Entertainment Weekly - La traduzione

David Duchovny e Gillian Anderson sulla copertina di EW

L'edizione speciale di Entertainment Weekly che riporta David Duchovny e Gillian Anderson in copertina sta facendo il giro del mondo. Questa settimana arriva anche da noi in Italia, pubblicizzata all'interno di "TV Sorrisi e Canzoni" (numero 45), la rivista dove negli anni '90 X-Files era praticamente di casa. In copertina e non.

Grazie agli amici di I-Bones potete trovare la scannerizzazione della rivista direttamente sul loro sito a questo indirizzo (attenzione agli spoiler relativi proprio a Bones ben visibili nella stessa pagina!)

Qui di seguito invece trovate la traduzione (grazie alla nostra Maria Antonietta) dell'articolo originale di EW dedicato ai vent'anni della serie. Buona lettura!
 
'X-Files' -- 1993-2002

“LA VERITÀ È LÀ FUORI”

Così prometteva X-Files, la rivoluzionaria saga sci-fi che ha debuttato nell’autunno di vent’anni fa. Ma il motto che appare nei titoli di testa della serie - il mantra dell’agente Fox Mulder (David Duchovny) e Dana Scully (Gillian Anderson) - sarebbe dovuto essere qualcos’altro. L’ideatore della serie ha dimenticato la frase originale, ma ricorda che non era poi così tanto bella. Con il tempo che stava per scadere, e Chris Carter che odiava tutta la sequenza dei titoli di testa in generale, i produttori cominciarono a spremere le loro meningi per trovare immagini (semi che germogliano, il volto di un uomo trasformato tramite la tecnica del morphing) e parole. Finalmente si arrivò a “La verità è là fuori”. “E piacque a tutti,” dice Carter. “Questa è semplicemente la storia.”
In effetti, questo è il semplice riassunto dell’evoluzione straordinaria di X-Files. Una delle storie più influenti delle ultime due decadi - un progenitore della cultura geek-pop; il modello per ogni serie tv con cospirazione, mitologia e mostri della settimana - è stata un prodotto di ispirazione e improvvisazione, incidenti fortunati e scoperta. Oh, e una gravidanza. Qui, per il ventesimo anniversario, abbiamo chiesto a Carter, Anderson e Duchovny di riflettere sui primi anni e su come X-Files abbia trovato la sua verità.

Un Atto di Fede
Chris Carter era un autore televisivo di 34 anni quando ebbe l’occasione di realizzare un progetto da sogno. A Peter Roth, l’allora presidente della Fox Television, Chris Carter riconosce il merito di aver creduto nel suo talento e in due attori sconosciuti che rappresentavano la sua visione -- e non avevano alcun interesse nella tv.

CHRIS CARTER Ideatore
Ricordo quando guardavo “Kolchak: The Night Stalker” da bambino e pensavo quanto fosse spaventoso. Quindi, quando andai dalla Fox, dissi “Non c’è niente di spaventoso in tv. Facciamo qualcosa di spaventoso”. Un’altra fonte di ispirazione fu uno psicologo che mi parlò delle ricerche scientifiche sui fenomeni dei rapimenti alieni. Questo catturò la mia immaginazione, c’era della scienza 'reale' che veniva applicata a fenomeni soprannaturali. Pensai che poteva essere un trampolino perfetto per questo mondo. Ma la serie deve tanto a “Il Silenzio degli Innocenti”. Guardate Gillian Anderson e guardate Clarice Starling. Non è un caso.

GILLIAN ANDERSON Dana Scully
Ero venuta a Los Angeles per essere una stella del cinema, non della tv. Ma ricordo quando lessi la sceneggiatura dell’episodio pilota, mi fece sedere e prestare attenzione perché c'era molto che emergeva in quelle pagine . Ho pensato, “Andrò a fare l’audizione. Probabilmente non porterà a niente, sarà una cosa innocua”. Fate un salto a nove anni dopo. Avevo anche appena visto “Il Silenzio degli Innocenti”, Jodie Foster ha influito molto. Avere lei come ispirazione era qualcosa di potente.

