#1X02 Squeeze - Omicidi del terzo tipo

#1X02 Squeeze - Omicidi del terzo tipo
di Glen Morgan, James Wong
diretto da Harry Longstreet


Mulder e Scully ricercano un killer i cui omicidi crudeli riappaiono ogni trenta anni.
L'Agente FBI Tom Colton descrive a Scully una serie di omicidi che crede siano commessi da un serial killer. Le vittime sono state tutte uccise in luoghi chiusi o stanze chiuse dall'interno. Ad ognuno di essi è stato asportato il fegato.

Malgrado il disagio di Colton, Mulder viene coinvolto nel caso. Mulder trova strane impronte digitali nell'ufficio altamente sorvegliato dove un uomo d'affari, George Usher, è stato assassinato. Mulder collega le impronte ad alcuni casi simili che sembrano accadere negli Stati uniti ogni trent'anni, almeno dal 1903. Ogni volta, a tutte e cinque le vittime era stato asportato il fegato.

Invece di unire le forze, Scully e Mulder decidono di prendere strade diverse per indagare sul caso: Scully la via tradizionale; Mulder quella meno ortodossa. Sulla scena del delitto di Usher, Mulder dice a Scully che il sospetto non ritornerà in quel luogo, avendo già violato quel sistema di sicurezza. Infatti pensa che l'assassino voglia una nuova sfida. Ma proprio mentre stanno parlando, Mulder scopre qualcuno che striscia in un condotto. Il sospetto, un impiegato dell'Ufficio di Igiene di nome Eugene Victor Tooms, viene preso in custodia. Tooms passa il test della macchina della verità, con la sola eccezione delle domande di Mulder riguardo la sua età.

Mulder sospetta che Tooms sia il killer. Usando un computer, manipola l'immagine delle impronte digitali di Tooms, allungandole. Le confronta con le impronte del 1933 e corrispondono. Scully è attratta dai nuovi sviluppi e torna ad indagare con Mulder sul caso.

Tooms attacca ed uccide un'altra vittima protetta da un sistema di sicurezza. Tooms scompare; ma Scully e Mulder scoprono l'appartamento in cui viveva. Scully rintraccia Frank Briggs, lo sceriffo che indagò sui cinque omicidi del 1933. Briggs le descrive come come aveva indagato sugli omicidi, e come non fosse mai stato in grado di provare che Tooms fosse l'assassino.

Gli agenti individuano un edificio abbandonato che una volta era la residenza di Tooms. All'interno scoprono una piccola stanza in cui sono conservati i "trofei" prelevati da Tooms dalle scene dei delitti attraverso tutto il secolo. Mulder ipotizza che Tooms possa nascondere una mutazione genetica grazie alla quale riesce ad ibernarsi per interi decenni e provvedere al suo sostentamento mangiando fegati umani. Mentre gli agenti abbandonano l'edificio, Tooms riesce a "sfilare" la collana a Scully senza che lei si accorga della sua presenza.

Scully organizza dei turni di sorveglianza per l'edificio abbandonato, ma Colton richiama gli agenti assegnati a quel compito senza informare Mulder. Mulder arriva all'edificio e, non trovando gli agenti di copertura, si reca all'interno. Trova così la collanina di Scully in mezzo agli altri trofei di Tooms.

Mulder corre all'appartamento di Scully e la trova alle prese con Tooms. Mulder prende la pistola e, con l'aiuto di Scully, riesce ad ammanettare Tooms. Tooms viene così arrestato e portato in prigione, dove inizia a costruire una nuova "tana". 
Attori Protagonisti
DAVID DUCHOVNY - Agente Speciale Fox Mulder
GILLIAN ANDERSON - Agente Speciale Dana Scully

Attori Co-Protagonisti
DOUG HUTCHISON - Eugene Victor Tooms
DONAL LOGUE - Agente Tom Colton
HENRY BECKMAN - Detective Frank Briggs
KEVIN MCNULTY - Fuller
TERENCE KELLY - George Usher
COLLEEN WINTON - Tecnico alla macchina della verità
HENRY WATSON - Johnson
GARY HETHERINGTON - Higgins
ROB MORTON - Kennedy
PAUL JOYCE - Mr. Werner 

Trasmesso la prima volta in TV
USA 24/09/93
Italia 06/07/94
  • Doug Hutchinson, che ha interpretato la parte di Eugene Victor Tooms, nella vita reale č vegetariano. Finito il lavoro, ha mandato a Chris Carter un intero fegato di bovino bello grosso.
A Pair of Eyes
scritto da Mark Snow

Tooms
scritto da Mark Snow
SCENA 1
BALTIMORA, MARYLAND

(Panorama della città al tramonto. L'inquadratura si concentra su un uomo in giacca e cravatta, con una valigetta in mano, che esce da un ristorante e va verso la sua automobile parcheggiata lungo la strada. Nel suo tragitto, due occhi lo osservano da sotto il marciapiede, attraverso lo scolo per l'acqua piovana.

Nell'immagine successiva l'uomo appare nello schermo di un impianto di sorveglianza, mentre esce da un ascensore, poi mentre si allontana dagli ascensori e passa davanti ad alcuni uffici. Il luogo è apparentemente deserto. Subito dopo, uno degli ascensori si ferma al piano e apre le porte, ma la cabina non è presente e i cavi di sostegno vibrano. Arrivato nel suo ufficio, l'uomo accende una lampada da tavolo, si siede alla scrivania e compone un numero al telefono.)

SEGRETERIA TELEFONICA (VOCE DELLA SIG.RA USHER): Qui casa Usher, lasciate un messaggio dopo il segnale acustico, grazie.

(L'uomo prende distrattamente in mano una palla di vetro con neve artificiale che sta sulla sua scrivania e la scuote.)

USHER: Ciao tesoro, sono ancora in ufficio e devo... devo mettere a punto dei dettagli, la presentazione non è andata un granché. Chiamami, ti amo. Ciao.

(Usher prende una tazza sulla scrivania ed esce dall'ufficio, per andare a prendere del caffè in un altro locale. Nel frattempo, nel suo ufficio, qualcuno sta svitando dall'interno di un condotto dell’aria le viti che tengono chiusa la griglia del sistema di ventilazione; la griglia si solleva e ne escono le dita di una mano. Usher torna verso il suo ufficio e, appena entra, qualcuno chiude violentemente la porta alle sue spalle. Si sentono delle urla, le tende accanto alla porta si muovono e la maniglia viene scossa freneticamentesu e giù, nel tentativo di Usher di fuggire dall'ufficio. Subito dopo la porta viene parzialmente sfondata dall'interno e tutti i rumori si interrompono.

