Ghouli - Il viaggio emotivo di Mulder e Scully. E il nostro.

Ghouli - Il viaggio emotivo di Mulder e Scully. E il nostro.

Devo confessare una cosa. Non credo di aver mai avuto una reazione più violenta alla visione di un episodio di X-Files di quella che ho vissuto ieri sera. Ho trattenuto il fiato, inconsapevolmente, per tutto il tempo e all’arrivo dei titoli di coda è successo esattamente questo: ho esclamato un “vaffa” ad alta voce rivolto non so neanche io a chi, sono rimasta in silenzio assoluto, mi è salita la rabbia, ho pianto e poi mi sono messa a ridere... e ho pensato che la mia vita di fan sarebbe stata molto più semplice se mi fossi appassionata a “I Cesaroni”.

Ho sempre scritto questi miei commenti agli episodi spinta dalle emozioni e riflessioni che suscitano in me le nuove storie, ma questa volta sono stata travolta da un fiume in piena di pensieri, emozioni e riflessioni difficili da esprimere a parole, ed il motivo mi è stato chiaro fin da subito.

Dopo sedici anni di attesa, dopo aver io stessa acclamato a gran voce - anche in queste pagine - più e più volte che fosse necessario risolvere quella che per me era diventata forse la storyline più importante della serie… Ghouli fa un enorme passo avanti in questa direzione. Finalmente mi trovo faccia a faccia con William, con l’adolescente William, con l’adolescente William che ha dei poteri soprannaturali (l’iniezione di Jeffrey Spender non ha funzionato un granché)… e mi accorgo che non sono assolutamente pronta a incontrarlo.

L’impatto emotivo di questo episodio è devastante. La storia inizia come una indagine classica di X-Files, un mostro assurdo e violento che aggredisce due ragazze, e chi se non Mulder e Scully può indagare sull’accaduto? Ma è bastato poco perché la storia prendesse una piega tutta diversa, è bastato che qualcuno pronunciasse il nome “Van De Kamp” per far andare su di giri le palpitazioni di tutti noi, soprattutto di quei fan che hanno vissuto lo straziante addio tra Scully e suo figlio nella nona stagione.

La storia qui raccontata si intreccia in modo perfetto con la Mitologia della serie classica. Scully potrebbe essere stata una cavia ignara di alcuni esperimenti facenti parte del Progetto Crossroads.
Vi ricordate tutti i dubbi di Scully sulla sua gravidanza e i super soldati? Vi ricordate con quanta veemenza Scully cerca il suo nome sulla nave ormeggiata nel porto di Baltimora proprio all’inizio della nona stagione?
Capo di questo progetto era il Dott. Masao Matsumoto e scopo delle ricerche era quello di combinare DNA umano con quello alieno per creare degli ibridi. Noi abbiamo assistito alla creazione del primo ibrido umano-alieno, sappiamo che era Cassandra Spender, e il nome “Matsumoto” richiama alla nostra memoria gli scienziati di origine orientale impegnati in quegli esperimenti raccontati in “Nisei” e “731” nella terza stagione della serie.
Il Progetto Crossroads, che l’Uomo che Fuma conosce benissimo, è stato abbandonato due anni dopo la nascita di William (interpretato da Miles Robbins - figlio di Susan Sarandon e Tim Robbins). Poco dopo la separazione di Scully da suo figlio. Perché? Non può certo essere un caso.

È toccato quindi a James Wong, che non ha mai avuto nulla a che fare con la storia mitologica qui raccontata, il compito tutt’altro che facile di introdurre il personaggio di William. Così come aveva già fatto due anni fa in “Founder’s Mutation”, l’esperto autore di X-Files confeziona un episodio ad alto tasso emotivo. Se nella scorsa stagione infatti avevamo potuto vedere letteralmente i sogni di Mulder e Scully riguardo il figlio perduto, questa volta i due si trovano nientemeno che ad avere a che fare con lui.

Ma il tutto viene ovviamente raccontato nello stile di X-Files. Non c’è nessun ricongiungimento strappalacrime, non c’è niente di tutto quello che ci siamo immaginati per sedici lunghi anni. Questo William sembra essere, né più, né meno, un adolescente medio come ce ne sono tanti (poteri soprannaturali a parte) e questo, in un certo senso, è spiazzante. Stiamo parlando del figlio di Mulder e Scully e un adolescente medio, con tutte le contraddizioni tipiche che contraddistinguono quell’età, era forse l’ultima cosa che mi aspettassi di vedere.

William

Tutto, in questo episodio, viene raccontato attraverso le emozioni di Mulder e Scully. Così come è stato in “Founder’s Mutation” e “Home Again” (altro viaggio emotivo nell’anima dei nostri amati personaggi che ha devastato il cuore di tutti noi).

Ci sono le lacrime di Scully, c’è il suo dolore profondo e il suo senso di colpa che ci coinvolgo e ci trascinano nella trama come poche altre volte ci è capitato, ci sono le sue speranze e la sua voglia di continuare a lottare per ricongiungersi a suo figlio.

C’è il dolore silenzioso di Mulder, il suo voler mettere da parte le proprie emozioni per essere di totale supporto a Scully, il suo essere sempre accanto a lei, una presenza discreta, forte e costante.

Le aspettative su un episodio simile erano enormi. Ed enorme è stata la performance di Gillian Anderson. Chiamata a interpretare uno dei momenti più difficili della storia del suo personaggio, Gillian Anderson ha dato vita ad una performance di straordinaria intensità e bravura guidandoci attraverso tutto l’episodio. Sapevamo, razionalmente, che prima o poi avremmo assistito ad una scena come quella dell’obitorio, ma vederla ed essere pronti ad andare avanti è un altro paio di maniche.
E no, non saremo mai neanche pronti a lasciar andare via la nostra Scully.

Tutta la sequenza finale alla stazione di servizio è giocata sul volto di Scully (ho già detto della stratosferica performance di Gillian Anderson?) e su quelle micro espressioni del suo viso che ci portano dalla tensione alla speranza. Quando sentiamo William dirle “vorrei averla conosciuta meglio” sappiamo che lo rivedremo, è lo stesso volto di Scully che - mentre stringe la mano di Mulder - ce lo dice.

Rivedremo William, quasi sicuramente nel finale di stagione, e anche se è impossibile immaginare adesso dove ci porterà la storia di quell’episodio, sappiamo che né Mulder né Scully smetteranno mai di cercare quel figlio a cui tengono tanto.

Gli eventi di Ghouli influiranno senza dubbio sul prossimo futuro della stagione. Ci aspetta un viaggio emotivo senza esclusione di colpi in questi ultimi episodi e niente potrà mai prepararci a quello che vedremo.
Tenete a portata di mano tanti fazzoletti e fate sparire qualsiasi oggetto contundente. Sarà una corsa incredibile, spaventosa ed emozionante, come solo X-Files sa fare.

 
 

 



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