CARTER
Non sono mai stato un grande ammiratore del genere sci-fi. Ma amavo Jules Verne e Sherlock Holmes. Entrambi entrarono in gioco per X-Files. Sono stato figlio dello scandalo Watergate. Mi diede una buona dose di scetticismo nei confronti delle autorità. Uno dei miei film preferiti è “Tutti gli uomini del presidente”. I miei eroi erano Bernstein e Woodward. Ho una laurea in giornalismo. E tutto questo è stato dato al personaggio di Mulder.

DAVID DUCHOVNY Fox Mulder
Anch’io fantasticavo di diventare una star del cinema. Come molte altre persone, avevo pregiudizi sulla tv, ora non più. Poi mi si presentò questa sceneggiatura. Fui attirato molto dall’irriverenza di questo agente dell’FBI perché in molte serie tv procedurali - anche oggi - c’erano personaggi molto convenzionali.

CARTER
Mulder il credente, Scully la scettica -- quella tensione è in me, è in tutti. Ad un certo punto sono arrivato alla conclusione che la serie riguardava davvero la ricerca di Dio. Credo che la scienza riguardi la ricerca di Dio; ci arriva solo da un punto di vista diverso rispetto alla religione. Ma nella serie si sottolineava la difficoltà imparziale di credere. E dubitare. Gli attori hanno portato queste cose in vita. David era intelligente e divertente. Gillian sembrava una ragazzaccia, ma comunque aveva una certa serietà e solennità. Entrambi avevano un’alchimia che non è possibile scrivere.

DUCHOVNY
Nell’ultima fase dell’audizione c’ero io e un altro ragazzo, Gillian e altre tre o quattro ragazze. Gillian ed io andammo lì contemporaneamente e finimmo per leggere le battute insieme nel corridoio. Già da quell’audizione si sviluppò un certo livello di sintonia tra noi due. Nel tempo, siamo cresciuti come attori e abbiamo affinato i personaggi in base a ciò che rappresentano per noi.

ANDERSON
Ci fu data un’unica annotazione - e questo potrebbe aver aiutato a costruire la sensazione di relazione - volevano che ci scambiassimo sempre degli sguardi alla fine di ogni scena che riguardava un UFO o un mostro. L'espressione sul mio viso diceva“Non ne sono tanto sicura!” mentre lui mi guardava come per dirmi “Vedi? È reale! Dai!!”. Il resto era tutta alchimia. Era sempre lì, durante l'inverno e la pioggia, nei momenti in cui ci piaceva passare del tempo insieme e quando non ci piaceva proprio tanto. Riuscivamo sempre a cavarcela, in qualsiasi evenienza.

CARTER
Fin dall’inizio, non volevo che Mulder e Scully finissero per avere una relazione romantica. Ma non eravamo tutti d’accordo. Volevo che la loro relazione fosse platonica, ma allo stesso tempo intensa. Ovviamente, questo cambiò col passare del tempo.

Non fidarti di nessuno… tranne dei tuoi autori
Carter elogia i primi registi di X-Files per aver sviluppato l'atmosfera cupa della serie e i suoi giovani ed affamati autori per aver trasformato una premessa promettente in una macchina in grado di raccontare storie dinamiche ed eclettiche. Molti di loro hanno poi creato serie all’avanguardia, come Howard Gordon (Homeland) e Vince Gilligan (Breaking Bad). Darin Morgan divenne una figura di culto per i suoi quattro esaltanti e divertentissimi episodi, come “Clyde Bruckman’s Final Repose”, vincitore di un Emmy. Ma fu l'influente squadra composta da Glen Morgan (fratello di Darin) e James Wong che creò il modello per il perfetto episodio di X-Files, a partire dal terzo episodio della serie,“Squeeze”.

CARTER
Mentre stavamo per andare in onda, c’era un altra serie della Fox chiamata Sightings, che aveva un approccio più “realistico” al fenomeno degli alieni, con spiegazioni e finali chiusi. Nel nostro episodio pilota potete leggere “Questa storia è basata su fatti reali”. Quello fu inserito perché la Fox disse, “La gente ne ha bisogno”. Era qualcosa che veniva direttamente dall’esperienza avuta con Sightings. Mi resi subito conto che non poteva funzionare. Dovevamo ampliare le vedute ed avere un po’ di ambiguità. Doveva riguardare il paranormale e il soprannaturale. Ma per me non è stato semplice capire come doveva essere un episodio essenziale di X-Files. Tuttavia, fu semplice per Morgan e Wong. Loro lo capirono immediatamente.