All'interno dell'ufficio del sangue sta gocciolando sulla moquette dalla scrivania. La scrivania è sottosopra, piena di fogli sparsi e oggetti rovesciati, ci sono macchie di sangue, e l'immagine del volto insanguinato di Usher, riverso sul pavimento, si riflette in un oggetto posato sul tavolo. Intanto, la griglia del sistema di ventilazione viene rimessa a posto e le viti vengono riavvitate dall'interno del condotto.)


SIGLA

SCENA 2
WASHINGTON, D.C.

COLTON: Indovina un po' chi ho rivisto del nostro corso? Marty Neill.

(Tom Colton è seduto al tavolo di un ristorante, in compagnia di Dana Scully.)

SCULLY: Ma chi? Mr. Primo della Classe?
(us Nella versione originale dell'episodio Scully chiede "J. Edgar Jr?" J. Edgar era il nome di Hoover, storico direttore e fondatore dell'FBI.)
COLTON: È stato appena promosso, sta al controspionaggio, ufficio di New York. E, non ci crederai mai, Supervisore!
SCULLY: Addirittura Supervisore?
COLTON: Infatti...
SCULLY: Ma se è uscito due anni fa dall'Accademia, come ha fatto?
COLTON: Ha risolto l'attentato alla sede del commercio estero.
(us Nella versione originale dell'episodio Colton dice "Lucked into the World Trade Center bombing" che significa "Ha avuto la fortuna di imbattersi nell'attentato al World Trade Center".)
SCULLY: Mm, buon per lui, allora...
COLTON: Oh, avanti, Dana... è uno che non vale niente, e guarda fin dove è arrivato! Dove dovremmo essere noi...
SCULLY: Brad Wilson mi ha detto che hai fatto un profilo psicologico dell'assassino del Washington Crossing che li ha portati dritti al sospettato. In giro si dice che nella sezione Crimini Speciali vai alla grande.
COLTON: E tu, invece, cosa combini? Hai avuto qualche incontro ravvicinato del terzo tipo? (ride)
SCULLY: Sono questi i pettegolezzi che girano su di me?
COLTON: No, sto scherzando... e quando uno lavora con "lo spettrale Mulder"...
SCULLY: Ammetto che le sue idee sono un bel po' fuori dalla norma, ma questo non toglie che è in gamba.
COLTON: Mi sto appunto occupando di un caso fuori dalla norma. Ci ha chiamato la polizia di Baltimora. Vogliono un profilo psicologico di un serial killer: tre omicidi in sei settimane e le vittime sono di età, razza e sesso diverso, nessuna attinenza fra loro.
SCULLY: E il collegamento qual è?
COLTON: Le modalità di accesso. Anzi, l'impossibilità di accesso.
SCULLY: Sarebbe a dire?
COLTON: Prima vittima: una studentessa, uccisa mentre dormiva nel college, camera singola, e porta e finestra della camera erano ancora chiuse dall'interno. L'ultimo invece due giorni fa: edificio di massima sicurezza, televisione a circuito interno. Il custode ha parlato con la vittima poco prima dell'omicidio, non ha visto né sentito nulla di strano.
SCULLY: Suicidi, forse?

(Colton prende una fotografia dalla sua valigetta e la mostra a Scully.)

COLTON: Il fegato di ogni vittima è stato... estirpato. Senza nessun oggetto tagliente.
SCULLY: A mani nude?(Colton annuisce) Questo è da X-File!
COLTON: Adesso non esageriamo. Verrò a capo di questi omicidi, ma vorrei che tu mi aiutassi ad analizzare la casistica, magari partendo dal luogo del delitto.
SCULLY: Vuoi che lo dica a Mulder o è meglio di no?
(us Nella versione originale dell'episodio Scully chiede soltanto "Do you want me to ask Mulder?" che significa "Vuoi che lo chieda a Mulder?")
COLTON: D'accordo, se lo fa per farti un favore, l'accetto. Ma cerca di ricordargli che è mio, il caso. Dana, se riuscirò a risolverlo, avrò probabilmente una promozione e chissà... tu potresti finalmente mollare lo Spettrale...
(us Nella versione originale la battuta di Colton è "maybe you won't have to be Mrs. Spooky anymore" che significa "forse non dovrai più essere la Sig.ra Spettrale")


SCENA 3
SCENA DEL CRIMINE
UFFICIO DI GEORGE USHER
BALTIMORA, MARYLAND

(Mulder e Scully si trovano nell'ufficio della vittima.)

MULDER: Perché non me l'hanno chiesto direttamente?
SCULLY: Si tratta di miei amici d'Accademia, hanno meno difficoltà a parlare con me.
MULDER: Non li mangio mica. Li intimorisco a tal punto?
SCULLY: Probabilmente sarà per via della nomea che ti sei fatto.
MULDER: Quale nomea? Non sapevo di averne.
SCULLY: Mulder, vedi, loro seguono il regolamento e tu no. Ritengono che i tuoi metodi e le tue teorie siano...
MULDER: Spettrali? (Scully non risponde) Anche tu mi trovi spettrale?

(Colton fa il suo ingresso nell'ufficio.)

COLTON: Dana, scusa il ritardo.
SCULLY: Siamo appena arrivati. Ehm, Fox Mulder, Tom Colton.

(I due si stringono la mano.)

COLTON: Allora Mulder, secondo te ci sono di mezzo omini verdi con le antenne?
MULDER: No, grigi.
COLTON: Come, scusa?
MULDER: Grigi. Tu hai detto omini verdi, il tono della cute reticolare in realtà è grigio. Sono famosi per le estirpazioni di fegati umani. C'è una gran carenza di ferro nella Galassia Reticolare.
COLTON: Mi stai prendendo in giro?
MULDER: Hai idea di quanto vada nella Reticolare il fegato con cipolle? Scusatemi.

(Nel totale imbarazzo di Scully, Mulder si allontana per dare un'occhiata in giro nell'ufficio e nota qualcosa per terra. Colton nel frattempo parla con Scully.)

COLTON: Dana, ho riflettuto parecchio e ho una mia teoria. È abbastanza convincente, dimmi cosa ne pensi. Se l'assassino fosse entrato nell'edificio di prima mattina, travestito, non so, da uomo delle pulizie, e fosse rimasto tutto il giorno chiuso magari nel ripostiglio, potrebbe essere uscito senza farsi vedere da nessuno. Al piano a quell'ora c'era solo il Sig. Usher.
(us Nella versione originale dell'episodio in realtà manca tutta la parte dopo "fosse entrato nell'edificio...". Si intuisce solo che Colton sta parlando in sottofondo con Scully, ma non si sente cosa dice.)

