Intervista di Chris Carter per l'Archive of American Television - Parte 2

Chris CarterNella seconda parte dell’intervista a Chris Carter realizzata dall’Archive of American Television si entra nel vivo parlando di X-Files in modo approfondito.

Gli argomenti toccati questa volta variano dal metodo di lavoro adottato dagli autori per creare una storia, la nascita e sviluppo della mitologia, la descrizione di alcuni tra i personaggi principali che l’hanno alimentata, l’evolversi della relazione tra Mulder e Scully, il rapporto con i fan e molto, molto altro.

Come già anticipato, si inizia parlando dello staff di autori che hanno lavorato alla serie e di come, grazie ad alcuni di loro, si sia evoluto l’approccio alla creazione delle storie degli episodi.

“Ho sempre avuto una buona squadra di autori, anche se all’inizio non mi ero reso conto di quanto lo fosse. Il contributo di molti di loro ha decretato il successo della serie. All’inizio io scrivevo i punti generali su cui poi la storia di un episodio avrebbe dovuto svilupparsi, ma alcune persone erano abituate a lavorare in modo diverso. Usavano dei fogliettini, che sistemavano su una lavagna, e su ognuno di questi veniva segnato un momento importante della storia. E’ quello che poi è stato chiamato il 'boarding process' ed in seguito è diventato il nostro approccio formale per la costruzione di ogni episodio.

Morgan e Wong avevano entrambi già lavorato in una serie televisiva e quindi ci hanno aiutato ad impostare il nostro lavoro. Avevano molta fantasia, amavano i personaggi e trovavano sempre modi nuovi per rendere la serie paurosa e terrificante.

Frank Spotnitz è arrivato circa a metà della seconda stagione. Inizialmente, mi aveva dato una sceneggiatura con l’idea per un episodio, ma non l’avevo mai presa in considerazione. E’ poi accaduto che alcuni degli autori del team originario si stessero dirigendo verso altre serie o altri lavori. Quindi ho chiamato Frank perché avevo avuto la sensazione che fosse un autore serio e ci potesse aiutare. In seguito è diventato produttore esecutivo della serie, ma è partito dal basso come autore.”


Un’altra pedina fondamentale che ha veramente aiutato X-Files a crescere è senza dubbio Bob Goodwin.

“Bob è una delle ragioni per cui questa serie è stata un grande successo. Ha creato una buona troupe e un buon ambiente di lavoro. Ha convinto la FOX a darci i soldi di cui avevamo bisogno per realizzare gli episodi. In qualità di regista ha diretto l’episodio finale della prima stagione, ed in seguito si è occupato degli episodi iniziali e finali di stagione che sono stati girati a Vancouver. I finali erano molto importanti, dato che tipicamente la stagione terminava con un cliffhanger, ma il modo in cui tornavamo su queste storie all’inizio della stagione successiva era altrettanto importante.”

Parlando di mitologia, Chris Carter racconta di come questa sia nata, forse un po’ inconsapevolmente, fin dall’inizio.

“Guardando i primi due episodi della prima stagione, così come quello finale, si possono vedere le basi della mitologia, soprattutto per quello che riguarda la scienza che vi è coinvolta. Tutto questo è il risultato della mia amicizia con Anne Simon, autrice e ricercatrice, che era la nostra esperta scientifica. Amava la serie e mi ha insegnato molto di quella che poi è diventata ‘la scienza di X-Files’.”

Chris Carter era poco più che un ragazzo all’epoca dello scandalo Watergate e questo è sostanzialmente il motivo dell’inserimento della cospirazione all’interno della mitologia della serie.

“Mi piace l’idea di una cospirazione, anche se non sono molto sicuro di credere che possa essere portata avanti. Ci sono troppi modi e motivi attraverso i quali possono trapelare le informazioni. Penso che molto del mio atteggiamento verso le istituzioni dipenda dal fatto che ero un ragazzo ai tempi del Watergate.”

Il governo ricopre quindi un ruolo negativo nella storia, ma Chris Carter non riceve alcuna pressione dal network per questo motivo e neanche dagli organi ufficiali.

“L’FBI mi ha aiutato molto durante la produzione dell’episodio pilota fornendo molte informazioni sui loro metodi di lavoro. Una settimana o due prima che quell'episodio andasse in onda, mi hanno chiamato dicendo: ‘Chi sei tu e cosa stai facendo?’. Ho pensato che il lungo braccio della legge stesse per rovinare tutto il nostro divertimento. Mi ha sorpreso molto, ma ho capito che avevamo davvero colto nel segno. In seguito gli agenti dell’FBI sono diventati fan dello serie e ci sono stati molto d’aiuto, siamo stati anche invitati all’FBI alla fine della prima stagione. Avere questa sorta di approvazione dall’FBI, anche se in modo non proprio ufficiale, mi ha portato a credere che forse eravamo più vicini alla realtà di quanto potessi immaginare.”

Due personaggi molto importanti che hanno fatto parte dell’arco mitologico di X-Files sono l’Uomo che Fuma e Deep Throat.

