Apollo 50 e X-Files

Neil Armstrong, Michael Collins e Edwin Aldrin in viaggio verso la rampa di lancio dell'Apollo 11

Spazio. Ultima frontiera.
Così recita un famoso motto di un’altrettanta famosa serie televisiva e mai parole furono più azzeccate. L’esplorazione dello spazio è forse davvero l’ultima frontiera che rimane all’uomo, la sfida più difficile da affrontare. Addentrarsi in un ambiente sconosciuto, studiare l’ignoto per capire il mondo in cui viviamo, cercare risposte alle domande che da sempre l’uomo si pone sulla propria esistenza e, in breve, andare verso l'infinito per conoscere noi stessi.

L’anniversario che ricorre domani, i 50 anni dallo sbarco dell’Apollo 11 sulla Luna, ci ricorda tutto questo.

Era notte fonda in Italia quando Neil Armstrong, primo uomo nella storia, mosse i primi passi sulla Luna.
“Un piccolo passo per un uomo, un grande passo per l'umanità”.
Un momento straordinario in cui la Storia ha scelto le spalle di questo astronauta diventato altrettanto straordinario per fare un gigantesco passo in avanti.

A Bellflower, in California, un tredicenne fan dei Dodgers orfano delle ultime repliche di Twilight Zone, in questa lunga e calda estate sta iniziando ad imparare a domare le onde su una tavola da surf. Questa sera gli occhi del tredicenne sono puntati fissi sulla televisione. Armstrong scende la scaletta, fa un ultimo salto e tocca la superficie lunare. Non è fantascienza - quella di cui va matto - qui si tratta di scienza, è la conoscenza umana che ha portato Armstrong e l’equipaggio dell’Apollo 11 lassù.

Circa 400.000 uomini hanno lavorato duramente per raggiungere questo obbiettivo, uomini e donne che sono stati a loro volta tredicenni col naso rivolto all’insù spinti da una curiosità ancestrale, una curiosità che li ha spinti ad immaginare l’impossibile e a fare di tutto affinché accadesse.

Uomini che hanno osato, hanno commesso errori e oggi ricordano il sacrificio di coloro che hanno reso possibile questa conquista.

La storia dell’esplorazione spaziale ci insegna quanto davvero conti il lavoro di squadra per il raggiungimento di un obbiettivo, e che nulla può mai sostituire la perseveranza e la tenacia.

La conquista della Luna è stato il sogno che si è realizzato di fronte agli occhi dei nostri genitori. L’esplorazione spaziale moderna è fatta di sonde che attraversano gli anelli di Saturno, di altre che atterrano su asteroidi, della conquista di Marte e della Stazione Spaziale Internazionale che orbita attorno al nostro pianeta. L’entusiasmo di Samantha Cristoforetti ha portato la nostra nazione a riscoprire la bellezza e l’importanza dell’esplorazione spaziale. C’è stato poi Paolo Nespoli, con la sua terza missione nello spazio, e ci sarà presto – in partenza tra poche ore – Luca Parmitano che vestirà i panni di comandante della ISS per tutta la durata della missione “Beyond”.

Uomini e donne straordinari. Un lavoro di squadra, in questo caso internazionale, che manda avanti ormai da anni un avamposto umano nello spazio.

Quel tredicenne biondo californiano ancora non può sapere che in futuro si troverà lui stesso a capo di una delle squadre più importanti della storia televisiva e che, a suo modo, influenzerà il futuro di quello che nel luglio del 1969 era solo un elettrodomestico.

X-Files sarà infatti tutto questo. Un’enorme squadra, centinaia di persone il cui lavoro, anche se più piccolo e all’apparenza meno importante, plasmerà il risultato finale.
Chris Carter ha osato presentando il suo progetto più volte finché non fu accettato, ha immaginato una serie tv rivoluzionaria ed è riuscito a realizzarla circondandosi di collaboratori capaci, pronti a dare il proprio contributo per la crescita della sua idea.

La storia, quella televisiva in questo caso, è balzata sulle spalle di quel californiano biondo per fare un grande passo in avanti.

X-Files ci ha regalato momenti straordinari, che sono ormai parte della storia della televisione e parte di tutti noi, e tra questi non possiamo certo dimenticare uno dei più bei monologhi mai scritti.

Mulder ha regalato a Scully un portachiavi che riporta il logo originale della missione Apollo 11. Al termine di un doppio episodio che vedrà i due alle prese con un disastro aereo che non è esattamente quello che sembra, Scully riflette sul significato di quel regalo e le sue parole ci portano dritte nella magia della serie, e ci lasciano un insegnamento profondo da non dimenticare.
 

Credo che tu abbia la convinzione che ci siano uomini e donne straordinari al mondo, e momenti straordinari in cui la storia, per avanzare, balzi sulle spalle di questi individui. 
E che quello che può essere immaginato può essere anche raggiunto, e che bisogna osare sempre, ma che nulla può mai sostituire la perseveranza, e la tenacia, e il lavoro di squadra, perché da soli non si arriva da nessuna parte. E che, mentre celebriamo la grandezza di certe conquiste e degli uomini che le hanno ottenute, non possiamo dimenticare il sacrificio di coloro che hanno reso possibile queste conquiste e questi passi avanti.

Scully, 4X18 "Max"


 

 



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