato cittadino degli Stati Uniti, io potrò aiutarla a fare arrivare tutti i fratelli, sorelle, i suoi genitori e persino i cugini. La sua vita sta ricominciando da capo Samuel, capisce cosa intendo?
ABOAH: La ringrazio.


SCENA 5
QUARTIER GENERALE FBI
WASHINGTON, D.C.

(Mulder cammina lungo il corridoio, si dirige verso il laboratorio di Pendrell)

MULDER: Agente Pendrell... grazie per aver effettuato le analisi con un preavviso così breve.
PENDRELL: Aspettiamo l’agente Scully? Non vorrei ripetere tutto due volte.
MULDER: No, non verrà.
PENDRELL: E perché?
MULDER: Aveva un appuntamento.

(Pendrell sembra piuttosto deluso)

MULDER: Si rilassi agente è con un cadavere, sta facendo un’autopsia. Ha trovato qualcosa?
PENDRELL: (sorride) Sì,fibre di amianto, non un granché, e non mi aspettavo di trovare molto di più a parte erba, detriti, terriccio, pollini ecc...finché non sono incappato in questo (mostra un oggetto all’interno di una provetta). Ho contattato un botanico dell’università per determinare la sua natura.
MULDER: Si direbbe una specie di spina.
PENDRELL: No. Si tratta di un seme, ma non si trova nella nostra flora locale.(guarda al microscopio) Adenia Volkensii
MULDER: Di che si tratta? (guarda al microscopio)
PENDRELL: E’una rara specie di passiflora, una pianta a fioritura notturna che si trova solo in certe parti dell’Africa Occidentale.
MULDER: Come può una cosa così piccola, viaggiare per 5000 miglia e finire su Owen Senders.
PENDRELL: Non saprei dirglielo


SCENA 6

(Mulder è al telefono)

MULDER: Contiene un glicoside cerebrale .Ti dice niente questo?
SCULLY: Se non vado errata è un sedativo corticale che agisce sulle cellule della corteccia cerebrale.
MULDER: Può essere letale?
SCULLY: In quantità elevate potrebbe, però ne occorre di più di quanto ne contenga un singolo seme.
MULDER: L’esame tossicologico ne ha rilevato tracce nel sangue di Owen Senders?
SCULLY: No. L’esame tossicologico è pulito.
MULDER: Il suo corpo può aver metabolizzato la sostanza?
SCULLY: Soltanto nel caso in cui non sia morto immediatamente.
MULDER: Ti sei già fatta un’opinione?
SCULLY: No, ma forse ho trovato qualcosa che può spiegare la mancanza di pigmentazione. La sua ghiandola pituitaria è necrotica.
MULDER: La ghiandola pituitaria?
SCULLY: Questa ghiandola secerne tutti gli ormoni regolatori del corpo umano e controlla la produzione di melanina nelle cellule epiteliali.
MULDER: Allora hai trovato la prova che si tratta di una malattia?
SCULLY: No. Ho soltanto identificato l’effetto, ma sto ancora cercando la causa.
MULDER: D’accordo, fammi sapere quando scopri qualcosa di nuovo.
SCULLY: Sì, ma ora dove sei?
MULDER: Sto innaffiando i semi del dubbio. A presto.
VOCE: Ultimo avviso:i passeggeri diretti a New York del volo 471 si rechino immediatamente all’imbarco diciotto.

(Mulder prende il biglietto d’aereo e lo consegna all’assistente)


SCENA 7
SEDE DELLE NAZIONI UNITE, NEW YORK


(Marita Covarrubias esce dal Palazzo, sembra essere seguita da qualcuno:è Mulder)