JAMES WONG Autore
Quando abbiamo iniziato a lavorare, abbiamo chiesto, “Ma deve aver a che fare tutto con gli alieni?” All'inizio la risposta fu sì, ma Chris cambiò idea velocemente. Ci inventammo questi modelli da usare per la serie: il rapimento alieno. Il mostro della settimana. La scienza bizzarra. E, alla fine, la mitologia. “Squeeze” fu il primo mostro della settimana.

GLEN MORGAN Autore
Jim ed io lavoravamo in un ufficio della grandezza di una scatola. Una scatola. Faceva schifo. Ad un tratto, Jim indica una stretta presa d'aria sulla parete e dice, “Cosa succederebbe se adesso uscisse un tizio da lì?”

WONG
Allora pensammo, “Dovrebbe andare in letargo. E mangiare fegati umani”. Non si trattava dell'ennesima serie sui serial killers. Era scrittura creativa.

MORGAN
Ricevemmo un appunto dal network che diceva “Mulder e Scully dovrebbero aiutare la gente”. Così scrivemmo un episodio chiamato “Shadows” in cui una ragazza veniva tormentata dallo spirito del suo capo deceduto e Mulder e Scully dovevano aiutarla. Era veramente pessimo, e il network lo sapeva, perciò lo scartammo. Erano concentrati su “The Adventures of Brisco County, Jr.”, credevano che quella sarebbe stata la loro serie di punta, quindi ci lasciarono in pace. Quando capirono che stavamo andando bene, non sapevano più cosa dirci perché ormai avevamo spiccato il volo.

DUCHOVNY
L’abitudine di Mulder di vedere i porno fu un’idea di Morgan e Wong. Invece i semi di girasole furono un’idea di Chris. Il consumo di semi di girasole calò negli anni. È difficile recitare mangiando semi di girasole.

CARTER
Morgan e Wong avevano un gran senso dell’umorismo, e prepararono la strada ad autori come Darin e Vince. Le sceneggiature di Darin erano parodie astute della serie e del genere. David venne da me un giorno e mi disse: “Sai che a lui non piace la serie, vero?” Ma funzionavano perché tutti vi erano coinvolti. Quando facemmo “Humbug” [in cui Mulder e Scully indagano su omicidi macabri in un circo di fenomeni da baraccone] la Fox non sapeva cosa fosse. Volevano testarlo prima di mandarlo in onda. Ma lasciarono perdere e il resto è storia.

Fandom e mitologia
Dalla seconda stagione fu sviluppata una trama su una cospirazione nata per nascondere l’esistenza degli alieni, il tutto manovrato dal fosco Uomo che Fuma (William B. Davis) e collegato al rapimento (alieno?) della sorella di Mulder. Questa parte della serie - supervisionata da Carter e dal produttore esecutivo Frank Spotnitz, con contributi importanti di Glen Morgan, Wong, e molti altri - non sarebbe mai emersa se non fosse capitato un episodio inaspettato nella vita privata della Anderson…

CARTER
Ricevetti una lettera da un nostro spettatore, Terry Berube, che mi scrisse: “Alla gente piacciono di più gli episodi in cui viene esplorata la relazione fra Mulder e Scully e trattano delle cose in cui credono”. Aveva assolutamente ragione. Diedi il suo nome a un personaggio nell'episodio finale della prima stagione. Il suo pensiero aiutò il nostro approccio ad evolversi, specialmente nell'arco di storia della cospirazione.

WONG
X-Files è stata una delle prime serie ad avere un seguito su Internet, e noi ce ne siamo approfittati. La Fox aveva una cosa chiamata Delphi e ci diedero degli account gratuiti. Ricordo che gli episodi andavano in onda e poi noi ne parlavamo con gli spettatori on-line. Ci hanno ispirati. Per esempio, la gente odiava Scully perché non credeva a niente di ciò che Mulder diceva. Questo spinse me e Glen a scrivere “Beyond the sea”, episodio in cui i personaggi si scambiano i ruoli.