(Nel frattempo Mulder si china e raccoglie con una pinzetta una specie di truciolo metallico, da uno dei fogli di carta sparsi sul pavimento, vicino alla parete. Lo esamina più da vicino, poi guarda verso l'alto, lungo la parete, e vede la griglia di ventilazione. Si alza e ripone la pinzetta.)

COLTON: Aspetta un momento, cosa diavolo fa?

(Mulder prende un pennellino per il rilevamento delle impronte digitali e comincia a passarlo sulla griglia di ventilazione.)

COLTON: Ehm... quel condotto è più o meno 20x60. Anche se un Reticolare ci passasse, come farebbe a riavvitarlo dall'interno?

(L'operazione di Mulder ha reso visibile un'impronta allungata.)


SCENA 4
UFFICIO DEGLI X-FILES

(Mulder e Scully stanno esaminando sul tavolo luminoso le diapositive di alcune impronte digitali, simili a quella trovata sulla griglia.)

MULDER: Questa è l'impronta che ho trovato ieri nell'ufficio di Usher. Queste altre invece sono di un X-File. Dieci omicidi, qui, a Baltimora. Modi di accesso: indefinibili. Ogni vittima con il fegato estirpato. Queste impronte sono state rilevate in cinque dei dieci omicidi.
SCULLY: Dieci omicidi? Colton non mi aveva detto che...
MULDER: Forse perché non lo sa neppure. Queste due impronte sono state rilevate a Powhatan Mill cinque anni prima che Colton nascesse. E queste tre, facendo un rapido calcolo, cinque anni prima che nascesse sua madre.
SCULLY: Vale a dire che le impronte risalgono agli anni '60 e agli anni '30?
MULDER: E nel 1903 abbiamo un altro fegato estirpato, anche se la tecnica delle impronte digitali era ancora in via sperimentale.
SCULLY: (allontanando la sedia dal tavolo e alzandosi) Roba da pazzi...
(us In realtà, in lingua originale la battuta - detta in tono ironico - di Scully è "Of course" cioè "Naturalmente".)

(Rimanendo seduto, Muldersi gira sulla sedia voltandosi verso Scully, che è in piedi con braccia incrociate e aria scettica.)

MULDER: Quindi fanno cinque omicidi ogni trent'anni. Quest'anno ne mancano ancora due.
SCULLY: E avvengono ciclicamente...
(us Nella versione originale dell'episodio Scully dice "You're saying these are copycats" che significa "Stai dicendo che queste sono emulazioni / omicidi fotocopia").

MULDER: Che cosa abbiamo imparato il primo giorno d'Accademia, Scully? Ogni impronta è diversa da un'altra, queste combaciano perfettamente.
SCULLY: Fammi capire. Secondo te dovrei presentare alla Sezione Crimini Speciali un profilo in cui ipotizzo che questi omicidi sono opera di alieni?
MULDER: No, certo che no. Non ci sono prove di un loro coinvolgimento.
SCULLY: E allora chi diavolo è? Un serial killer centenario ancora in grado di sopraffare un uomo grande e grosso, alto quasi due metri?!
MULDER: E che riesce a non farsi notare con dita di trenta centimetri!
SCULLY: Senti, tutto sommato il caso è di Colton.

(Mulder si alza e va accanto a lei.)

MULDER: Il nostro X-File è del 1903. La priorità è nostra.
SCULLY: Mulder, non vogliono che tu ti intrometta. Non vogliono sentire teorie cervellotiche. Per questo sei stato relegato qui nei sotterranei.
MULDER: Ci sei anche tu. Senti, ho avuto un'idea: loro faranno la loro indagine e noi la nostra, senza interferenze di parte, eh? Ci stai?


SCENA 5
APPARTAMENTO DI SCULLY

(Scully sta scrivendo al computer la sua relazione sul caso, riascoltando le sue osservazioni registrate su un nastro. Sparsi sulla scrivania ci sono fotografie e altri documenti.)

SCULLY: (voce fuori campo) Dopo un'attenta analisi della violenta natura di questi crimini, ritengo che l'assassino sia un maschio, dai 25 ai 35 anni, con un livello di intelligenza superiore.

(Si vede la planimetria di un edificio, forse quello dell'ultimo omicidio.)

Ancora non si è scoperto come riesca ad entrare. Questo potrebbe derivare da una sua perfetta conoscenza delle strutture degli edifici e dei condotti. Oppure si muove apertamente, camuffato da fattorino o da operaio.

(Scully esamina la diapositiva con l'immagine della strana impronta rilevata.)

Il dettaglio più significativo di questi crimini è l'estirpazione del fegato. Il fegato possiede qualità rigenerative, purifica il sangue.

(Nella scena successiva, Scully continua l'esposizione dei punti della sua relazione a Tom Colton e ai suoi superiori nel corso di una riunione.)

SCULLY: Impossessandosi di questo trofeo, l'omicida tende a purificarsi dalle proprie impurità. Si ravvisa quindi in questo la classica forma di comportamento compulsivo e ossessivo. Non esistendo il minimo collegamento tra le vittime, non possiamo prevedere le sue azioni. Dobbiamo comunque pensare che non sempre un assassino trova una vittima. E se questo si verifica, un serial killer può tornare, in preda a frustrazione, sul luogo di un precedente omicidio, sperando in questo modo di riprovare le emozioni già avute. La cosa migliore da fare, secondo me, è tenere sotto sorveglianza questi luoghi.
FULLER: Ottimo lavoro, agente Scully. E, se non ci sono obiezioni, comincerei a tenerli d'occhio da stasera stessa. Stiamo cercando un uomo dai 25 ai 35, potrebbe indossare un'uniforme da postino, elettricista o roba simile. So che ti occupi di altro, Scully, ma se ti va di fare un po' di straordinario sei la benvenuta fra noi, sempre che... ti interessi lavorare su qualcosa un po' più prosaico e terreno.

(Tutti gli agenti ridacchiano, ma non Scully.)


SCENA 6
EDIFICIO DELLA SCENA DEL CRIMINE
7:15 P.M.


(Scully si trova in un'automobile, su un piano del parcheggio dell'edificio.)

VOCE DAL WALKIE-TALKIE: Posizione 10, controllo.
SCULLY: Posizione 10, vi sento.

(Improvvisamente Scully sente dei rumori. Esce dall'auto, estrae la pistola e comincia a perlustrare il luogo, quando si sente il rumore dei passi di qualcuno che si avvicina correndo. Un uomo sbuca da una delle grandi aperture circolari che caratterizzano le pareti del parcheggio e Scully gli punta istintivamente contro la pistola, ma si tratta di Mulder, che subito si ferma e alza le mani, divertito.)

MULDER: Non spareresti a un uomo disarmato, vero capo?
(us Nella versione originale Mulder la chiama "sbirro")

(Scully, irritata, torna verso l'automobile.)