MULDER: Signora Covarrubias?
MARITA: Chi è?
MULDER: Agente Mulder, Fox Mulder.
MARITA: Mi ha spaventata.
MULDER: Scusi, non era mia intenzione.
MARITA: Perché mi segue?
MULDER: Non so per quale motivo, ma penso che lei sia in grado di aiutarmi.
MARITA: Aiutarla?
MULDER: Quattro ragazzi sono scomparsi a Philadelphia e uno è stato trovato morto l’altra sera. Questo seme è rinvenuto sul corpo della vittima, appartiene a una pianta rara che si trova soltanto in Africa occidentale. Non sapeva niente di questa storia?
MARITA: No.
MULDER: Le sarebbe possibile scoprire qualcosa al riguardo?
MARITA: Agente Mulder centinaia di specie esotiche entrano ogni giorno negli Stati Uniti senza controllo, attraverso l’acqua di sentina scaricata nei porti, oppure con la posta. I confini tra gli stati ormai sono poco più di una linea su una mappa.
MULDER: Questo è un sì o un no?
MARITA: Non sono in grado di aiutarla.
MULDER: Non è in grado o non vuole? E’ stata lei ad avvicinarmi la prima volta, mi ha aperto uno spiraglio. Mi dica che ho torto, mi dica che non c’è niente di vero e io me ne andrò. Ma ho bisogno di una risposta.

(Marita guarda Mulder)


SCENA 8
FERMATA DELL’AUTOBUS


(E’ notte. Un ragazzo sta aspettando l’autobus, controlla l’orologio quando sente qualcosa pungergli il collo.
Si tocca con la mano e toglie una specie di punta insanguinata. Guarda attorno, ma inizia a vedere sfuocato. Si siede sulla panchina e sembra sentirsi male. Nel frattempo arriva l’autobus)

AUTISTA: (apre la porta dell’autobus) Ehi ragazzo ho fretta. Sali o no? Che problema hai? Sei drogato? Va al diavolo, cammina che ti fa bene.

(Il ragazzo sente voci storpiate mentre l’autista parla. L’autobus riparte e dall’altro lato della strada si vede Aboah con una macchia bianca sul collo e gli occhi rossi. Il ragazzo seduto sulla panchina è impaurito,sembra sotto shock)



SCENA 9

(E’ giorno, stessa fermata dell’autobus. Scully parla con l’autista)

AUTISTA: Se ne stava seduto lì (indica la panchina) e mi guardava con due occhi spiritati. Secondo me era partito.
SCULLY: Le è sembrato malato?
AUTISTA: Sì, ora che mi ci fa pensare. Gli ho chiesto se aveva bisogno di aiuto, ma non ha detto una parola. Scriva che avevo un orario da rispettare.
SCULLY: (sta scrivendo su un taccuino) Non ha visto nessun altro nelle vicinanze?
AUTISTA: No, non ho visto nessuno. Ho già detto alla polizia quello che sapevo.
SCULLY: Mi scusi...

(Scully si allontana e va verso Mulder che è appena arrivato)

MULDER: Cos’è successo?
SCULLY: E’ scomparso un altro ragazzo. Si chiama Alfred Kittel,17 anni afro-americano. Sua madre ha chiamato la polizia verso le tre di questa mattina
MULDER: E’ sicura che sia scomparso?
SCULLY: Alfred lavora al fast food in fondo alla strada. Prende l’autobus tutte le sere e ieri non è tornato a casa. Hanno trovato la sua sacca su quella panchina, la polizia la sta già esaminando. Ho parlato con l’autista dell’autobus, ha detto che sembrava confuso e assente. Si potrebbe trattare di una specie di demenza pre-sintomatica.
MULDER: Oppure di una reazione a un potente sedativo corticale.
SCULLY: Che cosa intendi dire?
MULDER: Trova Alfred Kittel e troverai un altro di quei rari semi africani.
SCULLY: Come puoi esserne sicuro?
MULDER: (consegna a Scully una busta) Tre mesi fa, la settimana precedente alla prima scomparsa, le autorità aeroportuali di New York hanno registrato questo caso. Come Owen Senders, neanche quest’uomo (indica la foto in mano a Scully) era albino, almeno finché non è stato trovato morto su un volo proveniente dal Burkina Faso, in Africa occidentale. L’ambasciata ha chiesto la restituzione del corpo prima che potessero effettuare l’autopsia.
SCULLY: Qui dice che la causa della morte non è stata stabilita.
MULDER: Già, non stabilita, ma non necessariamente sconosciuta.

(Scully guarda Mulder)


SCENA 10
APPARTAMENTO DI ABOAH, CORRIDOIO


(Arrivano due poliziotti. Bussano alla porta)

POLIZIOTTO: Aboah?!! Che cavolo di nome sarebbe questo?!!

(Bussa di nuovo. Aboah apre la porta)

POLIZIOTTO: Signor Aboah?
ABOAH: Sì.

