Chris Carter ospite di "Inspired"

Chris Carter è stato protagonista di un episodio della rubrica “Inspired” prodotta da AOL.

Sentire parlare il papà di Mulder e Scully della nostra serie preferita, della sua genesi e della sua crescita è sempre un piacere, quindi l’idea di tradurre e pubblicare sul sito quello che dice Chris Carter in questo video… è praticamente arrivata da sola.

“L’episodio pilota aveva qualcosa al suo interno che ci ha dato la possibilità di raccontare una lunga storia che riguardava due personaggi che ovviamente si amavano l’un l’altra. Il segreto della serie era che Mulder amava Scully e Scully amava Mulder.”
 


Traduzione

Quando guardavo “The Night Stalker” ero un ragazzino e mi ricordo che non era solo la cosa più spaventosa che avessi mai visto in tv, era la migliore. Mi piaceva tantissimo e penso che lo spirito di quella serie abbia vissuto, e fosse parte del suo cuore, in “X-Files”.

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L’idea iniziale di “X-Files” aveva a che fare con gli alieni e i rapimenti alieni. Abbiamo proposto questa cosa, ma l’hanno rifiutata. In quel periodo sono poi andato in vacanza e mi è successo di incontrare un tizio a cui ho raccontato di questo mio progetto. Lui mi ha detto che era in possesso di un sondaggio effettuato da un certo Dott. John Mack, un sondaggio scientifico che riguardava i rapimenti alieni e mi ha proposto di leggerlo. Ho capito che quella era la mia occasione per tornare indietro e proporre di nuovo “X-Files” al network della Fox. Non so se perché gli è piaciuta l’idea o se volevano solo liberarsi di me, comunque hanno comprato la serie, ma penso che non sapessero cosa avessero tra le mani in quel momento.

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Penso che “X-Files” sia stata la prima volta che ho avuto l’occasione di scrivere di due aspetti distinti della mia personalità. Di natura sono uno scettico, ho una propensione per la scienza, ma sono anche una persona in cerca di quello che si può chiamare un’esperienza religiosa. Quindi ho potuto esprimere queste due parti di me attraverso i personaggi di Mulder e Scully.

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La strada per il successo è sempre lastricata di tanti ostacoli. Ti spinge a lavorare di più. È perché sono stato costretto a ripresentare il progetto, pensare a quello che avevo proposto, quello che volevo fare, che alla fine sono riuscito a girare l’episodio pilota. La produzione di questo episodio è stata molto difficile. Continuavo a ricevere delle note dallo studio che dicevano che non c’era sufficiente tensione sessuale tra i personaggi. Io continuavo a dire che andava bene così e continuavo ad essere respinto.

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L’episodio pilota aveva qualcosa al suo interno che ci ha dato la possibilità di raccontare una lunga storia che riguardava due personaggi che ovviamente si amavano l’un l’altra. Il segreto della serie era che Mulder amava Scully e Scully amava Mulder.

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Non penso che sia stata la risposta dei critici che ci ha resi una serie di successo, sono stati i fan. Internet era appena nato e noi eravamo in grado di leggere immediatamente i commenti [sugli episodi] nelle varie chat room e questo ci permetteva di vedere che avevamo colpito nel segno. C’erano fan molto attivi, abbastanza per alimentare tutto questo. Ci connettevamo con il nostro pubblico praticamente in tempo reale e questa è una grande cosa.

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Puoi raccontare le storie più spaventose che vuoi, una settimana dopo l’altra, ma se non si riesce a connettersi emotivamente con quei personaggi, e i personaggi non lo fanno tra loro, non ti avvicini al cuore della serie.

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Durante la nostra nona stagione ci fu l’attacco alle Torri Gemelle. L’America è cambiata da un giorno all’altro. All’improvviso, mentre raccontavamo storie su cospirazioni governative e su un governo di cui non ti puoi fidare a persone che non volevano fare altro che fidarsi del loro governo, tutti hanno capito che qualcosa era cambiato. Abbiamo deciso di chiudere e dal punto di vista emotivo, per me, è stato molto difficile. Mi sono sentito come un rottame per tutta la seconda metà di quella stagione.

“X-Files” era una serie di culto che è diventata una serie mainstream di culto, una grandissima serie di culto. Potevamo scrivere di quello che ci interessava e la gente lo guardava. Semplicemente. Ogni settimana. Quello era un sogno diventato realtà.
 

 



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