SCULLY: Mulder, tu che diavolo c'entri?
MULDER: Non tornerà mai qui. La sua eccitazione deriva dallo sfidare un altro impossibile accesso. Lui ha già sconfitto questo posto. Tutti gli X-Files sul caso portano alla stessa conclusione.
SCULLY: Mulder, stai disturbando il mio appostamento.
MULDER: (offrendo il sacchetto di semi di girasole che ha in mano) Ne vuoi un po'?

(Non ricevendo risposta, Mulder comincia a dirigersi verso l'uscita, mentre Scully risale in auto.)

MULDER: Stai perdendo tempo! Io me ne vado a casa.

(Mentre se ne sta andando, Mulder sente gli stessi colpi che Scully aveva sentito in precedenza e si rende conto che arrivano da alcuni condotti di ventilazione, concentrati in un'area recintata del parcheggio. Nota che qualcosa o qualcuno si trova all'interno di uno dei condotti. Quindi torna di corsa indietro da Scully.)

MULDER: Scully, presto, chiama rinforzi, presto!
SCULLY: (al walkie-talkie) Postazione 10, chiedo rinforzi!

(Scully scende dall'auto e raggiunge Mulder.)

MULDER: Là dentro.

(Si avvicinano alla recinzione. Scully, vedendo del movimento all'interno del condotto, punta la pistola e si qualifica.)

SCULLY: Sono un'agente federale. Sono armata. Procedi lungo il condotto, lentamente.

(Al termine del condotto, vicino al pavimento, lo sportello viene calciato via e si scorge qualcuno procedere all'indietro per uscire. Ne esce un uomo sulla trentina, che si solleva e si volta lentamente verso Mulder e Scully, con le mani alzate. Arrivano diversi agenti.)

COLTON: Pronti a intervenire, giù, nel garage. Prendetelo!
AGENTE FBI #1: Fermo, fermo!
AGENTE FBI #2: FBI, fermo, non muoverti! Non muoverti! Tieni le mani in alto. Sta giù!

(Gli agenti circondano l'uomo e dopo averlo fatto stendere a terra, lo ammanettano.)

AGENTE FBI #1: Ti dichiaro in arresto. Hai il diritto di non rispondere...
MULDER: (rivolto a Scully) Avevi ragione.

(Mentre l'agente continua a leggere all'uomo i suoi diritti, Mulder si allontana e Scully lo osserva.)


SCENA 7
UFFICIO FBI
BALTIMORA, MARYLAND

(L'uomo arrestato viene sottoposto al test della macchina della verità. L'esaminatrice pone le domande e controlla il tracciato che viene stampato dalla macchina man mano che l'uomo risponde.)

ESAMINATRICE: Il suo nome completo è Eugene Victor Tooms?
TOOMS: Sì.
ESAMINATRICE: È residente nello stato del Maryland?
TOOMS: Sì.
ESAMINATRICE: È impiegato presso l'Ufficio di Igiene?
TOOMS: Sì.
ESAMINATRICE: Lei oggi ha intenzione di mentire su qualcosa?
TOOMS: No.
ESAMINATRICE: È mai stato iscritto all'Università?
TOOMS: Sì.

(Nella stanza accanto, nascosti dal vetro a specchio, Scully, Mulder, Colton, Fuller e una guardia assistono all'interrogatorio.)

ESAMINATRICE: È mai stato iscritto alla Facoltà di Medicina?
TOOMS: No.
ESAMINATRICE: Hai mai estratto il fegato di un essere umano?
TOOMS: No.
ESAMINATRICE: Hai mai ucciso una creatura vivente?
TOOMS: Sì.
ESAMINATRICE: Hai mai ucciso un essere umano?
TOOMS: No.
ESAMINATRICE: Lei è entrato nell'ufficio di George Usher?
TOOMS: No.
ESAMINATRICE: Ha ucciso lei George Usher?
TOOMS: No.
ESAMINATRICE: Lei ha più di cento anni?
COLTON: Dev'essere una domanda di controllo.
MULDER: Le ho chiesto io di farla.
TOOMS: No.
ESAMINATRICE: È mai stato a Powhatan Mill?
TOOMS: Sì.
ESAMINATRICE: Nel 1933? (Nella stanzetta di controllo, gli agenti si scambiano delle occhiate.)
TOOMS: No.
ESAMINATRICE: Ha paura di non superare questo test?
TOOMS: No. Sì, perché non ho fatto niente.

(Più tardi, l'esaminatrice fornisce agli agenti il suo giudizio sul test.)

ESAMINATRICE: L'ha superato. A pieni voti. Per quanto mi riguarda non è lui che ha ucciso quelle due persone.

(Mulder si avvicina ed esamina il tracciato del test. Fuller entra nell'ufficio.)

FULLER: Gli addetti alla manutenzione confermano d’aver chiamato l'Ufficio di Igiene per via di un cattivo odore, e infatti c'era un gatto morto nel condotto d'aria del secondo piano.
COLTON: Ecco, tutto torna.
SCULLY: Questo però non spiega perché c'è andato in piena notte.
FULLER: Abbiamo un cittadino con spirito di iniziativa e senso civico, e noi lo arrestiamo?
SCULLY: Strisciava nell'impianto di aerazione e senza avere avvertito nessuno della sicurezza.
COLTON: Dana, ha superato il test. La sua versione è confermata. Non è lui. Ciò non vuol dire che il tuo profilo sia sbagliato, certo...
MULDER: Scully ha ragione. È lui, invece.
FULLER: Lei che ne sa, Mulder?
MULDER: Ha mentito alle domande 11 e 13. Le risposte elettrocardiografiche hanno fatto schizzare il pennino fuori dal diagramma.
FULLER: Una per caso è quella che si riferiva ai cento anni? Devo dirle una cosa: anch'io ho sobbalzato a quella stupida richiesta. E poi la faccenda di Powhatan Mill cosa c'entra?
MULDER: Due omicidi, stessa modalità, avvenuti a Powhatan Mill nel '33 e guardi il diagramma...
ESAMINATRICE: La mia interpretazione sulle specifiche reazio...
FULLER: Non ho bisogno di te né di nessuna macchina per sapere che Tooms non era ancora nato nel '33!
MULDER: È stato lui.
FULLER: Io lo rilascio.

(Fuller e l'esaminatrice lasciano la stanza. Colton si rivolge a Scully.)

COLTON: Tu vieni?
SCULLY: Tom, vorrei ringraziarti per avermi permesso di lavorare con la vostra squadra, ma dimentichi che io ufficialmente sono assegnata agli X-Files.
COLTON: Vedrò se posso fare qualcosa.

(Mulder dà un'occhiataccia a Colton.)