(All’interno dell’appartamento si vede il giovane Kittel)

POLIZIOTTO: Polizia di Philadelphia, stiamo setacciando il palazzo in relazione al caso di una persona scomparsa. Questa è la foto del ragazzo che stiamo cercando, l’ha mai visto?
ABOAH: No, mi dispiace.
POLIZIOTTO: Beh, se sente qualcuno che l’ha visto o ha qualche informazione in proposito, può telefonare a questo numero. E’ un numero di emergenza, attivo 24 ore su 24.

(Kittel sembra sotto shock e sta male)

ABOAH: La ringrazio.
POLIZIOTTO: Grazie a lei.

(Aboah chiude la porta. Si dirige verso Kittel, spalanca la bocca e fa uscire dalla propria gola una specie di bastoncino )


SCENA 11
SEDE SERVIZI PER L’IMMIGRAZIONE, PHILADELPHIA

DUFF: Scusate, ma sono molto occupato.
MULDER: Mi dispiace, non le ruberemo molto tempo. Il suo capo distretto dice che è lei ad occuparsi della maggior parte delle pratiche di immigrazione dall’Africa e dai Caraibi.
DUFF: Sì, assisto le persone che provengono dai luoghi da cui sono arrivato anch’io quindici anni fa.
MULDER: Stiamo cercando un uomo che è venuto qui un po’ più di recente su un volo dal Burkina Faso. Ecco l’elenco dei passeggeri (consegna il foglio a Duff) che ci ha fornito la compagnia aerea.
DUFF: E cosa volete che faccia esattamente?
MULDER: Che confronti questi nomi con quelli di coloro che hanno richiesto un permesso di soggiorno o un visto di lavoro negli ultimi tre mesi.
DUFF: Io sono un assistente sociale, non un ufficiale di polizia. Il mio lavoro non è denunciare i clandestini.
SCULLY: Signore, noi non vogliamo arrestare nessuno.
DUFF: Però è vero che siete due agenti dell’FBI, non è così?
SCULLY: Sì. Stiamo indagando su una possibile epidemia in atto.
DUFF: Di che genere di epidemia si tratta?


SCENA 12
CASA DI SAMUEL ABOAH, 500 DEMOTT AVENUE

1:15 PM

(Mulder esce dall’abitazione di Samuel Aboah e raggiunge Scully in macchina)

MULDER: Non è in casa. Possiamo anche metterci comodi.
SCULLY: (legge il file) Deve essere tra questi, Mulder. Dobbiamo trovare la prova dell’esistenza di un virus o di un batterio.
MULDER: Se tu alzassi gli occhi dal microscopio per un attimo capiresti che ciò che manca è lo scopo.
SCULLY: Lo scopo di ogni agente patogeno è quello di riprodursi, Mulder, e il mio lavoro come dottore è scoprire se e come si sta trasmettendo.
MULDER: Se c’è un’emergenza sanitaria.
SCULLY: Ricorda che ci sono stati dei decessi, qualcosa ha causato la necrosi della ghiandola pituitaria di Owen Senders che a sua volta gli ha bloccato il metabolismo portandolo a un coma da mixedema e infine alla morte. A volte occorre cominciare dalla fine per trovare l’inizio, spero solo non ci voglia un altro cadavere per scoprire quale sia.

(Mulder vede un uomo che cammina e lo confronta con la foto di Samuel Aboah

MULDER: Forse non dovremmo aspettare molto (scende dall’auto) Samuel Aboah? Possiamo parlare un minuto?

(Aboah inizia a correre rischiando di essere investito. Mulder e Scully lo rincorrono, arrivano in un vicolo chiuso, ma non lo vedono)

MULDER: Non si può essere volatilizzato.
SCULLY: Qui non c’è.
MULDER: Ci deve essere.

(Mulder e Scully guardano attorno)

SCULLY: Mulder forse ho capito da dove è passato (indica un buco nella rete) Su avanti, andiamocene, l’abbiamo perso.

(Mulder continua a guardarsi attorno, quando nota un piccolo buco nel muro. Si vede la testa capovolta di Aboah, che respira a fatica)

MULDER: Ehi Scully, guarda qui.
SCULLY: Oh mio Dio!