ANDERSON
Quello fu un episodio importante per me. Nei primi episodi Scully doveva essere abbastanza sicura di sè per affrontare una stanza pieni di uomini dell’FBI e dir loro cosa fare. Ricordo che pensai, “Non sono sicura di avere le palle di far finta di avere le palle di Scully”. Con “Beyond the sea”, che era un episodio incentrato su Scully, mi resi conto che avevo un’opportunità. Mi sono seduta con il regista, David Nutter, e mi esercitavo battuta dopo battuta. Il fatto che fossero così sicuri di me da affidarmi una storia come quella rafforzò la mia di sicurezza.

WONG
Abbiamo avuto una reazione pazzesca dai fan su Internet dopo la morte di Gola Profonda [Jerry Hardin] nella prima stagione. La gente era devastata - volevano sapere il motivo. Questo condusse la serie verso la mitologia.

DUCHOVNY
La gravidanza di Gillian fu un altro fattore chiave. Dovette lasciare la serie per un paio di episodi e gli autori furono forzati ad inventarsi qualcosa per giustificare l’assenza di Scully.

ANDERSON
La notizia della mia gravidanza non fu ben accolta, e solo a posteriori mi sono resa conto di aver messo tutti in una situazione difficile. Ho scoperto da poco che da lì è scaturita la mitologia.

CARTER
Un produttore esecutivo della Fox mi disse: “Cambiamo il cast”. Dissi di no. Il mio primo impulso fu “Facciamo un bambino alieno”. Ma gli autori e la Fox mi convinsero che forse non era la migliore delle idee. Così lo abbiamo trasformato in un rapimento che ha avuto l’effetto di coinvolgere personalmente Scully nella cospirazione e portarla più vicina a Mulder. Questo è stato il periodo in cui mi inventai gli episodi "mitologici" in due parti, che diventarono quelli più rilevanti. Il rapimento di Scully fu il primo episodio di questo tipo.

Vogliono ancora credere
X-Files andò avanti per nove stagioni. Mentre gli ultimi anni non sono amati quanto i primi -- la cospirazione divenne confusa e poco soddisfacente; Duchovny ridusse la sua presenza nell’ottava e nona stagione -- la serie viene ricordata con affetto dai suoi fan e per il profondo impatto che ha avuto nella cultura pop. Sono seguiti due film (Fight the Future del 1998 e I Want to Believe del 2008); anche se Carter, Anderson e Duchovny sono attualmente impegnati in altri progetti, rimangono disponibili all’idea di tornare a far visita a Mulder e Scully.

CARTER
Produrre una serie tv è come essere Lewis e Clark: sai dove stai andando, ma non sai come riuscirai ad arrivarci. Quando la gente dice “Dovresti creare una bibbia per la tua serie” io rispondo “Non la vuoi veramente. Ti impedirebbe di fare delle scoperte durante il percorso”. E questo è ciò che è accaduto con X-Files.

ANDERSON
Non so se X-Files avrebbe avuto lo stesso impatto se l’avessimo fatto al giorno d’oggi. È un mondo diverso. La gente prima rimaneva a casa il venerdì sera -- e poi la domenica -- per guardarlo. Era un appuntamento televisivo di massa. Possiede molte delle caratteristiche presenti in serie che ci piacciono oggi. Ma non so se sarebbe un fenomeno più grande di, ad esempio, Homeland o Breaking Bad, serie che la gente può guardare comodamente nel tempo libero.

DUCHOVNY
La serie ha portato alla luce alcuni temi che oggi sono molto popolari. Non solo in tv, ma anche al cinema. È stato come il lievito madre da cui poi è nato altro pane. Ho sempre voluto che la serie crescesse in qualsiasi forma volesse prendere - in passato, adesso, nel futuro.

CARTER
Ho in mente una grande idea che continua la storia della cospirazione -- la mitologia sugli alieni presa dalla serie e dal primo film -- ma dipende veramente tutto dalla Twentieth Century Fox.

 

 



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