SCULLY: Non preoccuparti, so badare a me stessa.
MULDER: Hai detto che era un po' fuori dalla norma... è matto da legare.

(Colton lascia a sua volta la stanza e Scully si volta a guardare Mulder. Più tardi, Mulder e Scully stanno camminando in un ufficio dell'FBI.)

SCULLY: Sapevi che non ti avrebbe creduto. Perché hai insistito?
MULDER: Forse perché hai preso l'uomo giusto. E chissà, forse mi imbatto sempre in persone così ostili perché loro non vogliono rendersi conto che per me la spinta verso ipotesi che a tutti sembrano illogiche è molto più forte del peso di qualsiasi umiliazione.

(Si fermano ai piedi di una rampa di scale.)

SCULLY: Spesso però non te ne accorgi, ma ti fissi con idee assurde.Oh, lascia stare...
(us In lingua originale la battuta di Scully è "It seems like you were acting very territorial" che significa "Hai difeso le tue idee con tutte le tue forze")

(Scully sta per andarsene. Mulder prende fra le dita, per un momento, il ciondolo della collana di Scully e lei si ferma.)

MULDER: Sì, certo che lo faccio. Nelle nostre indagini noi due possiamo anche non essere d'accordo, ma ognuno rispetta le idee dell'altro. Però se preferisci continuare con loro, non me la prendo, sta' tranquilla.

(Mulder comincia a salire le scale e Scully, dopo qualche secondo, lo segue.)

SCULLY: No, non lo so... Devi avere qualcosa di più di un diagramma impazzito per sostenere una teoria così stravagante. Sono proprio curiosa di vedere cos'è.


SCENA 8
DIPARTIMENTO DI POLIZIA METROPOLITANA

(Mulder e Scully stanno guardando al computer la scheda segnaletica di Tooms.)

MULDER: Queste sono le impronte di Eugene Tooms.

(Mulder seleziona l'immagine dell'impronta del dito medio sinistro, la ingrandiscee la isola dalle altre.)

MULDER: E questa è l'impronta trovata nell'ufficio di Usher. Uguale alle altre degli X-Files.

(Mulder la affianca alla prima per metterle a confronto. Ma una è un'impronta normale, la seconda è molto stretta e lunga.)

MULDER: Ovviamente, nessuna somiglianza. Ma se, in qualche modo...

(Tramite alcuni comandi, Mulder deforma la prima immagine, e poi la sovrappone alla seconda. Il sistema rileva una totale coincidenza fra le due immagini.)

MULDER: Combacia perfettamente!
(us Nella versione originale Mulder non pronuncia questa battuta.)

SCULLY: (stupita) E come può essere?
MULDER: Ah, non lo so, l'unica cosa che so di certo... è che è libero.


SCENA 9

(È buio e un'auto svolta dalla strada sul vialetto di un'abitazione. Appena entra sulla proprietà, le luci del vialetto si accendono automaticamente. L'auto si ferma di fronte alla porta del box e l'autista spegne motore e luci dell'auto. Due occhi gialli nascosti fra i cespugli osservano la scena: si tratta di Tooms. Dall'auto scende un uomo che poi entra in casa.
Tooms esce dai cespugli e guarda in casa attraverso una finestra. L'uomo si avvicina alla finestra e Tooms è costretto a ritrarsi per non farsi vedere. Va quindi su un altro lato dell'edificio e comincia a scalare il muro, fatto di mattoni a vista, a mani nude, fino a raggiungere il comignolo sul tetto. Nel frattempo l'uomo controlla la posta, poi si toglie la giacca e va in cucina per versarsi da bere; sente dei rumori, ma decide di ignorarli. Proprio in quel momento, Tooms si cala lungo la canna fumaria, grazie alla sua capacità di deformare il proprio corpo allungandolo a piacere.

L'uomo nel frattempo si sposta in salotto con il suo drink in mano e si avvicina al caminetto. Beve un sorso e appoggia il bicchiere sulla mensola, raddrizza un piccolo soprammobile di vetro e poi si china per accendere il caminetto, ma mentre cerca di dare fuoco a della carta, che inspiegabilmente si spegne, Tooms lo sorprende alle spalle e lo aggredisce. L'uomo cerca di reagire, ma viene sopraffatto.

Il giorno dopo, gli investigatori stanno effettuando i rilievi sul luogo del delitto. Il detective Johnson sta facendo una misurazione.)

DETECTIVE JOHNSON: A un metro e mezzo dalla parete interna.
COLTON: Controlliamo i trapianti di fegato delle prossime 24 ore. Forse c'è di mezzo un traffico di organi.
DETECTIVE JOHNSON: Ma dai... gliel'hanno strappato!
COLTON: Senti, a questo punto non voglio tralasciare nessuna ipotesi!

(Mulder e Scully fanno il loro ingresso nella casa.)

COLTON: ... nessuna ipotesi logica. Scusa Dana, ma qui può entrare solo personale autorizzato della squadra investigativa.
MULDER: Che ti prende, Colton? Hai paura che risolverò il tuo caso?

(Mulder fa per entrare in salotto, ma Colton lo blocca con un braccio. Allora interviene Scully.)

SCULLY: Tom, siamo autorizzati ad accedere al luogo del delitto. Se provi ad ostacolare le indagini di un collega un rapporto negativo comprometterà il tuo glorioso curriculum.

(Colton lascia andare Mulder.)

COLTON: Senti, Dana... Tu da che parte stai?
SCULLY: Dalla parte della vittima.

(Colton si allontana. In salotto, intanto, il detective Johnson sta effettuando altre misurazioni.)

DETECTIVE JOHNSON: Due metri dal camino.

(Mulder si avvicina al camino e sulla cornice nota un'impronta allungata simile a quella già vista. Poi nota qualcos'altro sulla mensola, vicino al bicchiere con il drink.)

SCULLY: (leggendo da un blocco notes) Si chiamava Thomas Werner, celibe, bianco...
MULDER: È stato Tooms (indicando l'impronta sul camino). E ha preso qualcosa (indicando quattro piccole impronte tonde accanto al bicchiere, lasciate dal soprammobile di vetro).


SCENA 10

(Mulder sta passando in rassegna dei microfilm. Si sofferma su uno che contiene l'immagine di una scheda del censimento della contea di Baltimora, effettuato nel 1903, riguardante un certo Eugene Victor Tooms, professione accalappiacani. Arriva Scully.)

SCULLY: Hanno appena controllato il domicilio di Tooms. È una copertura, non ci ha mai abitato nessuno. Non solo. Da quando è stato arrestato, ha lasciato il lavoro.
MULDER: (indicando lo schermo del visualizzatore di microfilm) Io l'ho trovato. Come chiarire il presente? Analizzando il passato. Credo sia cominciato tutto nel 1903, nella Exeter Street. Guarda l'indirizzo del primo omicidio del 1903.