SCENA 13
CENTRO MEDICO DI MOUNT ZION, PHILADELPHIA
5:45 PM


(Aboah viene sottoposto a risonanza magnetica e ad altri tipi di controlli medici)

DOTTORE: Da una analisi esterna quest’uomo sembra asintomatico. Apprezzo la connessione che ha suggerito, ma temo che non sia riscontrabile.
SCULLY: Con il suo permesso dottore, vorrei esaminarlo più approfonditamente. Se è possibile effettuerei una serie di esami specifici e redigerei un’anamnesi.
DOTTORE: Parlare con lui ci sarebbe d’aiuto.
SCULLY: Stiamo provvedendo.

(Scully esce dall’ambulatorio e parla con Mulder)

MULDER: Niente?
SCULLY: No, ma potrebbe essere un portatore sano o addirittura la fonte degli altri casi.
MULDER: Comunque è inspiegabile il modo in cui si è nascosto dentro lo scarico.
DUFF: (cammina nel corridoio) Scusate, vorreste dirmi perché Samuel è stato arrestato? Avevate detto che la sua salute era in pericolo,perché mi avete mentito?
SCULLY: Non è vero, non le abbiamo mentito.
DUFF: Allora per favore rilasciatelo immediatamente.
SCULLY: Vorremmo fargli ancora qualche analisi, vorremmo essere sicuri che la sua salute non sia compromessa e che non danneggi quella degli altri.
DUFF: Allora perché mi avete chiamato?
SCULLY: Come interprete. Ci piacerebbe potergli fare delle domande.
DUFF: A che proposito?
MULDER: Alfred Kittel e altri ragazzi che sono scomparsi da quando Samuel è arrivato a Philadelphia tre mesi fa.
DUFF: Cosa?! Quindi se ho capito bene viene accusato di un reato?
SCULLY: Non c’è nessuna accusa contro il signor Aboah.
MULDER: L’abbiamo arrestato perché è fuggito quando abbiamo cercato di interrogarlo e voglio sapere il motivo.

DUFF: Senta, se anche a lei fosse capitato di essere picchiato dalla polizia, se la sua casa fosse stata rasa al suolo soltanto perché lei è al mondo, beh, allora forse capirebbe perché è fuggito. L’avrebbe fatto chiunque gliel’assicuro.
MULDER: Quell’uomo è scappato perché nasconde qualcosa e non può esserci nessuna analisi, nessun test che possa rivelarci cosa. Scusate...(si allontana)
SCULLY: Dove stai andando?
MULDER: A trovare qualcuno che forse complotta per ingannare, accecare e confondere.

(Scully e Duff si guardano)


SCENA 14
AMBASCIATA DEL BURKINA FASO
WASHINGTON, D.C.
6:45 PM


(Mulder viene accompagnato in un ufficio)

SEGRETARIA: Eccellenza, questo è l’agente Mulder dell’FBI.
MULDER: Grazie per aver accettato di vedermi a quest’ora signore.
ECCELLENZA: Non ho avuto scelta a dire la verità, agente Mulder. Qualcuno alle Nazioni Unite ha parlato con l’ambasciatore in persona. Che c’è di così importante da non poter aspettare?
MULDER: Con il dovuto rispetto ,signore, credo che lei lo sappia.
ECCELLENZA: Dovrei?
MULDER: (annuisce) E’ successo qualcosa su un volo giunto dal suo paese tre mesi fa, qualcosa che lei e l’ambasciatore vi siete sentiti in dovere di nascondere. Secondo il dipartimento di Stato la richiesta di bloccare le indagini sulla morte di quest’uomo è arrivata da lei. Capisco la necessità di proteggere la sua posizione, ma altri uomini stanno morendo, signore.
ECCELLENZA: Anche se le dicessi quello che so, non ci crederebbe mai.
MULDER: Ho una mentalità piuttosto aperta.
ECCELLENZA: Ho sperato che se avessi chiuso gli occhi, questa volta sarebbero spariti.
MULDER: Non riesco a capire.
ECCELLENZA: Il mio popolo, i Bambara, sono agricoltori, io sono cresciuto ascoltando vecchie leggende, credendoci come soltanto un bambino può crederci.
MULDER: Che genere di leggende?
ECCELLENZA: I Teliko... spiriti... dell’aria.