“Volevo questa figura nell’ombra, sempre in secondo piano e che non parlava mai. Era il simbolo del governo ombra e della cospirazione. Non sai mai chi rappresenta, ma è lì. Sono stati Morgan e Wong i primi a mettergli delle parole in bocca. Per fortuna William B. Davis sapeva recitare, quindi è diventato un personaggio di rilievo. Sapevo che sarebbe diventato importante, ma non sapevo fino a che punto lo sarebbe diventato. Era il cattivo della serie. Era spietato.

Mi piaceva il personaggio interpretato da Hal Holbrook nel film ‘Tutti gli uomini del presidente’.  Volevo avere un personaggio come quello, qualcuno che apparisse nell’ombra e guidasse Mulder con le sue insinuazioni riguardo al governo (di cui lui stesso faceva parte), che gli desse il necessario per portare avanti le sue indagini. L’ho ucciso perché aveva perfettamente senso farlo nel momento in cui l’abbiamo fatto. Abbiamo pensato che se Deep Throat muore ci possono essere altri come lui. Steven Williams, che interpreta X, è poi diventato il nuovo Deep Throat.”

Anche le incursioni dei Lone Gunmen nella storia di X-Files partono fin dalla prima stagione, prima con uno scopo non ben definito, ma durante il corso degli anni il loro ruolo, come dice Chris Carter, assume un compito preciso.

“I Lone Gumen sono stati creati da Morgan e Wong per un episodio dal titolo 'E.B.E.'. Sono inspirati alle persone che si incontrano alle convention sugli alieni o sulla science fiction. All’inizio rappresentavano il momento comico della storia, ma in seguito sono diventati quelli che spiegavano la scienza. Avevano un ruolo importante nell’esposizione degli episodi mitologici. Probabilmente sarebbero stati fan di X-Files loro stessi, ma essendo dei personaggi discriminati sarebbero stati i nostri critici più feroci.”

Accade così, non solo grazie all’inserimento dei Lone Gunmen, che momenti più leggeri e divertenti si mescolino a momenti più cupi e paurosi in modo abbastanza naturale.

“In un thriller puoi allentare la tensione con lo humor. C’è sempre stata una piccola parte ironica e divertente nei nostri episodi perché quell’elemento è parte integrante della relazione tra Mulder e Scully. Alcuni episodi in particolare, quelli di Darin Morgan in special modo, erano davvero brillanti. Le storie con stampo prettamente ironico rappresentano alcuni degli episodi più memorabili che abbiamo mai realizzato. Non ho capito quale poteva essere il nostro raggio d’azione fino alla seconda o terza stagione. Guardando episodi come Clyde Bruckman’s Finale Repose, Home, Squeeze, War of Coprophages o Humbug si vede  inoltre che i nostri attori erano eccezionali anche in ruoli più leggeri.”

Durante la prima stagione Gillian Anderson rimane incinta e questo obbliga gli autori a programmare in modo preciso lo sviluppo degli eventi della serie.

“La gravidanza di Gillian ha dato una direzione ben precisa alla serie. Abbiamo dovuto trovare un modo di gestire la sua assenza dal set nei giorni del parto. Ero preoccupato che questo evento avrebbe potuto nuocere alla serie e che il network volesse sostituire Gillian, anche se sapevo che non sarebbe successo. Scully che viene rapita nella seconda stagione è la conseguenza di quella gravidanza. Questo evento ha finito per alimentare la mitologia perché da quel momento anche per lei le cose diventano personali. Inoltre, la relazione tra Mulder e Scully cambia proprio a causa del rapimento, da quel momento si avvicinano molto di più. C’è una scena in ‘Red Museum’, quando sono insieme al ristorante, che è diventata immediatamente una delle preferite dei fan proprio perché sono molto amichevoli tra loro, come non lo erano mai stati prima.”

'Duane Barry' è la prima parte di una storia divisa in due episodi che tratta del rapimento di Scully e che segna il debutto di Chris Carter in qualità di regista televisivo.

“E’ stata la prima volta e pensavo di sapere quello che stavo facendo. Sono andato sul set mentre Rob Bowman stava girando 'Sleepless' (l’episodio che precede 'Duane Barry'). L’ho guardato mentre stabiliva i movimenti di base degli attori e della macchina da presa all’interno di una scena ed ho capito di non sapere cosa stesse facendo. Ho chiesto quindi aiuto a David Nutter (ndr, che ha diretto molti episodi di X-Files). Lui mi ha mostrato come impostare una dozzina di scene e alla fine ho usato i suoi consigli.”

I fan di X-Files hanno da sempre, in un certo senso, avuto un ruolo importante nella crescita della serie e Chris Carter spiega il motivo.

“Siamo stati una delle prime serie, se non la prima, a sviluppare un seguito di fan su Internet. Questo ci permetteva di avere un feedback immediato. Ogni venerdì sera alle dieci le chat room si animavano e noi  potevamo vedere come era stato recepito un episodio e cosa era piaciuto. La crescita di Internet ha avuto un impatto sulla serie. Essere una serie di culto ed avere un pubblico che ti segue assiduamente ti permette di capire in che modo raggiungi i tuoi fan e come loro reagiscono a certe cose. Abbiamo sempre fatto molta attenzione a quello che dicevano, anche se non abbiamo mai preso da loro dei suggerimenti.”