(Scully guarda il fascicolo del caso.)

SCULLY: Stesso indirizzo, appartamento 203. Ha ucciso l'uomo che abitava di sopra.
MULDER: Magari l'ha ucciso perché faceva un po' troppo rumore, chissà.
(us La battuta di Mulder in lingua originale è "Maybe, his neighbour played the Victrola too loud."che significa "Forse il suo vicino ascoltava il Victrola con il volume troppo alto". Il Victrola era un modello di fonografo molto famoso nei primi anni del Novecento.)

SCULLY: Dovrebbe essere il bisnonno di Tooms.
MULDER: E come la metti con le impronte?
SCULLY: La genetica potrebbe spiegare lo schema. Potrebbe anche spiegare l'ereditarietà di comportamenti deviati. Si manifestano in un membro della famiglia che li trasmette al figlio, al figlio del figlio, e così via.
MULDER: Insomma, un po' come la famiglia Addams?
(us Nella versione originale dell'episodio Mulder dice "So what is this, the Anti-Waltons?" che significa "Quindi di che si tratta, degli Anti-Walton"? "The Waltons" era una serie TV andata in onda in Italia con il nome "Una famiglia americana", simbolo della famiglia unita e solidale durante la Grande Depressione degli anni trenta.)

SCULLY: Tu cosa dici?
MULDER: Dico che dobbiamo trovare al più presto Eugene Tooms. Sappiamo che commetterà un altro omicidio. Se non lo fermiamo subito, la prossima occasione l'avremo nel...
SCULLY: 2023.
MULDER: E noi chissà dove saremo allora.
(us Nella versione originale Mulder dice "And you're gonna be head of the bureau by then."che significa "Tu sarai a capo dell'FBI a quel punto")
Direi che tu controlli i censimenti e io me la vedo con i certificati di nascita, matrimonio e morte. A proposito, non avresti un cachet, per favore? Solo a pensarci mi viene un cerchio alla testa.
(us Nella versione originale Mulder dice "You have any Dramamine on you by any chance cos, these things make me seasick" che significa "Hai per caso del Dramamine con te, perché queste cose mi fanno venire il mal di mare")

(Mulder e Scully passano ore a controllare centinaia di microfilm. Al termine della ricerca, si aggiornano sugli scarsi risultati ottenuti.)

MULDER: Niente?
SCULLY: No, non è mai esistito sulla faccia della Terra. E tu?
MULDER: Non è mai nato, mai sposato e mai morto.
SCULLY: Non nella contea di Baltimora, almeno. Ah, però una cosa l'ho scoperta, è l'indirizzo attuale dell'agente che ha indagato sugli omicidi di Powhatan Mill nel 1933.


SCENA 11
CASA DI RIPOSO LYNNE ACRES
BALTIMORA, MARYLAND

(Mulder e Scully sono seduti di fronte a un uomo anziano, Frank Briggs, in sedia a rotelle, nella sua camera.)

BRIGGS: Sono quasi venticinque anni che vi aspetto.
SCULLY: In che senso?
BRIGGS: Mi sono ritirato nel 1968 dopo quarant'anni di servizio e quegli omicidi a Powhatan Mill... Ero sceriffo allora, ne avevo visti di omicidi, anche cruenti. Ma tornavo a casa, giocavo un po' a baseball con i miei figli e non ci pensavo più. Bisognava fare così, sennò... sennò si finiva con l'impazzire. Ma quegli omicidi di Powhatan Mill... Appena ho messo piede in quella stanza di colpo il sangue mi si è gelato. Le mani formicolavano. Riuscivo a... a sentirlo!
MULDER: Sentire cosa?
BRIGGS: Eh... Quando ho saputo dei campi di concentramento, nel '45, ho ripensato a Powhatan Mill. E quando vedo i Curdi e i Bosniaci ripiombo in quella stanza, credetemi, quasi che le azioni orribili di cui sono capaci gli esseri umani, chissà come, abbiano generato una specie di aberrante mostro. Per questo ho detto che vi stavo aspettando. Ehm... in quel baule c'è una scatola, me la prenda per favore.

(Mulder prende la scatola e la mette sul letto, poi aiuta Briggs ad avvicinarsi al letto con la sedia a rotelle.)

BRIGGS: Qui dentro ci sono tutte le prove che ho raccolto, ufficialmente e non ufficialmente.
SCULLY: Non ufficialmente?
BRIGGS: Avevo capito che quello del '63 era lo stesso... lo stesso omicida del '33, ma ormai mi avevano relegato ad una scrivania e non mi hanno neanche permesso di occuparmene.

(Scully prende dalla scatola un barattolo di vetro e ne guarda il contenuto.)

SCULLY: È un pezzo di fegato estirpato!
BRIGGS: Sì, ma quello non è l'unico trofeo che ha tenuto. I familiari delle vittime hanno denunciato la scomparsa di tanti piccoli oggetti ogni volta. Una spazzola nell'omicidio Walter, una tazzina da caffè nell'omicidio Taylor...
MULDER: Ha mai sentito parlare di Eugene Victor Tooms?
BRIGGS: Quando non mi hanno voluto con loro, nel '63, ho fatto qualche indagine personale. Ho scattato anche delle fotografie. E questo è Tooms.

(Briggs mostra le foto a Mulder e Scully. È Tooms, e da allora non è cambiato, ma Briggs non può saperlo.)

BRIGGS: Certo, è lui trent'anni fa. E questo è l'appartamento in cui viveva. Si trovava al...
MULDER: 66 di Exeter Street?
BRIGGS: Esatto. Proprio così. Proprio là.

(L'immagine dell'edificio del 66 di Exeter Street nella foto di Briggs si dissolve nell'immagine dello stesso edificio, diroccato e abbandonato, dove Mulder e Scully vanno a fare un sopralluogo.)


SCENA 12

(L'auto di Mulder e Scully si ferma di fronte all'edificio. Scendono dall'auto ed entrano, con torcia in una mano e pistola nell'altra. All'interno ci sono solo ambienti vuoti e polverosi.)

SCULLY: Ecco il 103.

(Mulder apre la porta dell'appartamento. Entrambi entrano e si guardano attorno.)

MULDER: Il vecchio aveva ragione, dà i brividi.

(Qua e là c'è del materiale sparso per terra. La luce del giorno filtra attraverso le assi sconnesse inchiodate alle finestre. Un vecchio materasso malridotto è appoggiato a una parete.)

SCULLY: Qui non c'è nulla.

(Mulder sposta un materasso appoggiato alla parete e scopre un grosso buco nel muro.)

MULDER: Guarda un po'... Dove porterà?
SCULLY: Non lo so. Scopriamolo.