SCENA 15
OSPEDALE

(Un dottore entra nella stanza dove si trovava Aboah, ma non lo trova)

DOTTORE: Signor Aboah?

(Eccellenza continua il suo racconto a Mulder)

ECCELLENZA: Si diceva che di giorno riposassero in luoghi freddi e scuri, all’interno delle cavità degli alberi o in tane sottoterra , nascondigli troppo piccoli perfino per un bambino. Soltanto quando cala il sole, quando il resto del mondo si addormenta loro escono.
MULDER: Escono per fare cosa signore?
ECCELLENZA: Avevo circa sette anni, una notte all’improvviso mi sono svegliato e l’ho visto. Stava lì di fronte a me, i suoi capelli erano simili alla paglia , i suoi occhi come l’acqua, era davanti a me e mi fissava, allora ho chiuso gli occhi e ho gridato e ho avuto la netta sensazione di essere lanciato in aria... ma quando ho riaperto gli occhi ho visto mio padre che mi stringeva.
MULDER: Era un incubo allora?
ECCELLENZA: E’ quello che ha detto mio padre e io gli ho creduto, fino al giorno seguente, quando hanno trovato mio cugino morto accanto al suo gregge .Era diventato esattamente come quest’uomo (prende la foto dell’uomo trovato morto in aereo) E’ per questo che quando ho visto la fotografia sul mio tavolo tre mesi fa, ho capito che i Teliko erano più di una leggenda per bambini, ho capito che erano reali, ho capito che erano qui.

(Nel frattempo all’ospedale, un inserviente spinge un carrello con le vivande. Si allontana,quando si apre il cassetto inferiore: all’interno si vedono gli occhi di Aboah)


SCENA 16
OSPEDALE, RADIOLOGIA

SCULLY: Il paziente sembra avere qualcosa in gola, una specie di abnorme crescita ossea o forse un corpo estraneo conficcato nell’esofago.
DOTTORE: Uhm...può essere qualunque cosa. Si stupirebbe nel vedere quello che togliamo dalla gola della gente al pronto soccorso.
SCULLY: Beh, questo non è che l’inizio. Ho scoperto una cosa ancor più sorprendente quando sono arrivati i risultati della TAC (prende la TAC) Guardi qui, la sezione sagittale, proprio sotto l’ipotalamo.
DOTTORE: Ma ci deve essere un errore...
SCULLY: Non c’è nessun errore, il paziente non ha la ghiandola pituitaria.
DOTTORE: Ma questo non è possibile!
SCULLY: Non ho la minima idea di come spiegare questo fenomeno dottore, l’unica speranza è che il paziente possa fornirci qualche risposta valida.
MULDER: (entra nella stanza) Prima dovrai trovarlo.
SCULLY: Che vuoi dire, non capisco...
MULDER: L’ho cercato nel reparto isolamento, Samuel Aboah non c’è, è scomparso.

(Scully guarda Mulder perplessa)


SCENA 17
NOTTE


(Duff cammina verso la sua macchina, apre lo sportello quanto dietro di lui all’improvviso compare Aboah)

DUFF: Ahhh....Samuel, mi hai spaventato. Ti hanno fatto uscire dall’ospedale?
ABOAH: (sorridendo) Sì.
DUFF: Come va? Tutto bene? Che c’è? Volevi vedermi per dirmi qualcosa?
ABOAH: (annuisce)
DUFF: (sorride) Beh allora andiamo, ti do un passaggio fino a casa, parleremo strada facendo, d’accordo? Sei stato fortunato,stasera ho lavorato fino a tardi.
ABOAH: Sì, fortunato.
DUFF: Andiamo, coraggio.


SCENA 18
CORRIDOIO DELL’OSPEDALE


SCULLY: (al telefono) E quando è successo?
VOCE AL TELEFONO: Qualche ora fa.
SCULLY: La ringrazio molto tenente. (chiude la telefonata) Mulder?
MULDER: (controlla il carrello porta vivande) Si è servito di questo per fuggire. Il pranzo non lo ha neanche toccato.
SCULLY: Andiamo era la polizia di Philadelphia ,hanno trovato l’auto di Marcus Duff con le chiavi nel cruscotto e il motore ancora caldo.