Incalzato dal suo intervistatore, l’autore di X-Files spiega, con parole sue, l’eterna diatriba tra fan shipper e noromo.

“Gli shipper erano fan della relazione di Mulder e Scully e della tensione sessuale tra loro. Credevano che fossero innamorati. Ho sempre detto che il segreto della serie era che 'Mulder ama Scully e Scully ama Mulder', ma le mie affermazioni sono state capite solo molto tempo dopo, quando questi sentimenti sono stati espressi. La prima volta che Mulder e Scully si sono baciati è accaduto sotto il vischio, nella stagione sei, in un episodio chiamato 'Millennium'.”

[nota di chi scrive: Qui, Chris Carter fa un attimo di confusione. 'Millennium', l’episodio in cui effettivamente Mulder e Scully si baciano per la prima volta, appartiene alla stagione sette (non sei) e non vi è ombra di alcun vischio in quella scena. Esiste forse un’ulteriore scena girata e poi tagliata in fase di montaggio? (non sarebbe la prima volta che ciò accade) O è semplicemente un errore?? Le scommesse sono aperte.]

Quando a Chris Carter viene chiesto di spiegare chi sono i fan noromo, l’autore di X-Files si lascia scappare una risata.

“C’erano anche persone che erano contrarie allo sviluppo di una storia romantica. Io credo che Mulder e Scully avessero una relazione romantica, solo che non era realizzata. Non abbiamo mai veramente sconfinato nel territorio romantico fino all’arrivo del primo film, dove si è quasi consumato un bacio, e del secondo, dove li abbiamo visti a letto insieme.”

Spesso gli autori di X-Files hanno fatto ricadere sui protagonisti della serie eventi drammatici che hanno avuto l’effetto di tenere i telespettatori inchiodati alla tv col fiato sospeso per le sorti dei propri beniamini.

“Far ammalare Scully di cancro era una cosa impopolare da fare e in molti hanno pensato che ci fossimo spinti troppo oltre. Questo evento però si è inserito perfettamente nella mitologia perché la sua guarigione si è poi trasformata in un mistero e Scully si è trovata ancora più coinvolta nella mitologia. Tutti questi episodi, a partire da 'Duane Barry', hanno reso più profonda la relazione tra Mulder e Scully perché hanno reso più profonde le loro storie personali.”

Ed è proprio quando viene sviluppato l’arco di storia che riguarda il cancro di Scully che X-Files riceve importanti riconoscimenti. In quel periodo la serie vince numerosi premi prestigiosi, tra i quali ricordiamo l’Emmy come Miglior Attrice Protagonista in una serie Drama andato proprio a Gillian Anderson.

“C’è un episodio, ‘Memento mori’, la cui sceneggiatura era stata scritta poco prima di Natale, che forse non ha propriamente fatto vincere l’Emmy a Gillian, ma ha anche valso una nomination, sempre agli Emmy, per gli autori di quell’episodio: Frank Spotnitz, Vince Gilligan, John Shiban ed io. È stato molto importante per noi ricevere tutti quei riconoscimenti. Abbiamo vinto tre Golden Globe per la miglior serie drama e siamo stati nominati per tre o quattro Emmy per la stessa cosa, anche se non lo abbiamo mai vinto. Questi premi ci hanno fatto conoscere come serie di culto in un ambito più vasto.”

L’affermazione della serie regala anche ai suoi autori maggiore libertà di movimento e questo si traduce con la produzione di episodi che difficilmente avrebbero visto la luce in una situazione differente. Uno di questi episodi, per stessa ammissione di Chris Carter, è ‘The Post-Modern Prometheus’, da lui scritto e diretto.

“Anne Simon aveva lavorato con uno scienziato che faceva esperimenti sulle mosche. Attraverso la manipolazione dei geni era in grado di far crescere loro delle zampe fuori dagli occhi e cose del genere. Io ho preso quella scienza e l’ho applicata alla storia di Frankenstein, a cui il titolo dell’episodio fa riferimento. C’era un personaggio che aveva una rassomiglianza con un volto equino, un altro con una capra… avevo tutti questi personaggi strani sui quali ho costruito la mia storia. È stato girato in bianco e nero per rendere omaggio al Frankenstein di James Whale. Sia Cher che Roseanne Barr erano nostre fan ed avrebbero voluto comparire in un episodio. Ho scritto questa storia pensando proprio a loro perché quello era il mio piano, ma alla fine nessuna delle due ha potuto esserci. Abbiamo preso una controfigura di Cher e un’attrice che assomigliasse a Roseanne e in effetti penso che sia stato meglio così perché altrimenti la loro presenza avrebbe potuto togliere credibilità ai loro personaggi.

È uno dei miei episodi preferiti anche grazie alla scena finale in cui Mulder e Scully ballano l’uno nelle braccia dell’altra.”


 

 



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