(Scully mette via la pistola e si infila nel passaggio. Al di là del buco c'è una scala metallica fissata al muro, che porta ad un livello inferiore, una specie di cantina. Scully scende, seguita da Mulder. Si guardano attorno con l'aiuto delle torce elettriche.)

SCULLY: È soltanto un vecchio deposito.

(Avanzando nella perlustrazione, trovano un tavolino su cui sono raccolti alcuni oggetti di diverso tipo, ma chiaramente portati lì di recente, perché non sono coperti da polvere.)

MULDER: C'è una vendita di beneficenza?

(Mulder si china per guardarli meglio. Prende un piccolo contenitore di vetro, lo rigira e nota qualcosa.)

MULDER: Questo stava sul camino di Werner.
SCULLY: Frank ha detto che collezionava trofei.

(Mulder posa il contenitore e indirizza il fascio di luce della torcia verso una delle pareti, che da lontano sembra foderata di carta da macero.)

MULDER: Vive qui dentro allora.
SCULLY: Guarda, si direbbe che il muro si stia sgretolando.
MULDER: No, l'ha fatto qualcuno.

(Si avvicinano alla parete.)

MULDER: È di cartapesta! Guarda, tutti stracci e giornali.
(us La battuta originale è "This is a nest" che significa "Questo è un nido")
SCULLY: C'è un'apertura. Ci sarà qualcosa dentro?

(Attorno all'apertura c'è una sostanza giallastra. Mulder allunga una mano e la tocca. Poi ritrae la mano e si guarda le dita imbrattate.)

SCULLY: Oh, mio Dio, Mulder... puzza di... credo sia bile!
MULDER: ...potrò liberarmene senza perdere la mia tradizionale impassibilità?

(Mulder cerca di liberarsi della sostanza appiccicosa scuotendo la mano.)

SCULLY: Non può vivere qui.
MULDER: Non credo che ci viva. Credo sia dove si iberna.
SCULLY: Si iberna?
MULDER: Stammi a sentire. E se una mutazione genetica permettesse a un uomo, non so, di svegliarsi ogni trent'anni?
SCULLY: Mulder...
MULDER: E se quei cinque fegati gli permettessero di sostenersi in quel periodo? E se Tooms avesse subito un'alterazione del patrimonio genetico permanente?
SCULLY: In ogni caso, adesso, non c'è. Tornerà qui, comunque.
MULDER: Ci servirà una squadra di sorveglianza.
SCULLY: Già, dovrò inventare qualcosa.
MULDER: Senti, tu va' in centrale e prova a fare del tuo meglio. Io resto di guardia.

(Mentre tornano indietro sui propri passi, Scully si ferma.)

SCULLY: Oh, aspetta, devo essermi impigliata. (Si libera) Ok, tutto a posto.

(Dopo che Scully è passata, una mano scende dall'oscurità del soffitto. Dalle dita pende la collana di Scully: è la mano di Tooms, che osserva i due agenti mentre se ne vanno.)


SCENA 13
66 EXETER STREET
11:30 A.M.


(Mulder è appostato in auto davanti al vecchio edificio. Mentre sbuffa spazientito, gli agenti Kennedy e Kramer, che sono venuti a dargli il cambio, salgono in macchina.)

MULDER: Ah, finalmente!
KRAMER: Allora, chi dobbiamo sorvegliare?
MULDER: Eugene Tooms. (Mostra loro la foto segnaletica.) Non è armato però è molto pericoloso. Se non si fa vivo prima, veniamo a darvi il cambio tra otto ore. È tutto chiaro?

(Apre lo sportello e scende dall'auto.)

KENNEDY: Tutto chiaro... Spettrale!

(I due agenti sghignazzano.)


SCENA 14

(Scully sta riponendo le sue cose in una valigetta, seduta a una scrivania in un ufficio nella sede FBI. Colton irrompe nella stanza e si chiude la porta alle spalle.)

COLTON: Ti devo parlare, Dana.
SCULLY: Ho appuntamento con Mulder.
COLTON: È di questo che devo parlarti. Stai usando due miei uomini per sorvegliare un edificio evacuato dieci anni fa!
SCULLY: Non vedo quale sia il problema, non interferisce con la tua indagine.
COLTON: Quando abbiamo pranzato insieme non vedevo l'ora di lavorare con te, dicevano che ci sai fare, ma stando vicino a Mulder devi esserti bevuta il cervello!
(us Nella versione originale Colton dice "I couldn't have you far enough away" che significa "non immaginavo che fossi arrivata a tal punto")

(Scully si alza per andarsene.)

COLTON: Ah, è inutile che vai laggiù, ho fatto rientrare i miei uomini.
SCULLY: Non era di tua competenza!
COLTON: No, mia no, ma del mio diretto superiore, sì! Soprattutto quando gli ho ricordato lo spreco di ore lavorative...

(Scully prende il telefono per avvisare Mulder, ma Colton le toglie il ricevitore dalle mani.)

A-ha! Chiamo io Mulder, gliela do io la notizia.
SCULLY: Si fa così la scalata al potere, Colton?
COLTON: Se vuoi arrivare fino in cima...
SCULLY: Aspetterò con ansia di vederti cadere e atterrare sulle tue grasse natiche!

(Scully esce dalla stanza e Colton telefona.)

SEGRETERIA TELEFONICA DI MULDER: Fox Mulder, non sono in casa, lasciate un messaggio.

(È buio. Scully parcheggia l'auto davanti al condominio dove abita. Nascosto nell'oscurità, Tooms la osserva mentre scende dall'auto ed entra nel palazzo.)


SCENA 15
66 EXETER STREET
7:25 P.M.


(Mulder parcheggia l'auto e scende. Si guarda intorno facendo luce con la torcia, aspettandosi di trovare lì gli agenti lasciati di sorveglianza.)

MULDER: Dove sono finiti? Scully?

(Mulder corre verso l'edificio, al numero 66, ed entra. Nel frattempo, nel suo appartamento, Scully prova a chiamare Mulder al telefono, ma non può fare altro che lasciare un messaggio in segreteria.)

SEGRETERIA TELEFONICA DI MULDER: Non sono in casa, lasciate un messaggio.
SCULLY: Mulder, sarai uscito, visto che Colton ci ha dato la serata libera... Stavo pensando di fargli rapporto. Sono furiosa con lui. Chiamami quando torni, d'accordo? Ciao.

(Scully si trova in bagno e, dopo aver riagganciato il telefono, apre l'acqua della vasca per prepararsi un bagno. Poi esce dalla stanza, senza accorgersi che Tooms la sta spiando dalla finestra. Nel frattempo Mulder è tornato nel luogo dove Tooms aveva raccolto i suoi trofei e nota che alla collezione si è aggiunta la collana di Scully. Capisce quindi immediatamente che Scully è in pericolo.)