SCENA 19

(Duff è terrorizzato. Aboah prende un oggetto di metallo e glielo infila nel naso. Aboah sembra sentire un rumore guarda verso l’alto. Arriva un poliziotto con una torcia accesa, guarda verso il basso e trova il corpo di Duff con un oggetto infilato nel naso. Lì accanto c’è un grande tubo di scarico)

POLIZIOTTO: (alla radio) CK34. Richiesta di un’ambulanza in un vicolo al 113 di West Broad. Uomo a terra, la vittima è un maschio afro-americano di circa 35 anni...


SCENA 20

(Duff sta per essere caricato nell’ambulanza)

SCULLY: Lei sa che cosa gli è successo?
TENENTE: Non ne abbiamo la minima idea, però è ancora vivo.
SCULLY: E Samuel Aboah? Avete indicazioni su dove possa essere?
TENENTE: Stiamo setacciando la zona, vi terremo informati.

(Mulder e Scully si allontanano insieme)

SCULLY: Deve essere qui in giro, non può essere andato lontano.
MULDER: Potrebbe sciogliersi in una tazzina di caffè, può essere ovunque.
SCULLY: Lo prenderemo.
MULDER: Troverà un’altra vittima.
SCULLY: E come lo sai?
MULDER: Perché è stato interrotto prima che potesse finire.

(Salgono in macchina)

SCULLY: Prima di uccidere Duff?
MULDER: No, io credo che le morti siano accidentali, il suo bisogno prioritario è un altro.
SCULLY: E cioè?
MULDER: Se Aboah non ha la ghiandola pituitaria il suo corpo non è capace di produrre melanina da solo, giusto?
SCULLY: Teoricamente sì.
MULDER: Però quando l’hai esaminato, non hai riscontrato niente riconducibile all’albinismo, vero?
SCULLY: Considerando i risultati della sua TAC non riesco neanche a immaginare come faccia a rimanere in vita.
MULDER: Proprio di questo sto parlando, di sopravvivenza e non solo per Aboah. Credo che l’anomalia che hai riscontrato, non sia soltanto fisiologica, ma sia una questione di evoluzione.
SCULLY: A che ti riferisci, Mulder?
MULDER: A una antica tribù. Un clan di albini sub sahariani legati da una comune anomalia congenita che... che si sono adattati nel corso delle generazioni...
SCULLY: A fare cosa? A rubare ormoni altrui?!
MULDER: In qualche modo Aboah è riuscito a sopravvivere, no?
SCULLY: Beh, anche ammettendo una anomalia congenita, che cosa ti fa pensare che non sia un caso isolato?
MULDER: Una persona mi ha raccontato una storia ieri sera... una leggenda africana.
SCULLY: E basi la tua teoria su una leggenda?
MULDER: E’ solo un altro modo per descrivere le stesse verità. Ogni nuova verità comincia come eresia e finisce come superstizione. Noi temiamo l’ignoto quindi lo riduciamo in termini più familiari, siano essi leggende, deviazioni genetiche oppure... cospirazioni.
SCULLY: Beh anche se hai ragione, anzi soprattutto se hai ragione, perché avrebbe lasciato il suo paese per venire qui?
MULDER: Voglia di libertà. Lo stesso motivo per cui tutti vengono in questo paese, la libertà di perseguire i propri interessi.(si vede un cantiere) Guarda laggiù.
SCULLY: Perché che c’è?
MULDER: Un edificio in demolizione.

(Scendono dalla macchina)

SCULLY: Che ci facciamo qui?
MULDER: Pendrell ha trovato delle fibre di amianto sul corpo di Owen Senders, bisogna rimuovere l’amianto dai vecchi edifici prima di demolirli. Dovrà pur venire da qualche parte, no?

(Entrano nell’edificio buio e si separano. Mulder apre una porta ed entra in un corridoio, sale una scaletta e viene colpito al collo da Aboah con una spina)

MULDER: Ow (si tocca il collo, esce del sangue e inizia ad avere la vista offuscata) Scully! Scullyyy!!
SCULLY: Mulder? (impugna la pistola, Mulder cade a terra) Mulder? Dove sei? (mentre cammina al buio trova la scaletta su cui era salito Mulder e nota la torcia a terra) Mulder? (sale la scaletta, ma Mulder non c’è) Mulder? (entra in una specie di cunicolo, lo percorre a gattoni. Ad un certo punto trova il corpo di Kittel, prosegue e trova Mulder) Mulder? Mulder, stai bene?!!