MULDER: Maledizione!

(Scully prende un asciugamano, lo porta vicino alla vasca, chiude l'acqua e prende un flacone di bagnoschiuma per versarne un po' nella vasca, ma mentre cerca di svitarlo, dall'alto cade sulla sua mano un grumo di bile. Cercando di dominare lo spavento, guarda verso l'alto e vede che la sostanza sta sgocciolando da un angolo della griglia di aerazione nel soffitto.)

SCULLY: Oh mio Dio!
(us Questa battuta non è presente nella versione originale dell'episodio.)

(Scully corre fuori dal bagno e recupera la pistola in soggiorno. Nello stesso momento Mulder sta guidando a tutta velocità verso casa di Scully, cercando nello stesso tempo di chiamarla col cellulare. Il telefono suona a vuoto.)

MULDER: Rispondi, avanti!

(I fili del telefono dell’appartamento di Scully sono stati tagliati. Scully torna verso il bagno con la pistola in pugno e si guarda attorno. Si sofferma per un attimo su un'altra griglia di aerazione posta sulla parete del corridoio, vicino al pavimento, poi distoglie lo sguardo per osservare quella sul soffitto del bagno, ma improvvisamente la griglia sulla parete viene violentemente fatta saltare dall'interno. Ne esce la mano di Tooms, che afferra Scully per la caviglia, facendola cadere. Nella caduta, a Scully sfugge di mano la pistola, che si perde chissà dove. Scully riesce a liberarsi dalla presa di Tooms afferrando lo stipite della porta di fronte a sé.

L'auto di Mulder arriva davanti alla casa di Scully. Intanto Tooms, grazie alle sue capacità, è uscito dallo stretto condotto e sta per aggredire Scully, che cerca di mettersi in salvo strisciando all'indietro sul pavimento del bagno. In breve Tooms la raggiunge e le si siede addosso. Scully cerca di colpirlo col pugno destro, ma Tooms la blocca, però lei riesce a centrarlo con il sinistro.

Mulder si precipita verso l'appartamento. Scully cerca di accecare Tooms mettendogli le dita negli occhi, ma Tooms riesce a bloccare le braccia di Scully sopra la sua testa. La camicia di Scully è semiaperta, il torace è scoperto, e Tooms sembra voler procedere all'asportazione del fegato, quando finalmente Mulder fa irruzione nell'appartamento.)

MULDER: Scully!

(Tooms, sentendo Mulder, lascia Scully e cerca di scappare dalla finestra del bagno, rompendo il vetro. Scully si rialza e cerca di fermarlo, ma Tooms la prende per la gola e cerca di strangolarla. Mulder interviene e riesce a mettergli una manetta al polso destro, ma Tooms gli tira una gomitata e Mulder cade disteso a terra, perdendo a sua volta la pistola. Tooms si scaglia verso di lui e sta per colpirlo, quando Scully prende l'altra manetta e la chiude attorno ai rubinetti della vasca da bagno. Mulder si rialza e punta la pistola contro Tooms, mentre questo cerca di liberarsi strattonando le manette.)

MULDER: (rivolto a Scully) Stai bene?

(Scully è appoggiata alla parete, senza fiato, e riesce a malapena ad annuire.)

MULDER: (rivolto a Tooms) Hai un fegato in meno quest'anno.

(Tooms smette di strattonare le manette e si arrende.)


SCENA 16
CASA DI RIPOSO LYNNE ACRES
BALTIMORA, MARYLAND

(Frank Briggs sta leggendo un articolo sulle "conseguenze della pulizia etnica" - probabilmente riguardante la guerra nella ex Jugoslavia - sulla prima pagina di un giornale. Scuote la testa contrariato e gira la pagina, trovando un articolo sull'arresto di Tooms.)

BRIGGS: (voce fuori campo) Arrestato il presunto serial killer.
(us Questa battuta non è presente nella versione originale dell'episodio)

(Briggs sembra commosso e sollevato. Nella scena successiva l'immagine dell'articolo viene strappata in due. Quando una delle due parti viene sollevata, vediamo che si tratta di Tooms, che lecca la carta un paio di volte, la appallottola e la getta contro la parete, dove sono già ammucchiati centinaia di altri pezzi di carta, a formare una specie di colonna. Tooms si trova in una cella ed è seduto sulla branda.

Mulder osserva Tooms dall'oblò nella porta della cella. Arriva Scully, che si mette a sua volta ad osservarlo. Tooms ha diversi giornali in grembo e sta continuando a strappare, leccare e appallottolare pezzi di carta.)

MULDER: Guardalo. Sta costruendo un altro nido.
SCULLY: Immagino ti interessi sapere che ho ordinato degli esami genetici. Gli esami preliminari hanno rilevato uno sviluppo anormale del sistema muscolare ed osseo.

(Tooms si volta verso la porta della cella e guarda Mulder.)

SCULLY: Così come un calo del tasso metabolico, molto più basso dei valori registrati di norma durante il sonno profondo. Ma... mi stai ascoltando, Mulder?

(Mulder sembra assente e continua a guardare Tooms, che intanto ha distolto lo sguardo.)

MULDER: Si mettono sbarre alle finestre, si installano sofisticati marchingegni, sistemi di sicurezza tecnologici... Guardo lui e dico: non è sufficiente.

(Tooms intanto sta continuando il suo lavoro con la carta. Scully tocca il braccio di Mulder: è ora di andare via. Si voltano e si incamminano lungo il corridoio. Mentre svoltano l'angolo e scompaiono dalla scena, una guardia apre una porta e fa entrare un inserviente, che va verso la cella di Tooms portando un vassoio con il suo pasto. Arrivato alla porta della cella, apre lo sportellino dell'apposita feritoia e fa scivolare il vassoio all'interno, su una piccola mensola, poi richiude lo sportellino e se ne va.)

(Qualche tempo dopo, Tooms, seduto sulla branda della cella, guarda intensamente la feritoia della porta, come se stesse già architettando un piano di fuga attraverso questa via. Un ghigno gli attraversa il viso.)

Trascrizione effettuata da Anna


Lynne Acres Retirement Home - Baltimora, Maryland
Residenza del detective Frank Briggs

66, Exter Street - Baltimora, Maryland
Residenza di Eugene Victor Tooms

Baltimora, Maryland

Appartamento di Scully


Per ulteriori informazioni sugli eventi accaduti in questo episodio consulta la timeline di questa stagione
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[Scully] Oh mio Dio Mulder, puzza di… credo sia bile
[Mulder] Potrō liberarmene senza perdere la mia tradizionale impassibilitā?


 
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