(Mulder non risponde. E’ seduto con occhi fissi e bocca aperta. Scully sente dei rumori dietro di sé, si volta, qualcuno si sta avvicinando rapidamente. Guarda verso il fondo interno del cunicolo e di fronte a lei vede Samuel Aboah. Scully non esita un istante e inizia a sparare. I proiettili però si conficcano sulla parete, Aboah è riuscito a scappare. Scully torna da Mulder e cerca di rassicurarlo)

SCULLY: Va tutto bene Mulder, ci sono qui io.

(Scully passa sopra il corpo di Mulder e cerca di uscire dal cunicolo battendo contro la grata. Riesce a toglierla, guarda all’esterno e vede i corpi di altri cadaveri. Esce per prima, poi prende Mulder e cerca di tirarlo fuori)

SCULLY: Scusami (Tira Mulder per il braccio e lo appoggia delicatamente a terra. Prende il telefono e chiede aiuto)
OPERATORE: (al telefono) Operatore 919
SCULLY: Sono l’agente Dana Scully dell’FBI, richiedo un’ambulanza e un immediato intervento della polizia. Mi trovo in Liberty Plaza.
OPERATORE: Posso avere il suo numero di identificazione per la verifica?
SCULLY: Il numero di identificazione?
OPERATORE: Sì, signora.
SCULLY: JTT0331613
OPERATORE: Un momento prego.

(Mulder vede Aboah dietro Scully, la quale si inginocchia e controlla Mulder)

OPERATORE: D’accordo, mandiamo subito una unità in Liberty Square.
SCULLY: No.
OPERATORE: Non ha detto che si trova in Liberty Square?
SCULLY: Liberty Plaza, c’è un palazzo in demolizione sul lato nord.
OPERATORE: Provvediamo immediatamente.

(Scully si inginocchia per controllare le condizioni di Mulder. Si guardano negli occhi, e attraverso il movimento di questi, Mulder cerca di farle capire che c’è qualcuno alle sue spalle. Scully dopo pochi attimi capisce, si gira e spara ad Aboah, colpendolo prima di essere assalita. Mulder chiude gli occhi sollevato. Scully guarda il corpo di Aboah a terra e si dirige nuovamente verso Mulder)


SCENA 21

(Scully scrive al computer)

SCULLY: (voce fuori campo) Agente speciale Dana Scully. Rapporto n° 74. Nonostante un forte trauma alla ghiandola pituitaria, Marcus Duff è stato dimesso stamattina dal Centro Medico Mount Zion. Verrà chiamato a testimoniare nel processo contro Samuel Aboah. Quest’ultimo è stato incriminato per cinque omicidi. (si vede Aboah nel letto di ospedale) Rimane comunque l’eventualità che Aboah non sopravviva abbastanza a lungo da sostenere il processo. La sua risposta alla cura ormonale non è soddisfacente, subisce un peggioramento progressivo. Nonostante tutto, resto della convinzione che il meccanismo con cui Aboah uccideva le sue vittime per la sua stessa sopravvivenza, possa essere spiegato solo dalla scienza medica, e che la scienza riuscirà a scoprire quale sia la posizione di Aboah nella catena evolutiva, ma nessuna scienza potrà mai essere in grado di spiegare la nostra indefinibile paura di ciò che è diverso da noi, paura che spesso ci porta non a cercare di comprendere, ma a ingannare, accecare e confondere. A occultare la verità non solo agli altri, ma anche a noi stessi.


Trascrizione effettuata da Scully2008


FBI Headquarters - Washington, D.C.

FBI Pathology Lab

United Nation Building - New York City

Philadelphia, Pennsylvania

INS Office - Philadelphia, Pennsylvania

Samuel Aboah's Residence - 500 Demont Avenue

Mt. Zion Medical Center - Philadelphia, Pennsylvania

Burkina Faso Embassy - Washington, D.C.

Liberty Plaza - Philadelphia, Pennsylvania


Per ulteriori informazioni sugli eventi accaduti in questo episodio consulta la timeline di questa stagione
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